george harrison behind the locked door cover
Barbara Costa per Dagospia
“Sta pregando o sta sniffando?”, e “c’è f*ga in giro?”. Bastano due frasi per ammosciare un mito. Quelle che usa Graeme Thomson, nella sua "George Harrison. Behind The Locked Door", (Il Castello ed. ita), biografia del “mai stato quello tranquillo” dei Beatles. E dietro la porta chiusa a chiave, della vita di Harrison, che ci stava? F*ga, cocaina, fifa di vivere, dio in lamentazioni indiane, e ancora coca, “per tutta la sua vita, a intermittenza”, alcool a fiumi, canne “grosse come wurstel”, LSD “12 ore a trip”, più “otto/dieci canzoni entrate nell’immaginario collettivo, e altre otto di grande valore”.
Si pianti di pompare una favola, quella dei Fab Four, che mai è stata tale, anzi, per Harrison “è stata un orrore”. A mezza voce si è sempre detto, ma in questa bio si scrive nitido, che Harrison era “piagnucolone, noiosone, brontolone, fissato con la religione”, e da convertito “giudicante, didattico”, e un “retrogrado, culturalmente indietro, involuto, disconnesso dalla realtà”.
Però con attenuanti: se da adolescente dalla scarsa istruzione, destinato al massimo “a fare l’elettricista”, e che grazie al caso, o per dirla con Harrison, “a congiunzione cosmica a favore”, ti fai amico “sul bus 86” un certo Paul che ti presenta un certo John, e poi tutti e tre prendete nel gruppo un certo Ringo, e con le canzoni diventate “più famosi di Gesù Cristo”, ti guardi allo specchio… e non te lo spieghi.
george harrison pattie boyd nozze
Non ti basta suonare devoto la chitarra “con grazia innata” se ci stanno altri, che la sanno far vibrare più di te, e se sei tu che lo ammetti e per primo, “io il frontman… non lo so fare”, “io come autore sono lento e limitato nei testi”, e ti ritrovi “già vecchia gloria, a 33 anni”.
George Harrison, la sua fama, nei Beatles, è un enigma che si può anche risolvere così: una botta di c*lo. È per botta di c*lo che lui si è trovato nella band più illustre sulla Terra e non in una band altra, dove avrebbe vissuto e suonato più felicemente. L’esistenza di Harrison è stata un “continuo dramma esistenziale alla ricerca di un perché” di suddetta botta di c*lo che solo un arcimilionario in panciolle in una “magione di 120 stanze”, garage pieno di bolidi, elicottero a disposizione, servitù, “galoppini per donne e droga”, e soldi in banca che non ti sto a dire, può permettersi.
george harrison ringo starr paul mccartney
George Harrison perde la verginità “in tour a Amburgo, sopra uno dei letti a castello” dove sotto e accanto stanno gli altri Beatle, i quali “applaudono quando finì”. Tra i Fab è stato l’ultimo, a fare sesso la prima volta, ma il primo che “mi fa male il pisello”, cioè a beccarsi la gonorrea. George coi Beatles vuole finirla “già nel 1964, con la mostruosa quantità di soldi”. Dai Beatles vuole andarsene “già nel 1966”, ma rimane, “per lo stop ai live”, e disorientato dal menefreghismo di Lennon, “te ne vai? Ok, chiamiamo Clapton”.
george harrison ciao 2001 1973
Secondo Harrison, Cynthia, prima moglie di Lennon, “ha denti da cavallo”, Yoko Ono è malefica, “ha vibrazioni negative”, loro sicuro non sono come le donne scelte da Harrison, come lui prone ai guru, ma non solo: se stai con Harrison, tu, donna, “non devi lavorare”, devi stare “a casa in silenzio, a ricamare” e “a cucinare per me cibo indiano”. Come si vive con George chitarrista Beatles? Ci si alza “non prima delle 6, del pomeriggio”, ma George passa anche giorni interi “a trascendere, a meditare, a salmodiare mantra, ore e ore, e a sgranare preghiere”.
