Ishaan Tharoor per Washington Post
MAPPA DEI PAESI INSULTATI DA BORIS JOHNSON
la diplomazia di boris johnson
E’ stato un periodo strano per Boris Johnson, l’ex sindaco di Londra che prima ha portato
alla vittoria della Brexit e poi non è comunque riuscito a diventare Primo Ministro. Politico impertinente e buffonesco, è stato strigliato per il suo cinismo e opportunismo (inizialmente non voleva che la Gran Bretagna lasciasse l’Unione Europea) e per non aver accettato la sfida di guidare il paese fuori dalla crisi costituzionale che la campagna “Leave” aveva creato.
Ma sembra che ora Boris sia tornato in gioco. Ieri si è insediata Theresa May, e Johnson diventa Ministro degli Esteri al posto di Philip Hammond. Di sicuro è un candidato inconsueto per questo ruolo, data la quantità di gaffe e insulti che nel tempo è riuscito ad accumulare.
Due mesi fa ha ideato un poema sul Presidente turco Erdogan dove lo immaginava mentre faceva sesso con una capra (primo premio dato dalla rivista “The Spectator”). Sul Medio Oriente: ha lodato il Presidente siriano Assad perché combatte contro lo Stato Islamico, non tenendo conto della violenza che lo stesso dittatore esercita sul popolo siriano.
Ha elogiato anche Putin, per il supporto ad Assad. Johnson ha dovuto scusarsi quando ha chiamato i bambini africani "piccaninnies" (“parola colonialista per “negretti””) che "hanno sorrisi come angurie". Aggiunse che sarebbe meglio se l’Africa fosse ancora amministrata da poteri coloniali.
Non ha risparmiato nemmeno l’America. In un articolo sul “Telegraph” ha descritto Hillary Clinton, possibile futura Presidente degli Stati Uniti, come "l'infermiera sadica di una clinica psichiatrica". Ha poi consigliato di votarla solo per riportare Bill Clinton alla Casa Bianca, perché: «Se Bill sa tenere a bada Hillary, può tenere a bada qualsiasi crisi globale».
Oltre al sessismo, c’è il razzismo: Boris ha definito Barack Obama "un presidente mezzo kenyano che cova un disprezzo ancestrale per l’impero britannico”. E questo perché Obama aveva chiesto ai britannici di restare nell’Unione Europea. Una gaffe per ogni paese, basta cercare nella mappa ideata dal quotidiano “The Independent”.
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