Barbara Costa per Dagospia
Elezioni USA 2024: per chi vota il porno? Trump o Harris? Butta male da tutt’e due le parti! Democratica e Repubblicano ce l’hanno col porno, non lo possono soffrire, e glielo fanno sapere. Se Biden, bontà sua, era un porno laissez faire, e lo assicurava, “i lavoratori del sesso (chiunque nel porno, o se prostituta/o, senza magnaccia) sono da rispettare e da tutelare”, la miracolata Kamala, la liberale Harris, ha tolto tale punto dalla piattaforma democratica.
Non c’è da meravigliarsi: Kamala è una bacchettona anti porno e anti prostituzione, per lei far servizio sessuale non è volontaria scelta privata, ma sempre “costrizione e sfruttamento”. La progressista Harris sul lavoro sessuale è preistorica: dice che “ogni donna che vende il suo corpo è una vittima”. Harris non afferra che vi siano persone emancipate lavorando nel sesso e col sesso, peggio, lega porno e prostituzione, e peggio ancora, sostiene sia settore solo di donne.
E tutti i maschi, e trans, che campano col sesso? E che sul lavoro porno, o sulla prostituzione legale in Nevada, ci pagano le tasse, cioè il lauto stipendio di Kamala? Stipendio da presidente, se eletta, a tutt’oggi da vice, e prima da senatrice, e ancora prima da procuratrice. Harris è tra i procuratori che più ha perseguito (perseguitato) squillo e clienti, finché è entrata ridente al Senato, a Washington, con una nuova idea: le squillo vanno lasciate stare, però vanno incarcerati i loro clienti, perfino tramite delazione!
Se andiamo in campo repubblicano, peggio mi sento: si potrebbe pensare che Donald Trump, riconosciuto sc*patore di porno star, sia dalla loro parte. Non sembra proprio. Benché Trump lo abbia smentito, “non lo conosco, non c’entro né voglio entrarci”, sul suo programma elettorale pesa il "Progetto 2025", 922 pagine che, tra l’intenzione di fare un repulisti dei funzionari infedeli, e la lotta all’aborto con vendita di pillole abortenti inclusa, vuole che alla pornografia tutta sia tolta la protezione del I Emendamento, che sia bandita dal web e fuori e che il porno sia cancellato del tutto e per sempre dagli USA.
trump celebra lgbt pride month
Trump ha un bel dirsi estraneo al Progetto 2025, ma è roba Heritage, influente think thank destrorso, nonché Progetto ideato da, dicono, 12 ex membri del I mandato Trump.
Se Trump è stato il primo presidente USA che ha riconosciuto e festeggiato il "Gay Pride Month", alla Casa Bianca, e può contare su frange LGBT+ che, dio sa come, lo amano e lo votano, ignorate dai media, Kamala Harris non si perde l’annuale sfilata Gay Pride mano nella mano col marito Douglas. Basta vi siano telecamere a coprire la loro gioia alla causa.
Ma per Kamala, come per il suo vice Walz, e come per il vice di Trump Vance, la famiglia “etero” è sacra, fondamento sociale non criticabile. Però se Trump, almeno fino a ora che scrivo, coi suoi 3 matrimoni e 2 divorzi e intermezzi da single trapanatore, sulla sacralità della famiglia se ne sta zitto, Kamala no: i suoi social rigurgitano di post smancerosi su quanto sia “momala” (così svenevolmente la chiamano i due figli di primo letto del marito).
Ma Kamala, con un marito che ha cornificato la sua prima moglie con la baby sitter mettendola pure incinta di un feto abortito, che ha da "insegnarci" sulla sacralità della famiglia? Kamala, che si batte contro i predatori sessuali, non ha ripudiato i soldi che il predatore sessuale Harvey Weinstein in passato le ha dato per farla eleggere al Senato. E non se li ricorda, i soldi che le ha dato lo stesso Trump, per farla eleggere procuratrice?
kamala harris e marito al gay pride (2)
E infine: chiunque dei due sia eletto, è ora che metta su una severa e decente legislazione web.
Sia Harris sia Trump sono a favore di una legge che pone i proprietari dei siti responsabili di quello che gli utenti sui siti ci fanno. Posizione controversa, perché mica è sempre vero che io, proprietario, sia a conoscenza di conseguenza responsabile delle azioni pur criminose di chi, adulto e senziente, sul mio sito ci fa.
Se io, criminale, uso il telefono per progettare crimini, quale Stato condanna "anche" la compagnia telefonica? E se io, criminale, uso la posta per spedire bombe, lettere minatorie, quale Stato condanna "anche" sé stesso, favoreggiatore dell’invio? Trump e Harris vorrebbero colpire la libertà adulta di fare porno consensuale, e di venderlo a adulti paganti, vogliosi e consapevoli, “per proteggere i minori”. Peccato che non si proteggono i minori non affrontando i reati veri, gravissimi, che popolano il dark web.
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