Luca Uccello per ilmessaggero.it - Estratti
La vita gli è sfuggita di mano. Gli è cambiata all'improvviso. E ora prega. Lo fa ogni giorno di più. «Da quando mi sono ammalato - confessa Costantino Vitagliano al settimanale Di Più - , mi sono riavvicinato a Dio. Lo invoco spesso. E gli chiedo sempre la stessa cosa: di veder crescere mia figlia. Non mi interessa altro».
La malattia
Parla con il cuore. Parla sapendo che la vita è una sola. «Nove mesi fa la mia vita è cambiata e le cose brutte della vita ti portano inevitabilmente ad avvicinarti al Signore». Lo ripete di continuo al settimanale diretto da Osvaldo Orlandini. I medici gli hanno diagnosticato una malattia autoimmune. Dovrà curarsi per tutta la vita e ora l'ex tronista di Uomini e Donne si sta sottoponendo a una cura sperimentale. «Devo prendere una pastiglia alle 8, fare un’iniezione alle 14 e poi, di nuovo, una pastiglia.
Sono sotto cortisone e non devo fare sforzi. Da molti mesi la mia vita è così: faccio due esami del sangue al mese». Però «sembra che la terapia stia funzionando».
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La morte dei genitori
Costantino negli ultimi anni, racconta, di aver vissuto momenti di forte stress: «Problemi sul lavoro, la morte dei miei genitori. E quando muoiono le persone care attorno a te, ti cede la terra sotto i piedi. Prima, ho detto addio a mia madre e poi, durante la pandemia, anche a mio padre, che si è lasciato andare. Non sapeva stare senza mamma». La malattia dei due genitori li ha ravvicinato a Dio. «Ho iniziato a pregare, pregavo sempre. Speravo che, attraverso le preghiere, mamma guarisse. E quando la mia dolce mamma non ce l’ha fatta, ho chiesto a Dio: “Che cosa ti ho fatto? Non sono un cattivo ragazzo”».
Al collega Lucio Giordano su Di Più racconta che «con mamma ci parlo spesso. Le sue ceneri sono in casa mia, dentro un’urna cineraria. Oltre ad avere tatuato sul corpo i loro volti, ho un rosario al collo, che si può dividere in due. Da una parte c’è l’immaginetta di mio padre, dall’altra quella di mia madre. Quando guardo in cielo, mi viene spontaneo salutarli tutti e due con un bacio: “Ciao mamma, ciao papà. Vi prego, aiutatemi a vedere crescere mia figlia”. Questo lo chiedo anche a Dio».
Ma essere vicino a Dio non è una convenienza come in tanti potrebbero pensare. «Provengo da una famiglia molto cattolica, della provincia di Avellino. La domenica andavamo in chiesa, durante la settimana frequentavo l’oratorio». Anche se «per un lungo periodo, la mia fede in Dio è stata più fragile, superficiale. Sono stato preso da altre cose...».Da cristiano non ha mai provato vergogna a posare nudo. «Fare quattro scatti senza vestiti secondo me non vuol dire non essere più cristiani. Non ho mai provato sensi di colpa posando nudo, insomma. In fondo noi nasciamo nudi, i vestiti sono un business».
Padre Pio
Ora, da quando è malato, prega più volte al giorno, prega anche Padre Pio: «Sono andato a San Giovanni Rotondo. Mi ci ha portato un amico pugliese: “Hai bisogno della sua mano miracolosa”, mi ha detto. Sono entrato nel santuario, ho fatto il segno della croce, il prete mi ha benedetto con l’acqua santa di padre Pio. Poi ho seguito il percorso dentro la chiesa, alla scoperta della vita del Santo. Sono rimasto in silenzio, in raccoglimento, colpito dall’imponenza del santuario. In quel momento mi sentivo bene, anche se ero uscito da poco dall’ospedale e fisicamente non ero certo al massimo. Il mio animo, però, era finalmente sereno».
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