Marco Giusti per Dagospia
Non è partito benissimo, almeno in Italia, con 284 mila euro e 40 mila spettatori in 401 sale, “Assassinio a Venezia”, terza incursione di Kenneth Branagh da regista e protagonista nel mondo di Hercule Poirot, il celebre detective belga creato da Agatha Christie. Stavolta, ambientato a Venezia come da titolo, con la solita valanga di star, si va da Tina Fey a Camille Cottin, da Jamie Dornan a Michelle Yeoh, da Kelly Reilly al nostro Riccardo Scamarcio nel ruolo di bodyguard di Poirot, il film, sceneggiato da Michael Green, punta più all’horror veneziano che al giallo.
Purtroppo, leggo che Peter Bradshaw del Guardian lo ha massacrato, solo due stellette e mezzo. Poco. Il mio amico Ciro Ippolito, che lo ha visto ieri alle 17 al Barberini, assieme a sei anziane signore, tutte con l’artrosi, si è annoiato. Film senza adrenalina. Dice anche che il poro Scamarcio recita le sue poche battute fuori campo e mentre tutti hanno i giusti primi piani da star, lui è quasi sempre inquadrato di spalle. Oppure gli si vedono i piedi. Ma perché gli attori italiani che godono in patria di buona reputazione si ostinano a cadere nelle trappole del cinema internazionale che li umilia con ruoli minori, camerieri, poliziotti, bodyguard, e scarsa attenzione? Ci cadono e ricadono sempre.
Secondo posto per “Oppenheimer” di Christopher Nolan, 188 mila euro, 23 mila spettatori in 364 sale, un totale italiano di 23 milioni 610 mila euro. Terzo posto per “The Nun 2”, 169 mila euro, 20 mila spettatori in 325 sale, un totale di 4 milioni 151 mila euro. “Io capitano” di Matteo Garrone è al quarto posto, 59 mila euro, 9.337 spettatori in 212 sale, un totale di 675 mila euro. La strategia è di aumentare piano piano le sale. Comunque mi sembra che regga bene la situazione, non facile, di film civile. In un momento, poi, che il problema migranti sembra davvero esplodere. E bene ha fatto il Papa a benedire l’operazione.
Tra i piccoli film italiani che avevano esordito a Venezia due settimane fa, vedo che è uscito “Una sterminata domenica”, ottima opera prima di Alain Parroni, un sub-Garrone sub-D’Innocenzo con un triangolo amoroso giovanile lui-lei-lui nella periferia romana coatta, che ha vinto il premio speciale di Orizzonti. Ieri era al 15° posto con 3.564 euro, 613 spettatori in 226 sale.
frammenti di un percorso amoroso
Il curioso “Frammenti di un percorso amoroso” di Chloé Barreau, documentario sulle ex e sugli ex della regista, attivissima sentimentalmente e sessualmente, magari un po’ infedele, è al 31° posto con 709 euro, 109 spettatori ma in una sala solo. Detto questo vi segnalo che “Ultima notte di Amore” con Piefrancesco Favino è uscito oggi in America. In bocca al lupo.
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