Marco Giusti per Dagospia
Sei uno scrittore, nessuno ti pubblica e hai deciso di finirla? Anzi, hai deciso di finirla e ci hai già provato nove volte a suicidarti e seguiti a fallire anche in questo? Niente paura. Ti puoi rivolgere a una società di killer professionisti nel suicidio assistito. Pam! Pam! E’ una tipica commedia nera inglese questo Morto tra una settimana… (o ti ridiamo i soldi), scritto e diretto da Tom Edmunds, regista di corti e già aiuto di Anthony Minghella alla sua opera prima, interpretata da il giovane Aneurin Barnard come aspirante suicida e dal geniale Tom Wilkinson come vecchio killer pronto a andare in pensione col suo ultimo lavoro.
In realtà sarebbe andato tutto liscio se il protagonista, il giovane William, proprio dopo aver firmato il contratto col killer, non avesse incontrato non solo l’amore della sua vita, Freya Mavor, ma anche la casa editrice pronta a pubblicare il suo libro. E, allora, perché uccidersi o farsi uccidere? Solo che, una volta firmato il contratto, non si torna indietro, è poco professionale. Il killer deve finire il suo lavoro. E William e la sua ragazza iniziano a scappare. E iniziano i morti casuali.
Parecchi. Sono piccoli incidenti sul lavoro. Leggero, ma divertente, molto inglese, con un tipo di umorismo che in un film italiano nessuno apprezzerebbe, il film di Edmunds è piaciuto abbastanza al pubblico italiano alla recente Festa di Roma, molto meno ai critici inglesi che lo hanno massacrato. E’ vero che nemmeno la grande maestria di Tom Wilkinson riesce a farci scordare certe banalità di sceneggiatura, ma qualche risata te la fai. Fra le critiche più divertenti quella che allude al disastro del film al botteghino: “Morirà in una settimana e tu rivorrai i soldi indietro”. In sala dal 22 novembre.