IL CINEMA DEI GIUSTI - “POLI OPPOSTI” DI MAX CROCI E’ LA COMMEDIA SOFISTICATA ALL’ITALIANA: LUCA ARGENTERO E SARAH FELBERBAUM CHE NON SI PIACCIONO E ALLA FINE SI INNAMORANO - LO HANNO SCRITTO IN SEI MA NON CI SONO BATTUTE ORIGINALI SE SI ESCLUDE UN NOTEVOLE “C’È FIGA?”

La cosa più interessante, a parte il gioco sul genere sentimentale, è il fatto che tutti scopino tranquillamente mentre i sentimenti procedono - Così lui ha una storiella con l’amica di lei, una rossa produttrice tv, Grazia Schiavo, mentre lei ha una storiella con un tanguero finto argentino in realtà veneto…

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Marco Giusti per Dagospia

 

POLI OPPOSTI POLI OPPOSTI

Vai con la commedia sofisticata all’italiana. Lui e lei non si piacciono per nulla, ma alla fine nascerà l’amore. Più o meno è questa la storia della prima commedia sentimentale dell’anno interpretata dai supercarini Luca Argentero e Sarah Felberbaum, Poli opposti, opera prima di Max Croci, lungo passato da cortista (20 titoli) con buoni titoli e buoni cast (Ambra, Carla Signoris, Crozza) e da documentarista legato al cinema di genere, anche se questo sembra più un film di produzione, la Rodeo Drive di Marco Poccioni e Marco Valsania, che d’autore, visto che vanta ben sei sceneggiatori, da Gianluca Ansanelli e Tito Buffulini, anche soggettisti, a Antonello Deleo, Roberto Burchielli, Mauro Graiani, Riccardo Irrera e Paolo Logli.

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Segno che, almeno presumo, il film è stato a lungo pensato, scritto e riscritto in attesa di veder luce. Come nella precedente commedia della stagione, meno sentimentale e molto meno sofisticata, Tutte lo vogliono, anche qui sei sceneggiatori non producono tutte queste situazioni e battute originali. Se si esclude un notevole “C’è figa?”, detto dal vecchio padre di Giampaolo Morelli alla festa del figlio.

 

Ma c’è una certa grazia nella costruzione del racconto e nella direzione degli attori, segno che Max Croci ha cercato di rifarsi un po’ a modelli classici e meno classici, un percorso che va da (diciamo…) George Cukor a Rob Reiner, anche se poi si scontra con la nostra dura realtà produttiva.

 

Che significa, alla fine, che un po’ per costruzione visiva e un po’ per modello produttivo, questi film medi sembrano tutti uguali, con le luci a giorno, le musiche di supporto, ecc., e ciò che interessa ai produttori è soprattutto inserire nel nostro mercato una commedia romantica per venticinque-trentenni come da precisa richiesta di mercato.

 

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Da parte sua, però, Croci e i suoi protagonisti ci mettono una certa verve e una certa eleganza. Stefano e Claudia, cioè Luca Argentero e l’incantevole Sarah Felderbaum, abitano e lavorano sullo stesso pianerottolo e si detestano.

 

Lui è uno psicoterapeuta per coppie in crisi, lei è un’avvocatessa divorzista. Lui si è appena lasciato con una moglie antipatica, l’arcigna Anna Safroncik, lei ha un figlioletto grasso, Riccardo Russo, avuto da un uomo sposato. Scoprono, grazie a Giampaolo Morelli, amico di lui e fratello di lei, che si conoscevano da piccoli, quando Stefano era grasso e Claudia era la sua unica amica. Ahi! Come se non bastasse il figlio grasso di lei diventa un simpatico accollo per lo psicoterapeuta. Si innamorano, poi c’è un quiproquo e tutto finirà bene.

 

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La cosa più interessante, a parte il gioco sul genere sentimentale, è il fatto che tutti scopino tranquillamente mentre i sentimenti procedono. Così lui ha una storiella con l’amica di lei, una rossa produttrice tv, Grazia Schiavo, mentre lei ha una storiela con un tanguero finto argentino in realtà veneto. Segno che i tempi di Cukor sono finiti. Due momenti stracult per la cronaca, la coppia Morelli-Elena Di Cioccio, già presentatori di Stracult Show e Sarah Felderbaum che canta “Cocktail d’amore”. In sala dall’8 ottobre. 

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