Marco Giusti per Dagospia
monsters la storia di lyle ed erik menendez 7
Che vediamo stasera? Beh. Se state vedendo su Netflix la serie di Ryan Murphy e Ian Brennan “Monsters” sui due fratelli Menendez, Lyle e Eric, che hanno massacrato i genitori in quel di Beverly Hills a suon di fucilate in faccia, devo dire che la quinta puntata, 36’, “Un uomo spezzato”, diretta da Michael Uppendahl, è uno dei momenti di cinema più forti visti negli ultimi tempi.
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La lunga confessione da parte di Eric, Cooper Koch bravissimo, alla sua avvocatessa, Ary Graynor, dei rapporti col padre molestatore che ha abusato per anni di lui e del fratello, costruita tutta in un lungo piano sequenza con macchina fissa che si muove impercettibilmente verso il volto dell’attore. Non conto solo l’enormità di quel che racconta Eric, o la sua possibile ambiguità, sappiamo dalla prima puntata che spesso recita, quanto l’intensità della messa in scena e l’idea di fermarsi per una puntata per raccontare un momento importante della storia in un modo del tutto diverso dalle altre puntate.
Mi sono visto anche su Sky la seconda puntata di “The Penguin”, diretta da Craig Zobel con Colin Farrell deformato dal trucco e trasformato in Oz Cobb detto il Pinguino, infamissimo gangster newyorkese che fa il doppio, anche il triplo gioco tra le famiglie rivali Falcone e Maroni. In una delle scene chiave, sentiamo Oz dichiarare seriamente “Tutti dobbiamo sacrificare qualcosa” dopo che ha dovuto “sacrificare” un poraccio uccidendolo a coltellate per non farsi scoprire dai Falcone. Poi infila il coltello sporco di sangue nella tasca dell’uomo di fiducia di Sofia Falcone per salvarsi il culo.
Il Pinguino è una sorta di super-anfame pronto a uccidere chiunque cresciuto con la logica dell’underdog. Fedelissimo al vecchio boss defunto, Carmine Falcone, ha capito che per arrivare a prendersi la città può solo fare come sta facendo tradendo amici e nemici. Si muove seguendo l’adrenalina, la voglia animale di sentirsi vivo e mostra umanità solo per il ragazzino che si porta dietro come stagista del crimine e per la mamma rincoglionita che sta a casa.
Arrivati alla seconda puntata confermo la sua dipendenza, a livello di storia, del modello “Yojimbo”-Per un pugno di dollari”, e ammetto che la serie, che ha poco e nulla dei vecchi Batman, è piuttosto buona e il personaggio del Pinguino più interessante di quanto pensassi. Anche se viene fuori assieme a lui il personaggio ancor più scombinato della Sofia Falcone di Cristin Milioti, favolosa cattiva assetata di sangue.
speak no evil di Christian Tafdrupish
Ieri sera mi sono visto su Amazon la versione originale danese di “Speak No Evil” diretta solo due anni fa da Christian Tafdrup con Morten Burjan, Sidsel Siem Koch, Fedja van Huet, Karina Smulders, dove una coppia danese viene invitata a passare qualche giorno di vacanza da una coppia olandese. Vi rendete conto da subito, voi spettatori, che è una trappola.
speak no evil di Christian Tafdrupish
E che tutti sono a rischio. E il marito della coppia olandese non è affatto rassicurante. Vi direte, ma perché non vanno via? Ecco. Fa molta paura, anche se non è affatto splatter come pensate. La versione inglese con James McAvoy la avete al cinema. Ma i fan della versione originale sono particolarmente agguerriti.
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