1. IL PREMIO OSCAR DIVENTA UN PO' GRILLINO
Paolo Giordano per ''il Giornale''
L'Oscar per alzata di mano ci mancava. In crisi di ascolti e di interesse, la cerimonia degli Oscar cerca un ricostituente e lo annuncia rieleggendo come presidente John Bailey.
Nella prossima edizione, il 24 febbraio, sarà consegnata per la prima volta una statuetta al «miglior film popolare», categoria inedita che scatena un bel po' di polemiche. C'è da capirlo. Premiare un film perché ha fatto tanto successo e ha riempito le sale è, come ha fatto intendere anche Variety, un controsenso. Inventandosi questa nuova categoria, gli Oscar sostanzialmente si autosmentiscono.
Finora c'è stato il premio del mercato (gli incassi) ma anche quello della critica (gli Oscar e i Festival come Cannes, Venezia eccetera). Se il botteghino vale come un critico, si annulla un secolo di Corazzate Potemkin fuggite come la peste dalla massa di spettatori ma esaltate da cinefili talebani, anche loro a questo punto declassati a loggionisti tollerati solo perché in via di estinzione. Per capirci, a questo punto gli Avengers sarebbero in gara con La La Land o, per tornare al nostro passato, Giovannona Coscialunga disonorata con onore se la giocherebbe con Amarcord di Fellini o Ludwig di Luchino Visconti (tutti dello stesso anno) oppure L'allenatore nel pallone con C'era una volta in America di Sergio Leone.
Per carità, l'Academy deve ancora annunciare i dettagli di questa nuova categoria, che probabilmente avrà contorni meno netti e quindi risulterà essere sostanzialmente «solo» un'altra statuetta in più. Però, alla luce di quanto è stato rivelato finora, in sostanza ci sarà un Oscar grillino, individuato non dagli esperti e da chi davvero conosce il cinema. Ma da chi ne usufruisce come spettatore e quindi, manco fosse un referendum online come le parlamentarie del Movimento Cinque Stelle, guardando un film contribuisce a fargli vincere un Oscar.
Obiettivamente, capirete, è una inversione a U rispetto a un secolo di premiazioni cinematografiche, di verdetti tecnici, di grandi delusi e di registi di super nicchia gratificati dal quarto d'ora di popolarità. A proposito, Andy Warhol, uno che si intendeva di gusto popolare ma anche di cinema, probabilmente non sarebbe contento di questa scelta che mescola le carte ma non sembra una giocata vincente.
saoirse ronan timothee chalamet
Dopotutto, anche l'altro colpo di scena annunciato dall'Academy (la cerimonia di consegna durerà solo 3 ore per essere più ligi ai tempi tv) smantella l'impianto tradizionale dei premi cinematografici accettando i codici della tanto disprezzata televisione. Per farla breve, con l'Oscar al film popolare cade l'ultimo baluardo del cinema inteso come talento e competenza. E la prestigiosa statuetta diventa come il Campidoglio a Virginia Raggi: una scelta di pancia che si rivela un buco (non solo nell'asfalto).
2. OSCAR 2019, AGGIUNTA UNA NUOVA CATEGORIA PER PREMIARE I FILM PIÙ POP
Da www.tpi.it
“Il cambiamento sta arrivando agli Oscar. Ecco cosa dovete sapere:
- Stiamo ideando una nuova categoria per il successo nei film popolari.
- Abbiamo deciso di andare in onda in anticipo per il 2020: segnatevi il 9 febbraio nel calendario.
- Stiamo pianificando una messa in onda di tre ore più accessibile da tutto il globo.”
È questo il messaggio pubblicato ieri su Twitter dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences (in breve, The Academy), l’organizzazione statunitense che ogni anno consegna i premi Oscar.
A preoccupare e confondere i critici cinematografici e i cinefili di tutto il mondo è stato, soprattutto, il primo punto del messaggio. Difficile capire, infatti, cosa intenda l’Academy quando dice di voler creare una nuova categoria per i film pop e secondo quali criteri queste pellicole verranno considerate.
La manovra è legata alla volontà degli Oscar di rimanere “rilevante in un mondo che cambia”, dopo il drammatico calo di ascolti degli ultimi anni.
Ciò che è poco ma sicuro è che si tratta di un’ottima notizia per quei blockbuster dai budget giganteschi che riempiono le sale ma che raramente vengono premiati agli Oscar, se non con premi secondari come quelli per i costumi, gli effetti speciali o la colonna sonora.
