IL CINEMA DEI GIUSTI – “IL RITORNO DI CASANOVA” DI GABRIELE SALVATORES È UN GRANDE GIOCO DI SPECCHI. TRATTO DALL’OMONIMO TESTO DI ARTHUR SCHNITZLER, CHE QUI DIVENTA UN FILM NEL FILM. CIOÈ L'OPERA CHE UN CELEBRE REGISTA ITALIANO, IL “MAESTRO” LEO BERNARDI INTERPRETATO DA TONI SERVILLO, HA GIRATO CON UN ATTORE CHE È UNA SORTA DI SUO DOPPIO FELLINIANO, FABRIZIO BENTIVOGLIO – SALVATORES ESAGERA, COL MOSTRARE SERVILLO IN MUTANDE E CIAVATTE, PER POI FARGLI SCOPARE SOTTO LA DOCCIA, IN PIEDI... – VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

il ritorno di casanova di gabriele salvatores - locandina il ritorno di casanova di gabriele salvatores - locandina

 

I giovani vanno veloci. Chiuso in una sala vicino casa con altri dieci signori della mia età, ma forse anche meno giovani di me, sono andato a vedere con interesse il nuovo film di Gabriele Salvatores “Il ritorno di Casanova”. E con la giusta preparazione, visto che è in parte tratto dall’omonimo testo di Arthur Schnitzler, già portato sullo schermo da Pasquale Festa Campanile nel 1978 con Giulio Bosetti, Mirella D’Angelo, Francesca Marciano protagonisti.

 

In realtà, nella sceneggiatura ideata da Salvatores assieme a Umberto Contarello (amici fin dai tempi di “Marrakesh Express”), l’opera di Schnitzler è solo un film nel film, cioè il film che un celebre regista italiano, il “maestro” Leo Bernardi di Toni Servillo, ha girato con un attore che è una sorta di suo doppio felliniano (nonché salvatoresiano), Fabrizio Bentivoglio, e ora sta montando per l’imminente Mostra del Cinema di Venezia, assieme al fido Gianni, un ottimo, umile e credibile Natalino Balasso, ma che rispecchia, e qui sta la difficoltà della costruzione del doppio intreccio, in tutto e per tutto il suo stesso momento di invecchiamento e i suoi profondi sentimenti sul sesso, l’amore e la vita.

 

fabrizio bentivoglio in Il ritorno di Casanova fabrizio bentivoglio in Il ritorno di Casanova

Spalle al muro! Come Casanova, neanche Bernardi/Servillo sa come uscire dalla ricerca continua della passione, il cinema, e entrare finalmente nella vita reale. Magari accettando di vivere “per sempre” con la giovanissima fidanzata contadina Silvia, Sara Serraiocco. Ma questo significherebbe per lui, a 63 anni, anche uscire dal narcisismo costante, dall’amore solo per se stesso, dall’incapacità di donarsi davvero a qualcuno.

 

fabrizio bentivoglio e toni servillo in il ritorno di casanova fabrizio bentivoglio e toni servillo in il ritorno di casanova

Inoltre sa che non ci sono sconti sull’invecchiamento, sia di quello fisico che di quello creativo. Coi giovani registi che ti sfidano continuamente (“Ho visto tutti i suoi film” – “Si vede che non li ha capiti”).

 

La parte migliore del film di Salvatores è nel continuo corpo a corpo tra il testo di Schnitzler, e quindi il mito di Casanova, e la costruzione del racconto che ne ripete le gesta nel mondo contemporaneo del suo arrogante e infantile regista. Per fare questo ha dalla sua un bel numero di bravi attori, le giovani Sara Serraiocco e la meno palpitante Bianca Panconi, e attori storici amici, come Elio De Capitani, Ale e Franz, Antonio Catania nei panni del produttore massacrato dalle indecisioni del regista.

 

fabrizio bentivoglio in il ritorno di casanova fabrizio bentivoglio in il ritorno di casanova

Film per signori ormai non più così giovani che possono riconoscersi nelle rughe di Bentivoglio e nelle stravaganze di Servillo, offre ai suoi due protagonisti due bei ruoli di maschi stagionati in profonda crisi che non vogliono arrendersi al passare del tempo. Ma, francamente esagera, col mostrare Servillo in mutande e ciavatte per poi fargli scopare sotto la doccia, in piedi, come non si faceva dai tempi di Brando-Schneider in “Ultimo tango a Parigi”, la giovan Sara Serraiocco. Senza per questo minimamente dubitare delle capacità di Servillo, sia ben chiaro.

 

toni servillo in il ritorno di casanova toni servillo in il ritorno di casanova

E esagera ancor di più col duello finale di Casanova/Bentivoglio nudo col coso di fuori che sfida il giovane tenente Lorenzi, Angelo Di Genio, anche lui col coso di fuori, ma ben più giovane. Per fortuna con Natalino Balasso si ferma alla canotta anni ’50.

 

Divertente l’uso del bianco e nero per la realtà di oggi e del colore per il film nel film, Salvatores seguita qui a ragionare, come in “Comedians”, e come in tanti altri suoi film, sulle variazioni continue e sulle riletture di testi più o meno teatrali. Arrivando così a una realtà che è sempre parte del gioco di specchi. In sala.  

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