Matthew Stein per “Ozy”
Al “Mojo”, frequentato bar di Yangon, operatori delle ONG, insegnanti e imprenditori, bevono birra e ballano gli ultimi beat della techno, tra una folla di giovani birmani privilegiati. Al bancone un espatriato americano dice a un amico che la ex fidanzata birmana gli fa stalking. Accanto, una ragazza locale litiga al telefono con i genitori perché non vuole rispettare il coprifuoco. Quando attacca, va in pista e comincia a girare in modo provocante attorno a due stranieri, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Nella Birmania conservatrice, governata dalla milizia brutale fino al 2010 e che ieri ha visto la sua prima elezione democratica in 25 anni, queste scene sono un fenomeno comune.
Come la politica e l’economia, le convenzioni sociali si stanno evolvendo. Gli esperti dicono che i generi si stanno facendo più fluidi, gli adolescenti si dedicano di più al sesso, e sta emergendo una piccola comunità LGBT. Certo, non è come San Francisco negli anni Sessanta, ma a suo modo il paese sta vivendo una rivoluzione sessuale. La gente comincia a scambiarsi tenerezze pubblicamente e la tolleranza è tangibile.
Dal 2010 la Birmania ha generato più lavoro e benessere. L’economia è cresciuta dell’8%, sono arrivati più turisti e lavoratori stranieri, incluse le compagnie telefoniche internazionali che hanno dato l’accesso al wireless. Questa unione di contanti, forestieri e comunicazione senza restrizioni, si è dimostrata un potente afrodisiaco. Fino a cinque anni fa nessuno si abbracciava in pubblico o parlava di sesso. Oggi addirittura c’è chi ha rapporti occasionali e torna a casa in tre. Anche la pornografia, rintracciabile on line o presso venditori ambulanti, sta cambiando i comportamenti. Sempre più giovani provano il sesso anale e le orge. I giovani birmani escono, vanno nei bar e nei club, attività fino a poco fa riservata ad una élite.
Il fatto che molti adolescenti frequentino università trasferite in campagna o lontane dalle famiglie (norma introdotta nel 1998), facilita l’emancipazione sessuale del paese. Molti birmani arrivano ancora vergini al matrimonio, ma hanno più possibilità di scelta.
Anche chi continua a vivere in casa con i genitori, sta sperimentando una maggiore libertà. La società era ed è di tipo patriarcale, quindi i maschi potevano parlare di sesso e farlo, mentre alle femmine non era concessa nemmeno la curiosità. Di conseguenza, l’educazione sessuale era nulla, le malattie sessualmente trasmissibili pullulavano e gli aborti si facevano in cliniche segrete. Qui gli aborti sono fra le prime cause dei decessi femminili.
Ora che la Birmania si sta liberando sessualmente, ci sono molte sfide da affrontare e nascono grandi opportunità. E così l’artista Sandar Khine può dipingere i suoi nudi, vietati fino a poco fa, le Me N Ma Girls (il gruppo pop di sole ragazze) possono osare con i vestiti e con i testi.