Fulvio Abbate per www.huffingtonpost.it
Dicono che Silvio Berlusconi, lo scorso 19 ottobre, non volesse presentarsi a Roma accanto a quegli altri, anzi, pare addirittura sia salito malvolentieri sul palco di piazza San Giovanni per mostrarsi convinto e partecipe del centrodestra finalmente unito al fianco di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Aggiungono ancora che abbia infine abbandonato fastidio e riluttanza solo dopo che Salvini in persona gli avrebbe garantito che concluderà la sua storia di statista al Quirinale, successore di Mattarella.
Non è tutto. Si dice ancora che il capo della Lega, cioè sempre Salvini, scavalcando le eccellenze interne di Forza Italia, partito di riferimento naturale in Casa Mediaset, reputi ormai d’essere lui a decidere la linea politica delle reti del Biscione.
Noi, ovviamente, non crediamo a quest’ultima insinuazione, reputiamo anzi che si tratti di invenzioni inattendibili, un bla bla cinico e velenoso cresciuto nei corridoi, se non davanti ai distributori di caffè e bevande, di una perenne campagna elettorale, e tuttavia, senza bisogno d’essere troppo esperti di palinsesti, a guardar bene la programmazione dei canali di cui sopra, tra talk quotidiani e tutto il resto, compreso l’intrattenimento apparentemente leggero da rotocalco, un’ombra di sospetto sembra giungere comunque agli occhi, anzi, alla fine l’eventualità del controllo leghista non appare poi improbabile, per nulla assurda.
Ciò accade sia facendo caso alla composizione dei parterre degli ospiti, dove postura e orgoglio sovranisti sono sempre ben marcati, in primissimo piano, supportati. Quasi che a queste ultime presenze sia stata fornita una predella speciale. Un evidenziatore mediatico, che concede loro un ruolo sempre più ampio, se non divistico, da pregiati moschettieri e perfette Milady populisti del prima-gli-italiani!
Restando nel medesimo scenario, questi ospiti speciali troneggiano nei singoli talk, con argomenti, e perfino invidiabili extension, a favore delle ragioni del Capitano, e sono soggetti esemplari nell’amplificare verbalmente i doni della propaganda leghista e post-fascista: le tasse, le “sanguisughe”, il “governo abusivo”, “l’invasione” dei migranti, l’insicurezza diffusa per via della bolla criminale, la natura “comunista” di molti personaggi dell’esecutivo giallorosso, di più, “il governo più di sinistra di tutta la storia repubblicana” (sic), Dio, patria, famiglia, rosario…
mario giordano contro halloween 6
Avendo presente l’altruistico senso morale di Berlusconi, in definitiva si può comunque supporre che la scelta di elevare i conduttori Paolo Del Debbio e Mario Giordano a un rango quasi regale, sia farina del suo sacco, e possa dipendere soprattutto dalla certezza che costoro, mediaticamente versatili nel senso più popolaresco del termine, petroliniano, gli garantiranno ascolti notevoli, accompagnati da un tesoretto ulteriore di pubblicità. S’intende che questa lettura benevola, assodata l’oculatezza del Cavaliere verso la borsa dei propri affari, non può essere esclusa.
alessandro cecchi paone litiga con paolo del debbio 4
In fondo, sia detto per correttezza intellettuale, nessuno ha mai pensato che Berlusconi possa rinunciare al principio ideale che da sempre, sopra ogni altra cosa, ne anima la natura: salvaguardare la “roba”, la sua. Evitando prevedibilità, non chiameremo qui in causa il pluridecennale conflitto di interessi. Non è questo al momento né il punto né il momento opportuno.
PAOLO DEL DEBBIO DRITTO E ROVESCIO
Assai meglio fare invece caso nuovamente alle parole attribuite, testualmente, secondo alcuni, a Matteo Salvini. Ormai certo d’essere da tempo il vero suggeritore della direzione politica ed espressiva di marcia di Cologno. Magari dettata ai suoi fidati uomini presenti nella macchina dell’altrui azienda; esecutori garantiti instancabili, insomma.
gerardo greco con la moglie monia venturini
Non è un caso d’altronde che un professionista dotato d’amor proprio, Gerardo Greco, tempo addietro, abbia resistito poco nella cabina di comando di Rete4. E forse anche degli studi romani del Palatino, dove hanno luogo molti altri talkshow, compresi “Quarta Repubblica” e “Matrix” con il volto di Nicola Porro.
Effettivamente, a farci caso in certe ore, la palizzata televisiva berlusconiana dà decisamente la sensazione plastica che un Daniele Capezzone e una Maria Giovanna Maglie siano davvero i fiduciari - chiavi in mano - della programmazione e del suo possibile indirizzo e svolgimento, diciamo, ideologico. Quest’ultima signora per il tratto di sicumera proprietaria che sempre più mostra, puro talento nell’occupare lo spazio delle inquadrature in modo quasi anamorfico, totale, troneggiante.
capezzone tweet su teresa bellanova
Nel frattempo, il “liberale” Capezzone, svolge il suo impegno di “palotin” in modo non meno impeccabile, senza mai cedimenti a dubbi o smarrimenti, fornendo talvolta dati, cifre, prospetti, lì per lì materiali da scaletta. I pallottini, sia detto per chi dovesse ignorarlo, sono la scorta, gli armigeri, i galoppini che accompagnano Ubu Re, parodia impeccabile del potere concepita per un teatro di burattini dallo scrittore francese Alfred Jarry.
PAOLO LIGUORI RICCARDO MOLINARI DANIELE CAPEZZONE - STASERA ITALIA
Dove Ubu Re, in questo caso, sembra, ohibò, essere piuttosto l’estraneo Salvini, nel pratico ruolo dell’usurpatore in casa e studio di registrazione altrui, relegando Berlusconi a semplici ruoli secondari.
salvini meloni tesei berlusconi
Tornando però al primo ipotetico inganno, è opportuno illudere chi a suo tempo ha già patito molto nel trangugiare, sempre altruisticamente, “l’amaro calice della politica”, assicurandogli che certamente – parola di socio Matteo – otterrà prossimamente il Colle più in alto?
E ancora, tornando alle altre parole sempre attribuite a Salvini - “Sono io ormai a dettare la linea alle televisioni di Berlusconi” - sia questa la soluzione ottimale per quei palinsesti? Anche la teatralità di Mario Giordano, effettivamente, rimanda molto al citato Ubu, così come la postura del collega Del Debbio (anni fa si vociferava addirittura che Berlusconi lo volesse a capo di Forza Italia) sempre pronto a porgere il microfono ai passanti dal linguaggio spiccio delle destre plebiscitarie la cui semplificazione rasenta il razzismo rionale.
Certo, ognuno in casa propria fa quel che meglio crede, invita le persone che gli risultino più idonee, non chi rubi di nascosto pezzi d’argenteria, ma in questo nostro caso la domanda che si solleva, pensando proprio allo stato dell’arte laggiù a Mediaset, tra Berlusconi e Salvini, chi è al momento il vero padrone di casa, l’unico con le chiavi delle salmerie elettorali? Saperlo. Magari dalla bocca dello stesso diretto interessato, cioè il Cavaliere.