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Estratto dell’articolo di Thomas Mackinson per www.ilfattoquotidiano.it
sergio castellitto margaret mazzantini
Sergio Castellitto, lascia a casa 17 lavoratori, ma dà una consulenza alla moglie. Reduce dagli impegni veneziani, resi meno gravosi dalla permanenza in una villa di lusso al Lido affittata a spese del Centro Sperimentale, il Presidente Castellitto estrae la spada e fa cadere la testa del dirigente della Cineteca Nazionale, Stefano Iachetti, per aver cercato di difendere il posto di lavoro dei 17 dipendenti a contratto, che il Consiglio di Amministrazione ha deciso di non rinnovare.
Di sicuro non è una quesitone di costi, perché lo stesso Castellitto non si è fatto problemi ad avvallare spese “importanti” in consulenze varie, tra le quali spiccano anche 4mila euro di compenso per la moglie Margaret Mazzantini, scrittrice, drammaturga e attrice.
sergio castellitto margaret mazzantini foto di bacco
[…] L’amore trionfa, ma nel paese dove sovrano è il conflitto di interessi tocca soprattutto difendersi. Forse per questo, nonostante il CSC abbia la facoltà di avvalersi a titolo gratuito dell’Avvocatura dello Stato, sono stati attivati quattro contratti da 139.000 euro – per complessivi 570.000 – per la “esecuzione del servizio di assistenza legale stragiudiziale, a consumo”. Ma per difendersi da che cosa? Dai licenziamenti che fa lo stesso Castellitto.
Stefano Iachetti era entrato al Centro Sperimentale nel 1984, ne è diventato dirigente nel corso di una lunga carriera della divisione innovazione/conservazione che si occupa della parte informatica e di direttore della Cineteca nazionale. Fino a tre giorni fa, quando riceve la pec con la notifica di avvenuto licenziamento per giusta causa. E che avrà fatto mai? Aveva perorato la causa di 17 lavoratori che stavano perdendo il posto. A rivelare il caso è Marco Grimaldi, vicepresidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera che su questa vicenda interroga direttamente il ministro della Cultura Giuli (ne ha fatte quattro sul CSC, Sangiuliano non ha mai risposto).
“Iachetti – spiega l’onorevole – aveva solo suggerito nelle opportune sedi di rinnovare i collaboratori senza mai ottenere risposta, il dirigente ha raccolto i dati necessari per procedere alla possibile proposta di contratto, incontrando la disponibilità dei lavoratori a proseguire nel rapporto di lavoro, per poter dare tempestivamente esecuzione all’eventuale delibera del CdA. In sostanza, assolvendo al ruolo di dirigente che il CSC gli aveva assegnato e che oggi, per motivi incomprensibili, gli rimprovera. Licenziandolo in tronco”. Iachetti si ritrova così senza stipendio e contratto da ottobre, a una manciata di anni dalla pensione.
margaret mazzantini sergio castellitto foto di bacco (2)
Anche qui i costi non c’entrano, anche perché il dirigente svolgeva altri incarichi a titolo gratuito per l’ente. […] A non venirgli perdonato infatti è proprio e solo quel gesto di essersi fatto carico dei 17 lavoratori lasciati a casa nel bel mezzo dell’estate. Erano stati reclutati per realizzare Digital Lab, un laboratorio per la conservazione dell’audiovisivo digitale che unisce elementi di alta tecnologia informatica integrati con la banca dati grazie ai finanziamenti del Ministero per i progetti speciali”.
[…] Ma il contratto dei lavoratori scadeva il 31 di luglio e il dirigente, confidando certo in un rinnovo, si era preso la briga di raccogliere i dati necessari a un eventuale rinnovo qualora il Cda lo avesse ritenuto opportuno. Non ha preso impegni per conto della società, non ha sbattuto i pugni sul tavolo, ma tanto è bastato per cacciarlo.
Per l’onorevole Grimaldi così facendo “non solo si ledono i diritti del dirigente e il futuro dei lavoratori ma si fa anche un danno al Centro Sperimentale stesso e a un progetto che stava apportando risultati straordinari proprio grazie all’esperienza acquisita dai quei collaboratori che tanto poteva ancora dare”. Per contro, la nuova gestione targata destra non bada a spese. “La missione a Venezia con Villa (Villa Gallo, 4 camere da letto con sauna, giardino privato) – dice il parlamentare – è costata nel complesso 90mila euro. Cioè la metà degli stipendi complessivi di 17 lavoratrici e lavoratori. Risparmiare è urgente per Castellitto. A meno che non si tratti di seguaci fedeli o di stretti famigliari […]”