CERCO “MASCHI CAGNETTI” DA SPENNARE – SCHIAVI PER SOLDI ALLA MERCE' DI DOMINATRICI VIRTUALI: E’ LA NUOVA PERVERSIONE PER UOMINI DANAROSI - IL RAPPORTO NON PREVEDE RAPPORTI SESSUALI, IL PIACERE STA NELL' ESSERE USATI COME BANCOMAT UMANI - IL CLIENTE PAGA UNA "PADRONA" PERCHÉ GLI PROSCIUGHI IL PORTAFOGLI…

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Alfredo Arduino per La Verità

 

money slave money slave

«Cerco schiavi che mi vizino economicamente, senza chiedere niente in cambio.

Sono sadica e molto viziata.

Fatevi fregare i vostri soldi».

 

Scrive così Miss Selene da Novara in uno dei tanti annunci che, sul Web, mettono in contatto donne interessate a incassare con uomini appagati dall' idea di diventare il loro bancomat vivente. Negli Stati Uniti li chiamano money slave, schiavi per soldi, e adesso questa curiosa perversione è sbarcata anche in Italia. E in effetti le risposte a Miss Selene non si fanno attendere: le scrivono uomini da Roma, Milano e Venezia, disposti a tutto pur di compiacerla. Sicuramente benestanti, perché si dichiarano pronti a spendere anche migliaia di euro al mese.

 

Nella Rete succede anche questo, che una ragazza si proponga come «padrona», spillando soldi a «schiavi» che in cambio non ottengono assolutamente nulla, ma soddisfano la loro fantasia erotica. Non c' è compravendita di prestazioni sessuali, almeno in senso classico.

 

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Fra loro non si instaura una relazione vera, ma i rapporti fisici non sono neanche contemplati. C' è un semplice scambio di denaro, che in alcuni casi avviene anche a distanza, senza che i due si incontrino mai.

La nuova frontiera del piacere fetish è nata negli Usa e, come la maggior parte delle mode che propendono all' assurdità, ha attecchito presto anche alle nostre latitudini. Basta digitare la frase «money slave» su un qualunque motore di ricerca per scovare gli annunci e richieste. Alla base c' è sempre la stessa dinamica: uomini che si propongono come schiavi a ragazze che, in cambio dei loro soldi, si lasciano solo guardare, di persona o attraverso un monitor. Guardare ma non toccare.

 

Potrebbe sembrare una truffa, ma non lo è perché è tutto concordato alla luce del sole. Possibile che al mondo esistano persone disposte a pagare la spesa, le bollette, i vestiti, l' auto e qualunque altro capriccio a una donna che non potranno mai neanche sfiorare?

Eppure è tutto reale, qualcuno ha detto che una dose di follia è la cura ideale per non impazzire mai.

Sono reali le richieste sul Web, compilati come fossero curriculum: con gusti, preferenze, lingue parlate, lingerie preferita, cifre, offerte, eccetera. Autentici sono anche i contratti, più che altro scritture private, stipulati fra le parti per non lasciare nulla al caso. Sui documenti viene messo nero su bianco ogni dettaglio: il ruolo dello schiavo, che mette volontariamente a disposizione il suo tempo e i suoi soldi senza alcuna pretesa, e quello della «mistress», che acquisisce il pieno potere di gestirlo come meglio crede.

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Tutto avviene rigorosamente online, nel più completo anonimato. Gli annunci sono sempre preceduti da un nick name, un nome di fantasia che tutela la privacy degli utenti. Chiunque voglia entrare in questo mondo parallelo, e dilapidare così il patrimonio, non deve fare altro che smanettare: sui forum, sui siti specializzati, sui portali. A volte può anche capitare di incappare in foto che ritraggono ragazze intente a ostentare banconote mentre la «vittima» di turno sorride con soddisfazione inginocchiata ai loro piedi. O in corsi e manuali che passo dopo passo insegnano la «sublime» arte della sottomissione.

 

Ma perché lo fanno? Sono gli stessi protagonisti a spiegarlo, non nascondendo orgoglio. «Mi sento utile, potente, tutto questo mi appaga molto più del sesso. Per la mia mistress faccio tutto, pago tutti i suoi conti e non compro mai nulla per me», dichiara uno schiavo cinquantenne di Torino. Basta questo a spiegare una libidine che a prima vista non avrebbe senso? A quanto pare sì, perché ciò che spinge la maggior parte degli uomini a diventare money slave è proprio il bisogno di sentirsi importanti per qualcuno, misto al piacere perverso di essere dominati e maltrattati.

 

Decisamente più facile comprendere cosa si nasconda dietro la scelta delle donne: la certezza di poter guadagnare soldi facilissimi, anche se si ha a che fare con tipi, diciamo, originali.

Senza per questo diventare prostitute, almeno nel senso tradizionale del termine.

«La dominazione non implica mai un rapporto fisico, ma non è vero che sia facile», tiene a precisare una giovane americana, intervistata da una tv, che per farsi guardare dallo schermo di un pc chiede fino a 45.000 dollari.

 

«Io per arrivare fino a questo punto ci ho messo dieci anni. Bisogna saper entrare nella testa degli uomini», spiega, «capire cosa li fa stare bene. Non è semplice riuscire a convincere una persona a spingere il tasto di un computer e a trasferire sul tuo conto migliaia di dollari». Su questo non c' è ombra di dubbio.

Eppure in tante ci riescono. Ma non sempre gli schiavi sono miliardari che possono permettersi spese folli.

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Perché se è vero che molti money slave sono economicamente abbienti, è altrettanto vero che in questa nuova forma di dipendenza ci può finire chiunque. Anche semplici impiegati con moglie e figli, che tolgono denaro alla loro famiglia per regalarlo a una donna che neanche conoscono. E lo fanno per un motivo assurdo: «Ormai mi sento parte della famiglia, mi prendo cura della mia padrona. Io con lei mi sento me stesso, posso dire quello che penso, mi sento accettato», ha dichiarato uno schiavo alla stessa emittente televisiva, spiegando di aver abbandonato moglie e otto figli.

 

Ma nonostante tutto gli affari vanno avanti, anzi crescono in modo esponenziale. E così a Roma una mistress di 26 anni «viziata ed esigente cerca money slave per sessioni reali», su richiesta anche con un' amica. E per evitare di perdere potenziali clienti pubblica anche il suo numero di cellulare privato. Mentre su un altro forum Fabrizio ci fa sapere che questa è per lui «la dominazione più appagante e umiliante, una goduria totale».

 

Mentre una signora che si autodefinisce Lapadrona si offre: «Volete una padrona pronta a sfruttarvi, umiliarvi e a farvi sentire buoni a nulla? Sono quella che fa per voi, contattatemi». In un altro sito di annunci, sotto la sezione «lavori da casa», una ragazza di Pisa scrive: «È la regina dea miss Eva che vi parla! Inchinatevi e fate da stupidi bancomat slave. Non sarete mai alla mia altezza, sempre striscerete per terra vermiciattoli. Sono pronta a offendervi e umiliarvi fino a farvi piangere!».

Non sappiamo come sia nata questa devianza erotica o se sia sempre esistita, gli psicologi la riconducono processo formativo e, in particolare, al rapporto con la madre. Quello che è certo è che il Web l' ha messa alla portata di tutti. Portafoglio permettendo.

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