ARTE IN LUTTO - CI HA LASCIATO CLAUDIA GIAN FERRARI, COLLEZIONISTA, GALLERISTA, STORICA - L’arte in tutte le possibili declinazioni è stata la sua vita - DONNA FORTE E PIENA DI PASSIONE, HA AIUTATO TUTTI A CAPIRE l’arte come un flusso inarrestabile, DA SIRONI A ONTANI, DA MORANDI A HIRST, SENZA PALETTI O MESCHINERIE DI CRITICA CRETINA - TI SORRIDA IL PARADISO...

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1 - ARTE, MORTA STORICA CLAUDIA GIAN FERRARI - MARTEDI' MATTINA A MILANO I FUNERALI
(ANSA)
- E' morta la notte scorsa a Milano la gallerista e storica dell'arte Claudia Gian Ferrari, il cui nome e' legato al Fai. La storica, 64 anni, ha infatti destinato in prestito permanente al Fondo ambiente italiano 44 capolavori per la sede milanese di Villa Necchi Campiglio. Era figlia di Ettore Gian Ferrari, uno dei protagonisti della scena culturale italiana. La camera ardente sara' allestita domani a Villa Necchi, martedi' mattina i funerali alla Chiesa della Passione.

CLAUDIA GIANFERRARI MIUCCIA PRADA PATRIZIO BERTELLI - copyright PizziCLAUDIA GIANFERRARI MIUCCIA PRADA PATRIZIO BERTELLI - copyright PizziCLAUDIA GIANFERRARI - copyright PizziCLAUDIA GIANFERRARI - copyright Pizzi

2 - CI HA LASCIATO CLAUDIA GIAN FERRARI
Michela Moro per http://blog.leiweb.it/arte/2010/01/24/ci-ha-lasciato-claudia-gian-ferrari/

L'altro giorno Claudia era un po' preoccupata perché non si sentiva bene, e sicuramente ArteFiera a Bologna settimana prossima sarebbe stata molto impegnativa per lei. Non la sfiorava neanche l'idea di non andarci. Era fatta così: indomita e instancabile, coraggiosa e combattiva. Generosa e appassionata. Un gran carattere.

L'arte in tutte le possibili declinazioni è stata la sua vita. Era capace di visitare ventotto musei in un mese americano per poi raccontarteli con dovizia di dettagli interessanti. Il suo lavoro di storica dell'arte del Novecento è così riconosciuto che pare un'ovvietà menzionarlo.

CLAUDIA GIANFERRARI MASSIMILIANO FUXSAS - copyright PizziCLAUDIA GIANFERRARI MASSIMILIANO FUXSAS - copyright Pizzi

Le sue importantissime donazioni arricchiranno più di un museo italiano; Villa Necchi Campiglio a Milano è più viva grazie anche ai capolavori che Claudia Gian Ferrari aveva già lasciato al FAI. Era una seria collezionista di arte contemporanea e le sue collezioni arrivano dove arriva l'arte di oggi, di adesso, perché Claudia vedeva l'arte come un flusso inarrestabile, e si divertiva a comprare gli artisti più cutting hedge.

LUIGI ONTANI E CLAUDIA GIANFERRARI - Copyright PizziLUIGI ONTANI E CLAUDIA GIANFERRARI - Copyright Pizzi

Ho tante foto di Claudia, scattate in occasioni pubbliche e private. Mi piace ricordarla in un compleanno allegro e pieno di affetto, festeggiato con serenità nella sua casa sul Lago Moro. Un'amica preziosa e unica, rimarrà il suo calore, sempre pronta a condividere il suo sapere di rigorosa professionista, sempre pronta a condividere una bella risata.

3 - I CAPOLAVORI DI CLAUDIA LASCIATI AL FAI
http://www.fondoambiente.it/beni/collezione-gian-ferrari.asp

Claudia Gian Ferrari è una nota gallerista e storica dell'arte milanese, figlia dell'ancor più celebre Ettore Gian Ferrari. Dal teatro d'avanguardia, sua prima passione, con l'Arcimboldi, nel 1936 apre la sua galleria in via Clerici, e diventa il fautore del ruolo del gallerista, proponendo con geniale intuizione l'Ufficio Vendite alla Biennale di Venezia nel 1942.

