LA CITTA’ SI SPEGNE IN UN ISTANTE – NATALIA ASPESI E LA VITA DIMEZZATA NELLA MILANO SENZA NOTTE - "CREDO CHE GLI INCOSCIENTI SIANO UNA PICCOLA MINORANZA RUMOROSA E DISPERATA. CERTO GLI OBBLIGHI SGRADEVOLI SONO NECESSARI, MA PERCHÉ NON PROVARE ANCHE A DARE FIDUCIA A CHI SE LA MERITA? NON PROIBIRE SOLTANTO, MA CONVINCERE, OTTENERE, FARSI DEGLI ALLEATI. SI DEVONO CONVINCERE FEDEZ E FERRAGNI, CHE SPIEGANO MEGLIO DI TANTI PROFESSORONI CHE COLLABORANO ALLA DISTRUZIONE DEL PAESE CON LA LORO VANAGLORIA…"

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NATALIA ASPESI per la Repubblica

 

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Minacciata dal medico in quanto ultravecchia, non esco da settimane, il mio coprifuoco è totale, la gentile signora che fa andare la mia lavastoviglie e prender aria al gatto sa che se si avvicina a me a meno di un bel po' di metri deve mettere la mascherina casalinga, mentre se esce a far la spesa o per la sua passeggiata nelle strade dello shopping, mette sulla bocca una specie di materasso;

 

i miei nipoti quando vengono quotidianamente a constatare la mia sopravvivenza mi urlano notizie da un'altra stanza e mi regalano nuovi guanti di plastica, nuove mascherine sempre più bizzarre, nuovi disinfettanti alla menta o al cetriolo, perché, per fortuna, inventiva e commercio da noi non si arrestano mai.

 

Sapere quindi che i lombardi, i milanesi, in realtà quasi tutto il mondo (in Francia per esempio dalle 21) devono tapparsi in casa dalle 23 alle 5 del mattino, mi lascerebbe egoisticamente indifferente se non ci fosse, almeno nei siti ma anche in alcune piazze e su certa stampa ghigliottina, la ribellione contro la dittatura sanguinaria tipo Pol Pot del governo, e meno male che adesso per la Lombardia, per Milano,

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la decisione l'ha presa il confusionario e macilento governatore, che essendo leghista è protetto dal segretario del partito, attualmente impegnato a segnalare l'arrivo quotidiano di milioni di immigrati infetti (dopo gli italiani?) e a sostenere Trump indossando una mascherina prendingiro (i mascherati per convinzione): e il buonuomo, diventato star di un massacrante Report, si è comunque gravato di una dura responsabilità: soprattutto politica.

 

Milano senza notte, la Lombardia senza fiere, alberghetti d'amore, matrimoni sontuosi, ricevimenti della 'ndrangheta e tutte le sue attrattive notturne. Mi vengono in mente i coprifuoco del tempo di guerra, trascorsi nelle cantine difese da due assi, su cui anche il lancio di una sola bomba, ma pure di un mattone, avrebbe sepolto tutti: famiglie dai modi composti, bimbi giocosi, scambi di panini di carrube di indimenticabile cattiveria, occhiate dolci tra coinquilini zitelli.

 

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Altri tempi, altri italiani, altra educazione, in più la paura che se ti sfuggiva, governo ladro, finivi in galera. Siccome ormai l'unica forma di comunicazione del popolo e dei suoi idoli politici e mediatici è l'uso della parola "Vergogna!", poi la rabbia, l'insulto, lo sghignazzo, la minaccia, per puro divertimento ho scelto di essere il più odiosa possibile, cioè di porre educate domande a chi di dovere. Su Milano, sulla Lombardia, cancellate.

 

Perché anche i disciplinati se le pongono, e vorrebbero porle a chi di dovere, cioè ai responsabili dei provvedimenti che cambiano una decina di volte al giorno, a chi li diffonde con qualsiasi media: cioè a miriadi di categorie, dai governanti ai buontemponi, dai sapienti agli insipienti, dai buffoni (i più ascoltati) ai cuochi ingrassati, dai comici dimenticati a chiunque urli: tutti con la mascherina a cravatta, tanto loro sono immuni e gli altri si arrangino.

 

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A) Perché l'ultimo lockdown va dalle 23 alle 5 quando è ancora buio, quindi per tutta la notte oscura e minacciosa? Dura così tanto la movida, i movidisti non dormono mai, intasano le strade, si ubriacano, si attorcigliano uno all'altro, fornicano in gruppo? E sono migliaia?

 

B) Se è giusto proteggere i vivaioli che sin dai 15 anni escono di casa a mezzanotte, i genitori se non sono fuori anche loro, sospirano e tacciono, forse hanno qualche diritto alla salute anche gli stessi quindicenni e chi lavora anche se con mascherina, che stanno appiccicati nei mezzi di trasporto come ai tempi della manomorta, a meno che qualche virologo non ancora invitato in tv abbia scoperto che il ballonzolio di tram e autobus fa da vaccino.

