il libro piu nero dei rolling stones cover
Barbara Costa per Dagospia
“La p*ttana è l’amore, non la donna”. Quando ti serve. La “stupid girl” è però colei che va scaricata, perché “non è che ti sforzi molto/ per accontentarmi”. Traduzione: me lo succhi controvoglia. Come al contrario fa tua madre! P*ttana può essere “la ragazza di ieri”, e p*ttana è la sorte, quando non ti dà “satisfaction”, “…′cause you see I’m on a losing streak”, e cioè se, in mezzo alle gambe, ci trovi le… mestruazioni. E se non l’hai mai intesa così, è perché Mick “affoga la voce in mezzo agli strumenti”, e lo fa apposta, per non farsi capire.
E metterlo in quel posto alla censura. E chi ne vuole scoprire, di "usanze", targate Stones, apra "Il Libro (Più) Nero Dei Rolling Stones", di Paolo Giovanazzi, (Giunti ed.): tra le canzoni Stones, non ne manca nessuna, dal 1962 a oggi, rarità comprese.
Benedetti Stones, eh, femministe? Loro non crepano, né vanno in pensione, e né la smettono, di stuzzicarvi, “voi ci accusate ma noi vi amiamo” e sapeste quanto ci si divertono, a essere maschi alfa non repressi, né piagnucolosi, vittime solo del fisco, e no di morali.
Nei testi Stones “John Thomas” è il pene, “Lady Jane” la f*ga, e “Poison Ivy” la gonorrea, e “Under my thumb” ci sta lei, la donna, “è lei che mi tratta male!”. “Paint it, black”, non ci va più la virgola, non chiedete a Keith “che caz*o ci stava a fare”, e… “Miss Amanda Jones” è Amanda Lear? Non è sicuro… “Candy” è la trans Candy Darling, ma in “Pass the wine (Sophia Loren)”, Sophia Loren non c’entra niente. E sì, “so trippy” è LSD, "tagliato" “nella Coca Cola”.
“Where’s the joint?” sono Mick e Keith, che vanno in galera, sono i "fatti" di Redlands, manca Brian che, in arresto, “per joints”, ci va, da solo, poco dopo. Cr*sto, gli Stones dovevano fare "Arancia Meccanica", i drughi, Jagger aka Alex, e per scaz*i tra i produttori è saltato tutto. Gli Stones satanici? Nooooo, è un gioco, tuttavia il diavolo, è un tipo simpatico, “e non dimenticatelo: se lo affrontate, gli togliete il lavoro”. “Stray Cats Blues”, è sesso con una minore, “una groupie, di 13”, ops, facciamo…
keith richards mick jagger bob dylan
“15, di anni”, e androgina, “a Jagger piacciono che sembrano ragazzini”. “Honky Tonk Women”, è sesso e cocaina: con le divorziate o… coi marinai francesi? “Ti ficcherò il coltello in gola, fa male” – scritto in Italia, a Positano – non è uno sprono allo stupro, ma la denuncia di uno stupro, finito in cronaca. E “Brown sugar”, è, ora, l’eroina, ma non è l’eroina nel ′69, quando è stata scritta: il suo primo titolo era “Black Pussy”.
“Sister Morphine”, con Marianne Faithfull da coautrice, è troppo: “cousin cocaine” le parole che c’ha apposto lei, e basta! Ma di chi è il pene dentro ai jeans in copertina su “Sticky Fingers”? “E chi lo sa? Noi volevamo dare l’impressione che fosse l’uccello di Mick”.
mick jagger keith richards primi anni 60
Magnifici Stones, non ostentano, sono come sono, e “lo str*nzo in fuga” è… Mick! Compongono canzoni “come se ti colassero dalle dita”, senza tv, unico media i quotidiani, alterati da droghe varie e eventuali: unico lucido, Charlie, esclusi gli anni ′80. In “Exile”, “Dick e Pat tengono da parte la roba”, e sono il presidente Nixon e sua moglie, “a Dallas, la regina del burro” è la groupie Barbara Cope. Orale burrato. Mai piaciuto a Keith.
“Angie” non è Angela, la secondogenita di Keith: quando l’ha scritta che Anita aspettasse “una femmina, non lo sapevo, né che l’avremmo chiamata Angela”. Infatti la chiamano “Dandelion”. Fino ai 6 anni. Angie è l’eroina, e senza l’ero Keith non avrebbe realizzato “Coming down again”: “Io sono una rockstar milionaria, che va nei bassifondi per l’ero”.
Femministe, di nuovo a voi: “Star Star”, canzone sulle donne, e ve la spiega Mick, “non dico che tutte le donne sono sc*patrici di star, però ne vedo un sacco”. Le donne risolvono problemi: la gran parte dei 70s gli Stones sono in fuga, da tasse e giustizia inglesi, e dalla Francia che li ha banditi, perciò registrano a Monaco per i (pochi) tributi, e per “Uschi, amante di Keith, saltuariamente di Mick”.
“Hey negrita”, “parla di una p*ttana sudamericana e di un povero cliente che vuol farle abbassare il prezzo”. Razzismo? “Hey negrita è un complimento. Non è un’offesa. Qual è il vostro problema, la parola Hey?”. O il problema è la modella Anita Russell, su un maxi cartellone, fatta “nera e blu dai Rolling Stones, e mi è piaciuto…”? “L’amore è doloroso, anche il sesso… o puoi renderlo doloroso tu”.
Lo sapevo, che per i Sex Pistols, “gli Stones sono vecchie scoregge”, non lo sapevo che, quando Sid Vicious è nei guai per aver ucciso Nancy, “è Mick che gli trova e gli paga gli avvocati”. Ma Mick… è gay? In “When the whip comes down”, “sono uscito allo scoperto!”.
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In “Some girls” ci sono “ragazze nere che vogliono essere sc*pate tutta la notte”, e apriti cielo! Mai capito dove sta il problema. Se non a beccarlo, un simile stallone, o “il telefono di una di queste!”.
Keith in “You got the silver”, lui suona fino “a farsi sanguinare le dita”, c’è sangue sulla sua chitarra, e in “All about you” si taglia “con una bottiglia di Jack Daniel’s prima di uscire dallo studio: la sua scia di sangue marca la fine dei lavori”. E lo stop dell’unione con Mick, dal 1984 al 1989. Poi si ritorna, più estrosi ancora, e con Mick che vuole “sc*pare il tuo dolce c*lo”, e questa volta lo canta chiaro, sicché urge una versione “clean edit”, per le radio, e le tv.
I Glimmer Twins ci ingannano? “Se scrivessimo cosa è stata la nostra vita, in realtà, ne sareste raccapricciati!”. La realtà è pure che Mick, per il video “Anybody seen my baby?”, ha conosciuto e forse amato Angelina Jolie. E la realtà è quella che sputa Keith: “Noi Stones siamo sempre stati una band di bastardi arrapati. Noi continueremo a suonare ciò che irrita la gente”. “Angry”, come la senti, su disco, “è il secondo take”. Se piazzi Mick intorno a quello che fa Keith, esce il suono – e il sesso – degli Stones. Tutto si fonde in una pulsazione. Anche a 80 anni. Suonati.
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