CLAUDIA GIANFERRARI - Copyright PizziCLAUDIA GIANFERRARI - Copyright Pizzi

Ettore è stato, nella prima metà del Novecento, uno dei principali protagonisti della scena culturale cittadina e nazionale e, grazie ad un'incessante attività, ha contribuito alla valorizzazione della migliore arte italiana del tempo, nonché alla fioritura di Corrente.

Le 44 opere che Claudia Gian Ferrari ha destinato in prestito permanente al FAI, sono una fondamentale antologia di pezzi di scultura, pittura e grafica di un ventennio centrale per l'arte italiana del Novecento. Tra gli autentici capolavori citiamo: L'amante morta di Arturo Martini, il Ritratto di Alfredo Casella di de Chirico, La famiglia del pastore di Sironi, due Nature Morte di Morandi.

CLAUDIA GIANFERRARI - Copyright PizziCLAUDIA GIANFERRARI - Copyright Pizzi

Accanto a questi pezzi da grande museo, vengono esposti lavori apparentemente minori, soprattutto dimensionalmente, ma di speciale interesse, tra i quali segnaliamo, ad esempio, il Bozzetto del Manifesto per la Prima mostra d'arte del Novecento Italiano, ideato da Sironi.

vnz04 luigi ontani claudia gianferrarivnz04 luigi ontani claudia gianferrari

La collezione esemplifica, in primo luogo, un nucleo forte (quattro artisti su sette) del gruppo di pittori che nel 1922 avevano dato vita al Novecento sotto l'egida di Margherita Sarfatti: Funi, Marussig, Oppi e Sironi. Con un'opera ciascuno i primi tre artisti mostrano altrettante venature del Novecento: il primo, attraverso la Figura di donna del 1926 fa emergere la componente classicista, mentre Marussig e Oppi attraverso I nudisti e Scugnizzo, riflettono suggestioni mitteleuropee applicate al tema della figura.

Riferimenti alla cultura classica italiana, in questo caso specialmente ferrarese, si evincono nel dipinto Oreste ed Elettra (1923) di Giorgio de Chirico, che traduce un tema tratto dalla tragedia euripidea, con gli stilemi di Valori Plastici, così come nell Ritratto di Alfredo Casella (1924), importante figura di intellettuale, musicista e collezionista d'arte. Ma è nell'opera Idylle Marine (1931) del fratello Alberto Savinio che invece troviamo applicati i principi della pittura metafisica dove l'ironia si sposa con le visioni e i giochi d'infanzia.

bon19 claudia gianferranti anna mattinorobon19 claudia gianferranti anna mattinoro

Alle avanguardie futuriste si richiamano alcuni disegni, quali Compenetrazione iridescente (1912) di Balla e Studio per Il lutto (1910) di Boccioni; inoltre, a completamento del quadro della grande pittura italiana tra le due guerre, ecco alternarsi le opere Natura Morta con i libri (1932) di Carrà, il Nudo disteso di schiena (1937) di Casorati, e le due Nature Morte (1937, 1938) di Morandi (e accanto a loro Campigli, Semeghini, Tosi e Usellini) che esemplificano il classico moderno.

BEST DRESSED CLAUDIA GIANFERRARI - copyright PizziBEST DRESSED CLAUDIA GIANFERRARI - copyright Pizzi CLAUDIA GIANFERRARI MIUCCIA PRADA PATRIZIO BERTELLI - copyright PizziCLAUDIA GIANFERRARI MIUCCIA PRADA PATRIZIO BERTELLI - copyright Pizzi

Accanto al Puro folle (1930) di Adolfo Wildt, bronzo che rivela una vena poetica vicina ad un simbolismo di stampo nordico, ecco svelarsi La canzone marinara (1936) terracotta di Timo Bortolotti, nonno materno di Claudia Gian Ferrari, ed esponente in quest'opera di un classicismo molto affine a quello del Novecento italiano. Ma con le due figure di Marino Marini e con i loro originali intrecci di arcaismo ed espressionismo si sfonda il Novecento muovendo verso una nuova ricerca su forma e materia.

Ancora nell'ambito delle sculture del prestito permanente, il più consistente e significativo nucleo di opere è quello di Arturo Martini: tre splendidi gessi del 1920-21 (Gli amanti, L'amante morta, Busto di fanciulla) segnano la straordinaria stagione di Valori Plastici della poetica dell'artista. Dieci anni dopo, la piccola composizione in terracotta L'Ospitalità sembra siglare il gusto e il piacere per la narrazione.

gian ferrarigian ferrari collezione gian ferraricollezione gian ferrari

 

 

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