george harrison ciao 2001 1972
In casa Harrison sono bandite “le sedie, ci si siede sui cuscini”, e sono vietate “le posate, si mangia con le mani”, pardon, “solo con la destra, con la sinistra è vietato perché ti ci pulisci il c*lo”. George sposa Pattie Boyd “a 22 anni, l’età in cui si sposano i benzinai” (???, non l’ho capita), e Pattie con George è fedele alle idee santissime del santone Maharishi, colui che per Lennon era “un imbroglione, si sc*pava le ragazzine”. Ma Pattie non è con George quando lui “riversa ogni passione su Krishna”. Dio indù. “Io sono il servo del servo del servo del servo di Krishna”.
george harrison eric clapton pattie boyd
Sebbene tutti i santoni indiani venerati da “sua santità” Harrison pongano quale via sacra da seguire il no drugs e il no sex fuori dal matrimonio, ecco il sesso virtuoso di George marito di Pattie e poi di Olivia: “Le fan, bastava indicarle dal palco, e gliele portavano in albergo”. Lui “si considerava leader spirituale a cui sono dovute concubine”. Harrison seduce Charlotte Martin, fidanzata di Eric Clapton (e poi di Jimmy Page) e ci consuma “a casa, davanti a sua moglie Pattie”.
E la Martin era “la migliore amica di Pattie”! Nel 1974, George si porta a casa, ma stavolta Pattie non c’è, “Maureen, moglie di Ringo”. Per Lennon “è un incesto”. Sfiga vuole che Pattie rincasi, ed è lei che “gli bussa da fuori la porta chiusa a chiave”. E quando George invita a casa Ronnie Wood e la moglie, seduce mrs. Wood (che si toglie sfizi extraconiugali pure con Jimmy Page).
Che non si dia fiducia alla palla del triangolo Harrison-Pattie-Clapton: se Clapton si è innamorato all'istante di Pattie sposata Harrison, non si è dato all’eroina perché Pattie c’ha messo 6 anni a dargliela: è prima Harrison che dice “a Eric di prendersi Pattie”, affinché lui ci provi con Paula, sorella di Pattie cioè sua cognata!!! Eric rifiuta, George con Paula va in bianco, e con Paula ci va a letto Clapton.
Nel 1991 Harrison e Clapton vanno insieme in tour in Giappone. A Hiroshima si presenta “senza invito Lory Del Santo”, che non sta più con Clapton, ma che, con sollievo di Clapton, “che non la voleva proprio vedere, ha una liaison con Harrison di tre giorni”.
La p*ppa di George Harrison benefattore, il primo ad aver usato la musica per "migliorare" il mondo, col "Concert for Bangladesh"? Storie. Harrison “non c’è mai stato, in Bangladesh”, e i “10 milioni raccolti, non si sa quanti siano giunti a destinazione.
george harrison john lennon ballano
Sono andati persi”. Lui esorta alla solidarietà, dai palchi, e, nei backstage, non si fa mancare le groupie. Sul palco “catechizza contro le droghe, e nei suoi party la coca girava in bottiglie”. A “Sua eccellenza delle prediche”, non faceva così ribrezzo, “living in the material world”.
Quindi, alla fine, quale era il tuo “grave fardello”, Harrison? Jayne Mansfield “che mi tocca il pacco”? Il rock non è mai santo. Non può esserlo. Ci hai speso “una vita nel lusso” a non capirlo? Tu volevi esser chiamato “Hari Georgeson”, e ti offendevi “col pubblico, che mi burla”. La tua hit post Beatles "My Sweet Lord" è sp*ttanato plagio di "He’s So Fine", delle Chiffons. L’hai ripagata di “587 mila dollari”, e ringrazia il giudice USA, che è stato magnanimo. Te ne ha scontato 1 milione!!! Probabilmente era in aria di rielezione.
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