GRASSO: "IL PUNTO PIÙ BASSO DELLA TELEVISIONE ITALIANA”
Liberoquotidiano.it - "Barbara D’Urso ha dedicato ore di trasmissione al degrado di questo racconto", "una conduttrice senza remore", "il punto più basso della televisione italiana. Aldo Grasso se la prende con Barbara d'Urso (solo lei, mah) per il caso di Pamela Prati e del finto marito Mark Caltagirone, personaggio inventato ma utile per fare parlare di sé. Il critico televisivo del Corriere della sera se la prende con la televisione brutta e cattiva che racconta questo giallo che ha ipnotizzato l'Italia. Per lui si tratta di apoteosi della trash tv.
CALTAGIRONE-ONE-ONE
Roberto D’Agostino per Vanity Fair
pamela prati a live non e la durso
Fin da bambini giochiamo a essere invisibili, spesso abbiamo amici invisibili: sono passaggi fondamentali per lo sviluppo psichico. Poi da adulti il vero mistero del mondo diventa il visibile, non l’invisibile. Ma non per Pamela Prati, soubrette sessantenne in declino di popolarità, che ha saputo unire l’invisibile e l’inesistente e intascare qualche dovizioso compenso. E solo coloro che possono vedere l’invisibile, possono compiere l’impossibile, come annunciare in ogni media di sposarsi con una persona mai vista.
La saga del suo “omesso sposo”, l’inesistente Mark Caltagirone, scoperchiata da Dagospia, tiene banco da un mese e mezzo, incendiando di chiacchiere e balle, le trasmissioni popolari e la stampa di ogni tipo. Ormai è una figura iconica che è entrata anche nella politica. “Che fine ha fatto Mark Caltagirone? Ha fatto la fine di Zingaretti, non esiste. E' come il Pd...". Così scherza Alessandro Di Battista. E il segretario del Pd risponde citandolo a ''Pomeriggio 5'' per attaccare i pentaleghisti: "Il governo è come Mark Caltagirone, in realtà non c'è perché non fa niente. non c'è nei problemi della vita della persone''.
intervista a roberto d agostino a live non e la durso
L’”omesso sposo” inventato da Pamela Prati, in combutta con le socie ed ex amiche Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo, appartiene ormai allo zeitgeist, allo spirito del tempo, come a suo tempo l’arboriano e inesistente “Cacao Meravigliao”. Fino al punto che una casa di produzioni di sex toys, Mysecretcase, nella sua pubblicità ha sbattuto uno svettante dildo color fucsia aggiungendo come headline: “Pamela, questo è reale. Basta mariti fantasma”.
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Il motore del “caso Caltagirone”, straricco di fake, dette dalle nostre parti fregnacce, è stata la Rete, tra un post su Whatsapp e un video su Facebook e una “storia” su Instagram.
L’enorme successo di Internet in qualsiasi stato del mondo e classe sociale, dai poveri ai ricchi, ha origine dalla sua capacità di creare un mondo parallelo a quello reale. Questa copia digitale del mondo chiamata Web ci dà la possibilità di creare una vita parallela attraverso i social, ridefinendo concetti come quelli di realtà e verità (dalle fake news alla postverità), ma soprattutto ha aumentato lo spaesamento e l’impossibilità di distinguere la sfera reality e da quella reale.
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Esiste solo ciò che viene inventato e postato. Io sono la mia fiction. La differenza è che oggi non siamo protagonisti del ‘’Grande Fratello’’, come avremmo potuto immaginare leggendo ‘’1984’’ o ‘’La fattoria degli animali’’, ma ne siamo registi e autori. Già nel 1963 Andy Warhol affermava: “A chi interessa la verità? Ecco a cosa serve il mondo dello spettacolo. A dimostrare che non conta chi sei, ma chi il pubblico pensa che tu sia”.
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A dimostrazione della tesi, aggiungeva: “Non so dove l’artificio finisce e inizia la realtà”. Internet ha cancellato il mondo reale e ci ha lasciato il mondo reality, in cui nulla è serio, tutto è permesso? “Non c’è dubbio che ci sia un mondo invisibile’’, ironizzava Woody Allen. ‘’Il problema è, quanto dista dal centro storico e qual è l’orario di chiusura?’’