Se non si sa ancora, allora, esattamente chi o cosa determini la popolarità di un film, è molto probabile che in questa categoria ricadranno i mastodontici film di supereroi Marvel ma anche gli altri franchise giganteschi, come quello di Harry Potter (che torna presto con il secondo film di Animali Fantastici e Dove Trovarli), Star Wars o Jurassic Park.
La linea di ragionamento dietro a questa manovra sembra essere quella di attirare spettatori casuali, forse non cinefili accaniti ma curiosi di scoprire quale dei loro film preferiti vincerà l’Oscar.
I critici di questa manovra fanno però notare che alcuni blockbuster come Titanic, Avatar e la trilogia originale del Signore degli Anelli hanno portato a casa, in passato, un gran numero di premi Oscar, dimostrando che anche senza una categoria pop, i grandi film sono già stati riconosciuti e premiati.
Il “premio Black Panther”
Una delle battute ricorrenti tra chi ha commentato la nuova categoria pop degli Oscar online è legata a un blockbusterin particolare che ha molto fatto parlare di sé quest’anno.
Si tratta di Black Panther della Marvel, che ha guadagnato oltre 700 milioni di dollari al botteghino ed è stato molto acclamato dalla critica per la rappresentazione innovativa delle persone di colore e una linea narrativa interessante e coinvolgente.
Ma ora, in molti pensano che Black Panther, ottimo candidato all’Oscar per il Miglior Film, potrebbe aggiudicarsi solo il premio per il film pop.
La scelta di creare una nuova categoria, infatti, è stata definita da molti come discriminatoria, in quanto sottintenderebbe che un film popolare e meno “artistico” non può in alcun caso competere con il genere di film che normalmente viene candidato all’Oscar per il Miglior Film.
La misura è stata percepita come “elitista” e dimostrerebbe proprio quella distanza dal “mondo reale” che l’Academystava cercando di eliminare, almeno a parole.
Certo, l’Academy ha puntualizzato che un film come Black Panther – generalista ma anche dal grande impatto culturale – potrebbe essere candidato sia per il Miglior Film che per il Miglior Film Popolare, ma secondo i critici la nascita della nuova categoria continua a dimostrare “quali film vengano ancora disprezzati”.
Un premio come quello al miglior film pop “prova che i membri votanti dell’Academy non vogliono spostarsi neanche di un centimetro dagli elaborati piedistalli che si sono costruiti, pur facendo delle concessioni alla masse”, scrive Helen Holmes sull‘Observer.
3. OSCAR AL MIGLIOR FILM POPOLARE, LE POLEMICHE
Estratto da www.quotidiano.net
UN OSCAR A VANTAGGIO DEI SUPEREROI?
Alcuni osservatori hanno fatto notare che la mossa dell'Academy risponde a una richiesta diretta della rete televisiva ABC, che trasmette la cerimonia di premiazione e che ormai da anni registra bassi indici di gradimento, soprattutto da parte dei telespettatori più giovani. Se sommiamo questa considerazione al fatto che Disney possiede Marvel e anche ABC, ecco pronta l'equazione: Disney vuole premiare i film di supereroi con un Oscar che altrimenti non vincerebbero, come, forse, nel caso di 'Black Panther' (discorso analogo varrebbe per la saga di 'Star Wars': Disney possiede pure Lucasfilm).
IL PRECEDENTE STORICO
Nel 1929, in occasione della prima cerimonia degli Oscar, esistevano due categorie che ricordano la distinzione inserita per l'edizione 2019: c'era Outstanding Picture (vinse 'Ali', diretto da William A. Wellman) e c'era Unique and Artistic Picture (vinse 'Aurora', di Friedrich Wilhelm Murnau). A partire dall'edizione successiva le due categorie furono unite e fino a oggi è stata assegnata solo la statuetta per il miglior film.
IL CINEMA INDIPENDENTE
Vale al pena di considerare un ultimo dettaglio: la creazione di una statuetta dedicata ai film popolari arriva dopo un'infilata di Oscar per il miglior film assegnati a pellicole precedentemente celebrate dagli Independent Spirit Award, quelli che premiano le produzioni indipendenti. Solo negli anni Duemila abbiamo avuto 'The Artist', '12 anni schiavo', 'Birdman', 'Il caso Spotlight' e 'Moonlight'. Per certi versi, i blockbuster avrebbero solo da guadagnarci, da un "Oscar popolare".
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