“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi (http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)
la repubblica, pene per chi truffa i borseggiatori
Dal sito della Repubblica: «È solo una delle tante norme del nuovo decreto sicurezza che il consiglio dei ministri ha approvato questo pomeriggio e che segna l’aumento consistente delle pene anche per chi truffa gli anziani o aggredisce esponenti delle forze dell’ordine o borseggiatori». Giusto! È ora di farla finita con quelli che picchiano i ladri.
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Didascalia dal Fatto Quotidiano: «Berlinguer con Giuliano Ferilli, papà di Sabrina». Peccato che nella foto non compaia affatto il padre dell’attrice Sabrina Ferilli, bensì il giornalista Maurizio Ferrara (1921-2000), che fu corrispondente da Mosca e direttore dell’Unità, nonché senatore, e mise al mondo due maschi: Giorgio Ferrara (1947-2023), regista e direttore artistico del Festival dei Due Mondi di Spoleto, e Giuliano Ferrara, giornalista, fondatore del Foglio, ex europarlamentare e ministro per i Rapporti con il Parlamento nel primo governo Berlusconi.
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Dal Corriere della Sera: «Alessandra Ferri è nata a Milano il 6 maggio 1963». Didascalia della foto soprastante: «Ferri e Baryshnikov nel film “Giselle” del ’67». Precoce.
il fatto quotidiano, ferrara senior diventa il padre di sabrina ferilli
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Titolo dal sito del Quotidiano Nazionale: «Ultim’ora. Pedone investito a Milano da mezzo pirata, gravi conseguenze». Fosse stato investito da un pirata intero, non ne sarebbe uscito vivo.
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Da Libero: «No, non sarà pornografia. Ma nudo aristico. Quello che Carol Alt ha deciso di mostrare su Onlyfans dopo una carriera come Top model – e che Top – durata più di 45 anni ma della quale, come lei stessa ha raccontato, non aveva il controllo». Pensiamo che non c’entri l’arista di maiale. La notizia così prosegue: «Per questa nuova pagina della sua vita, uno dei siboli della bellezza degli Ani Ottanta, ha deciso di fare da sola». Che culo!
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il riformista, titolo psichiatrico
Titolo dal sito del Riformista: «Gli attacchi del 7 ottobre, i piani e gli orrori di Hamas: “Arrivare in Cisgiordania, aperta pancia a donna incinta”». Urge un’altra riforma sanitaria, con particolare riguardo per i nuovi reparti psichiatrici: le redazioni.
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Sul sito del Corriere della Sera, Marilisa Palumbo descrive così Antony Blinken, il segretario di Stato americano: «Il diplomatico dal volto umano, che però nella più classica tradizione dell’internazionalismo liberale si è spesso schierato a favore di interventi militari: “con” Biden sull’Iraq nel 2003, “contro” Obama e a favore di un maggiore coinvolgimento in Siria». Apprendiamo con sorpresa che Joe Biden, eletto nel 2021, è già da 20 anni presidente degli Stati Uniti.
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Serenella Bettin sulla Verità torna a occuparsi della tragedia del bus precipitato da un cavalcavia a Mestre e, in particolare, delle «immagini di un video ripreso nei momenti dello schianto alla “smart control room”, sistema di monitoraggio integrato, del comune di Venezia». Il pullman si è schiantato nella sala di regia? Bettin aggiunge: «Subito dopo l’autobus si spiega e sprofonda di sotto». Eloquente.
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Il Corriere della Sera informa che è stato identificato il presunto autore delle scritte antisemite apparse a Milano: «Si tratta di un 56enne italiano, residente a Corsico, dipendente di disinfestazioni». Ogni giorno spuntano nuove droghe.
corriere della sera, nata nel 1963, in scena nel 1967
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Incipit del servizio di Daniele Raineri, inviato della Repubblica a Tel Aviv: «Lo Shin Beth, l’intelligence israeliana che si occupa dei problemi di sicurezza interni, ha creato un’unità che si chiama Nil – Netzach Ysrael – e ha il compito di uccidere tutti i membri di Hamas che hanno partecipato ai massacri del 7 ottobre nel Sud di Israele». Acronimo sbagliato. Quello corretto è Nili, cioè «Netzah Yisrael Lo Yeshaker», che significa «L’Eterno di Israele non mentirà», versetto (15, 29) tratto dal Primo libro di Samuele. La Nili in origine era una rete di spionaggio filobritannica, che, sotto la guida del famoso agronomo Aaron Aaronsohn, operava nella Palestina dominata dall’Impero ottomano, durante la prima guerra mondiale. Nili è anche il titolo di un romanzo edito da Mursia, in cui Massimo Lomonaco, corrispondente dell’Ansa da Tel Aviv, racconta le avventurose vicende dell’organizzazione spionistica ebraica.
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L’inviato del Corriere della Sera in Israele, Lorenzo Cremonesi, intervista lo storico Tom Segev. Gli chiede: «L’errore più grave del premier?». E gli fa pronunciare la seguente frase su Benjamin Netanyahu: «Credere di poter convivere con Hamas, lavorando per indebolire l’Autorità palestinese in Cisgiordania in nome del principio del dividi et impera». La massima di origine ignota, che descrive la strategia dell’Impero romano basata sulla divisione dei sudditi per meglio dominarli, è «divide et impera», dividi e comanda. Poiché da quelle parti duemila anni fa comandavano i Romani, al punto che misero in croce Gesù Cristo, lo storico Segev dovrebbe conoscerla. E il giornalista Cremonesi pure, visto che è nato a Milano, capitale dell’Impero romano d’Occidente dal 286 al 402 dopo Cristo.
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Commentando sul Foglio la vacuità di papa Francesco sulla scena internazionale, Giuliano Ferrara afferma con ragione che «si sente la riduzione a agenzia di buone intenzioni ineffettuali di ciò che è stata, con tutti i suoi errori e i caratteri non ripetibili, la funzione per il mondo dei papati giovanpaolini e ratzingeriani». Il fondatore del quotidiano sta forse alludendo ai pontificati dei due Giovanni Paolo? E forse ci sono stati due papi Ratzinger? Naturalmente no, date la brevità di quello del primo, che assunse il doppio nome, e la circostanza che di Joseph Ratzinger ce n’è stato uno solo, purtroppo. Allora era meglio scrivere «dei papati giovanpaolino e ratzingeriano».
quotidiano nazionale, mezzo pirata
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Dall’Ansa: «L’intenzione di Hamas il 7 ottobre scorso non era solo uccidere e catturare il maggior numero di israeliani ma innescare un conflitto che avrebbe divamapato in tutta la regione». Dando per scontato che un refuso abbia storpiato il verbo, facciamo tuttavia notare che divampare richiede come ausiliare essere, non avere.