Il primo Natale di Ficarra e Picone
Marco Giusti per Dagospia
massimo popolizio ne il primo natale ficarra e picone
Dal cinepanettone al cinecannolo… La cosa che mi ha fatto più ridere, e che penso farà molto ridere anche il pubblico, riguarda i cannoli primordiali che un pasticcere di Agrigento dell’Anno Zero chiama “cilindroni”, perché hanno una vaga forma di cilindro. Non sono ancora buoni come quelli originali, basteranno pochi dettagli a dargli il giusto sapore… Falsità storica?
No, sostiene Salvo Ficarra, che davvero i cannoli esistevano da prima della nascita di Cristo. Basterebbe questa invenzione tutta siciliana per farci amare Il primo Natale, diretto e interpretato da Salvo Ficarra e Valentino Picone, che lo hanno scritto assieme a Nicola Guaglianone e Fabrizio Testini, e che lo hanno impostato, assieme al loro direttore della fotografia Daniele Ciprì e allo scenografo Francesco Frigeri, non solo come un viaggio nel tempo tra il comico e il drammatico, ma anche come grande film natalizio per tutta la famiglia, un po’ come un tempo erano i kolossal biblici tra Ben-Hur e La più grande storia mai raccontata.
il primo natale ficarra e picone
Ovvio che non si possano fare confronti con questi mammuth della Metro Goldwyn Mayer anni ’60, ma lo sforzo produttivo e creativo per realizzare un Anno Zero credibile con una Palestina ricostruita in Marocco dove farci muovere i due comici palermitani, si sente e mi sembra totalmente riuscito.
Anche perché non era affatto facile, specialmente per un film comico, dove quando si fanno i viaggi nel tempo si tende a arrivare a un effetto comicarolo immediato e non realistico. E invece non solo funziona come credibilità, ma è proprio questa credibilità a rendere più godibile la storia che si racconta e le gag dei due protagonisti. Mettiamoci anche che Massimo Popolizio è proprio un Erode sadico e cattivo da vecchio peplum, allora, nei Maciste e negli Ercole, gli attori di teatro avevano sempre i ruoli di cattivi e dovevano reggere l’intera struttura narrativa.
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Nella storia, Salvo, ladruncolo che cerca di rubare il bambinello del 600 alla chiesa di un paese, e Don Valentino, il prete del paese che cerca di rendere il più possibile realistico il suo presepe e sta facendo il casting per il ruolo di San Giuseppe quando si presenta, camuffato e con barba, Salvo, finiscono misteriosamente, grazie a un magico cespuglio, nell’Anno Zero, fra romani invasori, Erode e il suo esercito, gli Zeloti pronti a insorgere. Ci sono pure una bella vedova, Roberta Mattei, che piace molto a Salvo, e una guerriera Zelota pazza per Valentino. Ovviamente i nostri due eroi, malgrado le diverse tendenze, uno ladro e l’altro prete, finiranno per avere un ruolo attivo nella prima notte di Natale della storia cattolica.
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Per il pubblico italiano, dopo anni e anni di cinepanettoni è una bella svolta. Non rinnego certo il mio amore per la volgarità dei cinepanettoni di Boldi e De Sica, non sia mai, ma Ficarra e Picone ci portano verso un tipo di comicità assolutamente classica, penso certo ai Troisi e Benigni di Non ci resta che piangere, ma anche a Franco e Ciccio diretti da Lucio Fulci, e allo stesso tempo costruiscono un film vero e proprio che funziona al di là delle battute e delle situazioni più o meno buffe. Non ci sono le solite sgangheratezze da film comico, insomma, le aveva anche Non ci resta che piangere che pure faceva molto ridere. E non mancano, ovviamente, le battute sulla situazione attuale italiana.
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Da subito, con Salvo che di fronte alle immagini di barconi di immigrati in tv se ne esce con un “sono immagini che non vogliamo vedere più”, ma riferito alla qualità del televisore. Se L’ora legale era un grande film comico politico, che anticipava non poco il disastro politico italiano che ci sarebbe capitato in questi ultimi due anni, Il primo Natale vuole invece essere il grande film comico natalizio per tutti, senza fare né moralismi né lezioni, anche se certi viaggi della speranza ci riportino naturalmente all’attualità, ma con una grande attenzione alla costruzione del racconto cinematografico e alla ri-costruzione del senso del Natale cattolico.
Guardando il film senti il calore e la cura che i due comici siciliani hanno messo nel loro racconto. Senza però perdere mai una risata, una battuta, senza puzzare di sacrestia. Salvo ladro che si getta nel vuoto tipo Tom Cruise fa molto ridere, anche perché sbaglia sempre le misure della corda, ma fa molto ridere anche Don Valentino prete inseguito dalla donna guerriera. E quella dei cannoli è una trovata davvero fenomenale. In sala da giovedì 12 dicembre.
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