Marco Giusti per Dagospia
Bentornati vecchi cinéphiles! Oggi sembra davvero impossibile. Ma ci fu un tempo che le copie dei film si muovevano da sala a sala e da città a città trasportati in bicicletta o in motorino.
In questo divertente, ma anche politico nuovo film di Zhang Yimou ambientato negli anni della Rivoluzione Culturale, “One Second”, presentato a Berlino nel 2019 e pochi mesi fa a Roma, appena uscito in sala da noii, c’è un film, un vero film epico cinese, “Eroici figli e figli”(“ Ying xiong er nü”) di Zhaodi Wu del 1964, che viene spostato in moto nel deserto dall’unità numero 4 all’unità numero 2.
Nell’unità numero 2, sperduto villaggio nel deserto, lo attende il proiezionista locale, detto Mister Film, che non ha mai sbagliato una proiezione. Ma qualcosa va storto, perché rotta la moto, il film, trasportato da un rozzo contadino, ha perso un rullo per strada e la pellicola si è tutta sporcata e aggrovigliata. Il rullo non conteneva, attenzione, parte del film, ma, cosa ancor più importante, il cinegiornale n.22 dedicato al glorioso Presidente Mao e al suo viaggio nelle campagne.
Così Mister Film mette in piedi coi cittadini dell’unità numero 2 un sistema per ripulire la pellicola e poi poter proiettare il film. Ma la cosa che interessa di più al protagonista di “One Second”, lo spiritato Yi Zhang, è vedere il cinegiornale, perché gli hanno riferito che lì compare pure sua figlia che non vede da tempo. Alla ricerca del film già nell’Unità numero 4, il misterioso personaggio, fuggito chissà da dove, si è scontrato con Liu, una buffa ladra di pellicole, Liu Haocun, poverissima orfana che vive insieme al fratellino nell’Unità numero 2, e cerca di costruire una lampada proprio coi pezzi di pellicola.
Visivamente molto ricco e costruito con grande inventiva, tutta la prima parte sulle dune sembra una vecchia comica del muto, non è solo un ritorno al cinema ai tempi del Presidente Mao e delle proiezioni nei posti più impossibili della Cina, è anche un ritratto di un paese che le autorità non devono aver visto così edificante, benché tratto da un romanzo di una scrittrice importante come Geling Yan, che Zhang Yimou, ma anche Ang Lee, Chen Kaige e Joan Che hanno già portato sullo schermo. Inutile dire che tutto il film è una sorta di atto d'amore per il cinema che fu e per il suo pubblico, una specie di "Nuovo cinema Paradiso". Molto divertente e molto originale. In sala.
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