1. NON È MUSICA PER VECCHI I NUOVI ARTISTI ITALIANI SPACCANO LE GENERAZIONI
Estratto dall'articolo di Gino Castaldo per ‘la Repubblica’
Doveva succedere, volevamo che succedesse, e alla fine sta succedendo.
Come d' incanto la scena della musica italiana si sta popolando di facce nuove, strane, irridenti, grottesche, divertenti. È una spudorata e dissestata armata che sta spaccando le generazioni, roba per "figli" e quasi mai per "grandi", com' è giusto che sia.
Sono giovani artisti che parlano una lingua originale e sincera, non badano alle convenzioni, vivono l' euforia di nuove strade che si sono spalancate a chi inizia ora a fare il mestiere di musicista, ma sono loro a conquistare classifiche, streaming, visualizzazioni. E vanno veloci, tanto veloci da far sembrare i vari Calcutta, Brunori Sas, Thegiornalisti, Coez, Motta, come fossero già assodati, dei padri, o meglio dei fratelli maggiori che stanno dettando le regole del nuovo mainstream.
Vanno veloci tra stralci di rap e mescolanze eterodosse, si chiamano Dark Polo Gang, Carl Brave e Franco 126, Sfera Ebbasta, Rkomi, Canova, Siberia, Frah Quintale, per citarne solo alcuni, sono un piccolo esercito e premono perché il tanto discusso e atteso ricambio generazionale diventi finalmente reale.
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2. CARL BRAVE & FRANCO 126 "OGNUNO HA IL SUO STILE MA IL RAP È NELL' ARIA"
Carlo Moretti per ‘la Repubblica’
Carl Brave e Franco 126 portano il rap nella canzone. Due note necessarie: 126 è il numero dei gradini della strada in cui s' incontrano a Trastevere, Brave è inteso come Coraggio, il vero cognome di Carlo. Un album, Polaroid, e un successo esplosi nell' ultimo anno. Il loro è uno dei set live più affollati d' Italia.
Sorpresi?
Franco 126: «Abbiamo lavorato molto a questo progetto, pubblicando i primi singoli su YouTube nel 2016».
Carl Brave: «Il nostro seguito è cresciuto in modo graduale, poi è esploso: i quattro sold out all' Atlantico di Roma e i tre all' Alcatraz di Milano ci fanno pensare che questa roba è arrivata alla gente in un modo molto più diretto di quanto ci saremmo mai aspettati».
Come vi spiegate il consenso?
Franco 126: «Abbiamo trovato la chiave giusta per una novità, il giusto mix tra diversi generi che si ascoltano oggi e che si ascoltavano nel passato: un certo cantautorato per cui siamo famosi in Italia. Siamo tornati un po' alle radici».
Carl Brave: «La cosa giusta proposta al momento giusto, un pot-pourri di tutto. Fortuna, certo, ma anche spontaneità. Abbiamo raccontato di noi con il massimo della serenità e dell' onestà. È questo il motivo del successo di Polaroid ».
Vi sentite parte di una scena musicale italiana?
Franco 126: «Ognuno fa le cose secondo il suo stile. È come se quella musica fosse nell' aria».
Carl Brave: «Ci distinguiamo per la romanità e la poetica degli stornelli».
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