BRUNO VESPA DIFENDE GENNARO SANGIULIANO A PORTA A PORTA
Marco Giusti per Dagospia
ARMATA BRANCA-MELONI - POSTER BY MACONDO
Tra le tante assurdità sentite in questi giorni in tv legate al caso Boccia-Sangiuliano (ultima quella di Italo Bocchino ieri sera dalla Gruber: “Sangiuliano è un gigante!” rispetto a Franceschini&co”), la più illuminante, legata a una nuova narrazione della finaccia di Genny il Fenomeno scartato come un Paolo Brosio qualsiasi dall’Isola dei famosi, è che ‘o Ministro ‘nnammurato sia stato spinto giù dal trono non dal casino che ha fatto con la signora Boccia, ma dalla sinistra (più Dagospia), anzi dal vendicativo cinema di sinistra, cioè quei quattro radical chic fannulloni di Prati e dintorni, perché aveva smesso di elargire soldi a pioggia col tax credit per i loro terribili film che non incassano un euro.
Maria Rosaria Boccia GENNARO SANGIULIANO GIUSEPPE CRUCIANI
Genny l’eroe (il gigante, appunto) avrebbe lottato come un leone per difendere le casse dello stato dalla voracità dei cinematografari romani di sinistra per fare i loro filmetti. Ohibò! Lo ha detto Sallusti e lo ha detto soprattutto Vespa a “Porta a porta” tirando in ballo una serie di dati a casaccio per dimostrare quanto guadagna un regista (di sinistra) e quanto si spende per un film. Aridanghete.
A parte che, se la destra sta occupando tante caselle nel mondo produttivo del cinema, qualcosa il ministero a questi nuovi dirigenti affamati dovrà pur dare. A parte che stiamo aspettando da decenni l’arrivo di un cinema di destra (ma siete sicuri che esiste?) che sostituisca i terribili film di Pupi Avati ormai centenario o quelli di Luca Barbareschi o gli antichi film leghisti di Renzo Martinelli su Barbarossa (Giulio Base ha detto che è anarchico, non posso metterlo nella casella cinema di destra). Ma come fanno solo a pensare che il cinema italiano, oggi il più inerte del mondo, come spiega bene “Il colibrì” visto proprio ieri, dove tutto il senso del film è agitarsi per rimanere fermi, sappia costruire una trama credibile di trappolona -vendetta contro Genny Sangiuliano? No, Bruno.
roma santa e dannata marco giusti 01 ph antinori
Magari avessimo un cinema in grado di cacciare un ministro, ordire trame. Non è così vitale. Non è neanche incazzato come Dagospia, che ha martellato tutta l'estate Meloni e il suo governo. Il cinema italiano (di sinistra) si accomoda. Da sempre. Che deve fare? Vola basso. Pronto a digerire i Sangiuliano i Giuli i Buttafuoco. Tutti a magna' alla Fiorentina. Ma lo sai che è simpatico? Ma lo sai che è una brava persona? Falli anche cattivi. Intanto non si progetta nemmeno una rassegna sul cinema di Pingitore.
Tanto il mondo del cinema (non vorrei dire solo di sinistra) sa bene che, malgrado la sua inedia secolare, a destra nel cinema non è mai apparsa un’idea, una vera professionalità internazionale, un grande talento. Siamo sempre stati così. Meglio inventarsi i telefoni bianchi. Ai tempi del Duce, venne bandito da subito, dopo l'effetto negativo del fascistissimo "Vecchia guardia" di Blasetti, il cinema che rivendicava manganellate, violenza e olio di ricino.
Perfino Vittorio Mussolini, piazzato dal padre a capo della cinematografia nazionale, preferì mettersi accanto personalità come Rossellini e Fellini, certo non fascisti, che preferivano far pippa e dormicchiare a Cinecittà che partire per la guerra. Eroi. Nemmeno ai tempi di Salò a Venezia si facevano film di propaganda fascista. Solo commedie. Il nostro cinema è sempre stato un po' infigardo. "E se tornano quelli?" chiese Aldo Fabrizi al giovane Fellini che gli proponeva il ruolo da protagonista di Roma città aperta".
GENNARO SANGIULIANO - VIGNETTA DI ROLLI
Poco prima a Luigi Freddi che lo voleva a far film a Salò rispose "ho le emorroidi". Per Venezia, dove si fecero i film italiani della Repubblica di Salò, partirono i più poveri, le spie, e quelli, come Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, che sapevano che la cocaina ormai si trovava solo al nord. Me lo disse Piero Vivarelli, X Mas.
In tanti anni di berlusconismo i pochi film fatti sul Cavaliere e sulle sue cene eleganti, come "Loro" di Sorrentino, non si possono vedere in tv o in streaming. Figurarsi quindi mettere in scena con successo una trama, pur da commedia sexy alla Montagnani, dietro al giallo dell’estate. Genny l’eroe, Genny il gigante, ha fatto tutto da solo.
Magari con l’aiuto della signora Boccia. O di qualcun altro. No. Non diamo al cinema italiano né colpe né meriti che non ha. Vent'anni fa, quando scrivevo sull'Espresso di Rinaldi, riguardo alla ennesima crisi del cinema italiano, scrissi malignamente che sarebbe stato meglio fare come avevano fatto in Cina ai tempi della Rivoluzione Culturale. Si chiude col cinema e si riapre dopo quattro cinque anni. Vediamo cosa resta.
Era una boutade, ma si incazzarono tutti, critici e cinematografari, attori e produttori. A cominciare dal trinariciuto Lino Micciche', difensore del cinema italiano di sinistra sovvenzionato alla Citto Maselli. Non la ridico. Tranquilli. Però una bella fiction su La fanciulla di Pompei si potrebbe fare. Sapete tutti che l'idea è circolata subito tra i produttori romani. Parliamone alla Fiorentina a Piazza Mazzini.
alessandro sallusti - e sempre carta bianca marco giusti genniful il video meme del grande flagello sul caso boccia sangiuliano 6 genniful il video meme del grande flagello sul caso boccia sangiuliano 5 bruno vespa 3 maria rosaria boccia con gennaro sangiuliano GENNARO SANGIULIANO CON MARIA ROSARIA BOCCIA AL FORTE SANTA TECLA DI SANREMO gennaro sangiuliano maria rosaria boccia 1 alessandro sallusti foto di bacco maria rosaria boccia e gennaro sangiuliano alla camera 3 gennaro sangiuliano con maria rosaria boccia bruno vespa nella sua azienda di vino GIORGIA MELONI DUCETTA DELL INFORMAZIONE - MEME BY EDOARDO BARALDI BRUNO VESPA bruno vespa ricevimento quirinale 2 giugno 2024 bruno vespa marco giusti