Estratto dell’articolo di Maria Egizia Fiaschetti per il Corriere della Sera
locandina docufilm di corrado rizza su dino pedriali
Memoria, nostalgia e desiderio di scavare nel talento di un fotografo dal luminismo caravaggesco: sono i moventi, emotivi e narrativi, che hanno ispirato il docufilm Dino’s Dark Room. La storia del fotografo Dino Pedriali (Wax Productions) di Corrado Rizza, presentato l’8 giugno alla Fondazione Alda Fendi-Rhinoceros Gallery. Autore di documentari sulla nightlife, da Piper generation a Roma caput disco, Rizza ha voluto cimentarsi in un genere più impegnato provando a raccontare un personaggio affascinante e controverso, ricordato per i ritratti di Pier Paolo Pasolini nudo nella sua casa a Torre di Chia, realizzati a corredo del romanzo Petrolio, poco prima della morte del poeta, il 2 novembre 1975.
Porta la sua firma anche il primo piano stretto di Pasolini con piglio alla Pensatore di Rodin, tra le sue immagini più note. L’idea del progetto nasce dopo aver visto sul web un video della giornalista Franca Leosini: «Quando Pasolini venne ucciso avevo 14 anni — ricorda il regista —, per la mia generazione quella tragedia, legata al mondo delle borgate e dei ragazzi di vita, fu uno choc. Pedriali, scomparso un anno e mezzo fa, nella puntata di Leosini ricorda come il servizio scattato a Chia abbia segnato tutta la sua vita. La sua testimonianza mi ha toccato al punto da volerne sapere di più».
I rapporti con Man Ray e Warhol
Scopre così che era originario di Monteverde, il suo stesso quartiere, e che era stato in contatto con grandi artisti, da Man Ray ad Andy Warhol. Decisivo l’incontro in una villa a Fregene con l’icona dadaista, Pasolini, il gallerista torinese Luciano Anselmino e Raffaele Curi, attore e regista, che ora dirige la Fondazione Alda Fendi. «Nel ’75 fu Pedriali a mediare per la mostra Ladies and gentlemen al Palazzo dei diamanti di Ferrara — rivela il documentarista —, serie di ritratti sulle drag queen newyorkesi». Nella finzione è l’attore Pietro De Silva a interpretare il ruolo del protagonista: «Guardando un suo video sui social mi ha colpito la voce, molto simile a quella di Pedriali... tra i due c’è anche una certa somiglianza. Sono riuscito a contattarlo, si è subito reso disponibile ed è scattato l’effetto domino».
Gli amici
Nella storia i flashback affidati all’alter-ego filmico si intrecciano con le numerose testimonianze raccolte dall’autore: dal critico d’arte Achille Bonito Oliva alla modella Fiammetta Alessandrini e alla stampatrice Simona Bugionovi.
(...) Tra i molti ricordi quello di Giorgia Bruni che, laureanda in cinema, ha intervistato Pedriali, cliente affezionato del ristorante Pommidoro a San Lorenzo: nel giorno della sua tesi il fotografo non volle raggiungerla in facoltà, in polemica con il mondo accademico, ma la avvertì con un sms della sua presenza defilata: «Se alzi lo sguardo, mi vedi».
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Rudolf Nureyev-foto Dino Pedriali