 

C) La chiusura della grande distribuzione, almeno al sabato, potrebbe rilanciare gli amabili e ottimi negozietti di alimentari ma dove non ci sono e hai tempo per la spesa solo il fine settimana, ordini online e ti privi del piacere di scegliere, uno dei massimi divertimenti per anziani, contribuendo all'impoverimento del commercio,

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e alle strade tipo Beirut, con le saracinesche abbassate. Il problema quindi non è che bisogna cercarsi temporaneamente un divertimento diverso e per esempio la movida di vent' anni fa era andare al cinema e vedere due film di seguito, dipende dalle mode, ma la quantità di locali provocati dalla movida e dal cenare fuori, che moltiplicati, oggi si sentono in pericolo.

 

I giovani e meno giovano continueranno giustamente a uscire in cerca di Milano la Bella, per trovarsi in una Milano silenziosa, vuota, spenta, la città fantasma dei film di fantascienza, ma di quelli in bianco e nero, angosciosi, con l'assassino armato di ascia o il marziano gigante che sprizza fuoco.

 

Ogni provvedimento preso, in questo momento in cui i contagi tornano a moltiplicarsi, è necessario, ma ad aggravare l'inquietudine e la rabbia c'è il loro continuo cambiamento, il sovrapporsi delle spiegazioni, una idea di insicurezza, di vagare nel buio, quelle cifre quotidiane più volte al dì, che a furia di leggerle svicolanti come i tabelloni delle partenze aeree, perdono senso, e io per esempio non ho capito il rapporto tra tamponi e contagiati e non sempre mi ricordo cosa sia il Dpcm. Colpa mia ma forse anche altri non sono svelti come immagina chi sa.

Natalia Aspesi Natalia Aspesi

 

Eppure credo che gli incoscienti siano una piccola minoranza rumorosa e disperata, la sola che manda in sollucchero i telegiornali, in una città come Milano dove fino a quando sono uscita armata di minaccioso bastone, ho visto solo gente mascherinata, in fila distanziata davanti ai negozi, e in coda silenziosa agli ambulatori del tampone, pur dovendo stare anche un paio d'ore al freddo.

 

Certo gli obblighi sgradevoli sono necessari, ma perché non provare anche a dare fiducia a chi se la merita? Non proibire soltanto, ma convincere, ottenere, farsi degli alleati. Si sta tentando di tutto, in tutto il mondo, e in tutto il mondo cresce l'ansia e la paura, la confusione, la sfiducia:

 

ma c'è chi rinuncia alla Scala, ai teatri, al cinema, a frequentare biblioteche e musei e luoghi d'arte, persino, cosa molto grave, alla scuola, non solo alla movida, e quindi non solo bar e ristoranti rischiano gravi danni economici, ma anche la Scala, i teatri, le biblioteche, i musei e luoghi d'arte, con tutta la folla che ci lavora, e al futuro dei ragazzi.

 

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Siamo tutti colpiti, siamo tutti responsabili, per tutti la vita sarà più difficile, forse molto più difficile. Non si può più non sapere, sentirsi immuni, inventare terrapiattismi, ricorrere a Santa Rita, lasciarsi convincere che si tratta dei una questione politica, di governi. È incomprensibile che la nostra opposizione si serva del Covid per raccattare consensi, che non abbia l'intelligenza e la generosità di capire che una pandemia non ha colore se non quello della disperazione. Un articolo della Costituzione ci assicura la libertà di manifestare i nostri pensieri, un altro la tutela della salute nell'interesse collettivo.

NATALIA ASPESI NATALIA ASPESI

 

Niente censura ovviamente, solo un minimo di ritegno per non vergognarsi e lo chiedo a chi fa informazione in televisione o sui siti o su qualche giornaletto: invitare qualche volta in meno i beniamini dell'audience, evocatori di orchi, di mostri, di paranoie, di terrorismi, la fatica di cercare tra 60 milioni di italiani qualche vero sapiente educato e geniale nascosto in cupi dirupo.

 

Sono anni ormai che circolano in ogni canale e in ogni trasmissione i soliti personaggi diventati fantocci, e il risultato è che sempre più apparecchi restano spenti. Ci sono pure le massime celebrità del momento, quelle che hanno inventato i follower, adorati da milioni e milioni di ragazzi in tutto il mondo, e noi radicali anche se non chic scuotevamo la testa per la pochezza dei tempi.

 

chiara ferragni e fedez a roma 1 chiara ferragni e fedez a roma 1

E adesso una coppia di loro, Fedez e Ferragni, battono in intelligenza, eleganza e umanità certi professoroni che non scansi neppure alla prova del cuoco, e che collaborano alla distruzione del paese con la loro vanagloria.

 

Sono belli, sono giovani, sono eleganti, sono intelligenti, parlano bene, dicono cose intelligenti con calma e convinzione. Stanno aiutando il nostro paese, forse era meglio se l'iniziativa fosse stata solo loro, e forse lo è.

ferragni fedez ferragni fedez fedez ferragni fedez ferragni

 

 

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