Estratto dell'articolo di Claudio Plazzotta per "Italia Oggi"
La nuova casa di produzione di Lorenzo Mieli e Mario Gianani si chiama Our Films spa, con un capitale sociale di 102 mila euro controllato al 51% dal colosso francese Mediawan International société par actions simplifiée e al 49% dalla Prati srl (holding a sua volta posseduta al 50% da Mieli e al 50% da Gianani).
Prende quindi forma la nuova struttura promossa dai produttori Mieli (che adesso è nelle sale di tutto il mondo come produttore esecutivo del bel film Challangers di Luca Guadagnino) e Gianani dopo il loro addio al gruppo Fremantle a inizio 2024.
Our films è attiva dallo scorso 4 aprile, ha sede a Roma, con Mario Gianani presidente e Lorenzo Mieli consigliere. I francesi di Mediawan, che nel 2019 avevano già rilevato il 72% della casa di produzione italiana Palomar di Carlo Degli Esposti, quindi, pur avendo la maggioranza di Our Films si fidano ciecamente del talento dei due produttori italiani e lasciano fare a loro, senza mettere propri uomini di fiducia nel cda della neonata società.
Come si ricorderà, negli scorsi mesi era stata formalizzata la clamorosa uscita da Fremantle sia di Mieli, che era presidente di Fremantle Italia e a.d. della controllata The Apartment, sia di Gianani, a.d. della controllata Wildside. Sin da subito i due produttori avevano chiamato a sé, nella loro nuova avventura, sia Mauro Martani, ex coo e cfo di Fremantle media Italia, sia Dario Morelli, ex coo di The Apartment. [...]
Certo, qui stiamo parlando di eccellenze, con Mieli produttore ormai di livello mondiale e Gianani impegnato pure con la Be water (di cui è azionista con Guido Brera e Filippo Sugar) nello sviluppo della casa di produzione Be production. Però bisogna anche ricordare che, come più volte sottolineato su ItaliaOggi, per l’industria audiovisiva italiana si stia per concludere un periodo d’oro, iniziato nel 2019. [...]
Insomma, il settore che per alcuni anni è vissuto con piena occupazione e incrementi dei costi sulla Penisola a botte del 30% all’anno perché ogni professionalità era introvabile, adesso deve fare i conti con una inevitabile recessione, troupe e case di produzione che non lavorano, nuove società di produzione che non sanno che fare. [...]
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