1 - RAIWAY, LA POLTRONA DI PRESIDENTE VA A MARIO ORFEO
Dal “Fatto quotidiano”
Per il personale la Rai spende quasi un miliardo all' anno. Ovvero circa 950 milioni di euro per pagare 23.939 persone, di cui 12.039 dipendenti e 11.900 collaboratori. Solo tre anni fa erano poco più di 21 mila. Questi dati fanno parte di un documento della Ragioneria generale dello Stato e arrivano proprio nel giorno in cui il cda di Viale Mazzini vara il Piano di sviluppo delle risorse umane, che fotografa la situazione del personale e indica alcune linee guida.
La tv pubblica spende inoltre 80.873.000 l' anno per i contratti di natura artistica, mentre altri 4 milioni 100 mila vengono impiegati per servizi vari, come le consulenze legali. Il cda di ieri ha provveduto a nominare Alberto Matassino direttore generale, Roberto Ferrara capo staff dell' ad, Marcello Ciannamea coordinatore editoriale dei palinsesti, Roberto Nepote direttore marketing. Ma c' è anche una quinta nomina, di cui già si parlava: quella dell' ex dg Mario Orfeo a presidente di Raiway. Dalla Direzione Comunicazione sono state scorporate le relazioni istituzionali e quelle internazionali.
2 - RAI, L' AD SALINI MOLTIPLICA LE POLTRONE PER PLACARE I PARTITI DI MAGGIORANZA
Aldo Fontanarosa per “la Repubblica”
L'amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, si spoglia di una parte rilevante dei suoi poteri che trasferirà ora al nuovo direttore generale. L' incarico di direttore generale andrà ad Alberto Matassino, manager che arriva da una società infinitamente più piccola della Rai ( la Fandango, dove era general manager). E intanto che decide il nuovo assetto organizzativo, Salini moltiplica le poltrone e gli incarichi aziendali, quasi a sfamare gli appetiti dei partiti di maggioranza.
Fandango ha un valore della produzione - come a dire il fatturato - pari a 17,3 milioni di euro.
La Rai, invece, di 2,4 miliardi. Di colpo, Alberto Matassino viene catapultano dalla Serie D alla finale del Campionato mondiale di calcio. Salini lo indica, davanti ai consiglieri di amministrazione, come nuovo direttore generale di un colosso economico come la tv di Stato. Non ne giustifica la scelta, non ne deposita il curriculum. Precisa però che Matassino avrà poteri enormi. Mentre Salini ritaglia per sé il ruolo di super responsabile del prodotto editoriale, Matassino gestirà " di tutto di più". Avrà nelle sue mani - tre le altre cose - il Personale, il canone, i diritti sportivi, gli Affari legali, gli immobili, la finanza, gli acquisti, le sedi regionali ( oltre a quelle estere).
La carica di direttore generale conta come una poltrona in più.
Ma la Rai avrà anche un nuovo responsabile " della trasformazione". Figura che seguirà, passo passo, la realizzazione del Piano industriale a firma dell' ad Salini.
E proprio l' ad avrà sotto di sé dirigenti con incarichi di nicchia, dalle relazioni internazionali a quelle istituzionali, dall' Ufficio Studi alla Comunicazione.
In questa moltiplicazione di poltrone, Salini decide anche alcune nomine che sono nei suoi poteri. A RaiWay, la società delle antenne e della fibra ottica quotata in Borsa, lascia il presidente Raffaele Agrusti (manager di lungo corso). La presidenza della società viene offerta a Mario Orfeo, costretto a 9 mesi di inattività dopo aver lasciato la Direzione generale di Viale Mazzini. Orfeo entrerà in carica, se accetterà la proposta, dopo la ratifica dell' assemblea dei soci del 14 aprile. Altre nomine di Salini: ecco Roberto Ferrara approdare a capo staff, mentre Marcello Ciannamea diventa coordinatore editoriale dei palinsesti, e Roberto Nepote direttore del Marketing.
Il cda discute anche il nuovo Piano di gestione delle Risorse umane. Il Piano descrive un' azienda vecchia dove il 56,66% dei "funzionari quadri" ha tra i 51 e i 60 anni; e dove solo il 24% dei dirigenti è donna. Sul piano si sono astenuti la consigliera Rita Borioni ( di area progressista) e anche il consigliere dei dipendenti Laganà perché - dice « manca la trasparenza su nomine e progressioni di carriera». Laganà ha chiesto anche conto di come sono assegnati oltre 80 milioni di euro per incarichi e collaborazioni esterne.