ANCHE LE DONNE, NEL LORO PICCOLO, MOLESTANO - UNA STALKER FA SFREGIARE DA UN SICARIO L’UOMO CHE LA RIFIUTAVA

Ecco come una breve storia d’amore si trasforma in un incubo - La trentenne Simona Cristiano, sentendosi rifiutata da un uomo, ha ingaggiato un sicario per farlo sfregiare con l’acido - Non solo: continuava a perseguitarlo minacciandolo di morte - Ora è in carcere... - -

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Emilio Orlando per "La Repubblica"

Vive nel terrore, teme per la sua vita. Nonostante l'arresto della donna stalker che
lo perseguitava dopo averlo fatto sfregiare al volto con l'acido muriatico: non accettava la fine della loro breve storia d'amore. Simona Cristiano, 30 anni, arrestata dalla squadra mobile di Roma diretta da Renato Cortese e dalla polizia giudiziaria di Torpignattara, insieme ai due calabresi esecutori materiali dello sfregio con l'acido muriatico, nelle intercettazioni telefoniche lo aveva detto: «Dobbiamo sistemare la vicenda definitivamente, io gli buco la gamba... Andiamo con Caterina silenziosa e lo mandiamo sulla sedia a rotelle».

STALKER SIMONA CRISTIANOSTALKER SIMONA CRISTIANO

Caterina è una pistola con il silenziatore. In passato la Cristiano era stata denunciata per atti persecutori nei confronti di due ex e di tre donne, ostacolo alle sue relazioni morbose. Questa volta aveva pagato duemila euro un sicario, che fra l'altro in passato aveva strangolato sua moglie, per far sfregiare l'ex.

Daniele Capri, 32 anni, è l'infermiere ferito al volto insieme a due colleghe del reparto di Medicina uomini dell'ospedale Vannini. La sua breve relazione con Simona era iniziata nel 2011. Le piaghe dell'acido muriatico sono sul collo e sul viso. Vive fuori Roma, vicino a Palestrina. Non esce da casa se non accompagnato e ha fatto montare nel villino dove vive sbarre e vetri blindati.

La sua persecutrice è in carcere con i complici, ma lei vive nel terrore.
«Mi avevano promesso che il giorno del mio compleanno mi avrebbero gambizzato, assassinato. Lei è una donna diabolica, malvagia. Aveva ordito il suo piano per distruggermi in modo meticoloso e preciso.

È riuscita a rovinarmi per sempre, come se mi avesse ucciso. Diceva che mi aveva in pugno, che eravamo legati per sempre e che dovevo scegliere: una vita insieme o la morte certa. Il 24 marzo mi ha inviato un sms: "Guarda sotto lo zerbino". C'erano tre proiettili "luger" calibro 9. In un altro messaggio scriveva che avrebbero manomesso i freni dell'auto di mio fratello, se fossi partito per un weekend con un'amica».

Quando ha capito che Simona era una persona pericolosa?
«Mi chiamava Tachipirino, aveva una maniacalità seriale. Diceva che era la mia padrona. Mi riempiva di regali di valore: televisori, orologi, gioielli, ma la nostra storia era una semplice amicizia. Capii chi era realmente quando iniziò a vantarsi del suo passato criminale. Mi raccontò, accusata del furto di un cellulare, di aver urinato sul pavimento del commissariato minacciando di denunciare i poliziotti per violenza sessuale.

A 20 anni, raccontò ancora, fu denunciata perché, commessa in un negozio di telefoni a Catanzaro, attivò una scheda telefonica con un documento sottratto a un poliziotto per molestare un commercialista che l'aveva rifiutata. Credo che ricattasse l'ex marito. Iniziai a temere e in poco tempo sono diventato la sua vittima».

Cosa ricorda del giorno in cui è stato sfregiato con l'acido?
«Avevo già fatto diverse denunce alla polizia di Frascati. Sul cellulare mi scriveva: "Tachipirino, mi sono divertita a veder piangere il 9 novembre te e quella bionda troia davanti alle ruote della macchina forate". Quel giorno in ospedale sono arrivate decine di chiamate, mandava il centralino in tilt.

Verso le 16 insieme a due colleghe, Agnese e Lucrezia, sono uscito: stavo aspettando sulla Casilina il metro quando si è avvicinato un uomo. Mi ha chiamato per nome e gettato addosso un liquido. Ho avvertito un bruciore fortissimo, in quel momento è arrivato un sms da Simona. "Presto ti manderemo ad abitare vicino a tua madre". Sono svenuto per la paura, mia madre è morta anni fa. Anche le mie colleghe sono state sfregiate».

Ha minacciato altre persone intorno a lei?
«Con capacità mefistofelica, riusciva ad avere numeri di cellulari e targhe di auto delle persone vicine a me. Si creava falsi profili su Facebook. Utilizzava un furgone con i vetri scuri guidato da suoi amici per pedinarmi: "Tachipirino, sei sotto osservazione"».

Continua la persecuzione?
«Sì, subito dopo avermi sfregiato. "Vedrai che non ci prenderanno nemmeno stavolta, noi siamo professionisti, ti faremo fuori per sempre". La mia vita è stata devastata, e all'inizio nessuno credeva a quello che mi stava succedendo».

 

 

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