Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera in chiaro, “Fantozzi alla riscossa” di Neri Parenti con Paolo Villaggio, Milena Vukotic, Anna Mazzamauro, Gigi Reder, Plinio Fernando su Cine 34 alle 21 o “Io e Annie” di Woody Allen con Diane Keaton, Woody Allen, Tony Roberts, Paul Simon, Rai Movie alle 21, 10. Sono anni che non vedo “Io e Annie”, che Allen scrisse assieme al da poco scomparso e geniale Marshall Brickman.
diane keaton e woody allen in io e annie
E sono anni che non tento una rilettura dei classici di Allen. Non mi ricordo a quale film mi sembrò ripetitivo e banale. Ma ricordo che il primo a considerarlo un “Pupi Avati riuscito”, cosa che allora mi sembrò terribilmente offensiva, fu il mio amico Giovanni Buttafava. Per lui il film rivelatore fu “Radio Days”. MA “Io e Annie” lo abbiamo sempre salvato. Vinse quattro Oscar, miglior film, sceneggiatura, regia, attrice. Woody Allen, che qui vinse il suo unico Oscar per la regia, preferì rimanere a suonare a New York che andare alla cerimonia degli Oscar.
Ma Marshall Brickman andò a prendere il suo per la sceneggiatura e lo regalò a sua mamma. Diceva che non si poteva lavorare con l’Oscar davanti agli occhi. Ti avrebbe demoralizzato. Il film è pieno di attrici fantastiche, Carol Kane, Shelley Duvall, Colleen Dewhurst, Janet Margolin, che aveva interpretato “David e Lisa”. Ci sono apparizione di Truman Capote, che vince il concorso come miglior sosia di Truman Capote e di future star come Jeff Goldblum e Sigourney Weaver, allora sconosciuti. Dal primo montaggio di oltre due ore e venti minuti, vennero tolte molte scene.
Tra queste una parodia di “L’invasione degli ultracorpi”, una sequenza intera sulla resistenza francese. Anche la scena con Christopher Walken venne completamente tagliata e poi reinserita all’ultimo minuto. Ma altre scene vennero aggiunte o rigirate. Il primo montaggio sembrò a Allene. Brickman un mezzo disastro, in realtà. L’apparizione di Marshall McLuhan, oggi una delle scene che tutti ricordiamo del film, fu in realtà una seconda o terza scelta. Woody Allen provò a convincere a farla prima Fellini poi Luis Bunuel. Offrì a Don Luis trentamila dollari. Quando girano il film Diane Keaton ha 31 anni e Allen 41.
Su Mediaset Italia 2 alle 21, 15 trovate l’ottimo horror con fratelli uniti da uno specchio altamente pericoloso “Oculus”, scritto e diretto nel 2014 da Mike Flanagan con Karen Gillan, Brenton Thwaites, Katee Sackhoff, Rory Cochrane, Annalise Basso. Su Iris alle 21, 15 abbiamo lo strepitoso film di guerra di Brian G. Hutton con soggetto e sceneggiatura scritti da Alistair MacLean, “Dove osano le aquile” con Richard Burton, Clint Eastwood, Mary Ure, Patrick Wymark, Michael Hordern e la bellissima Ingrid Piutt, Due ore e mezzo di azione e di sparatorie sulle montagne austriache.
Credo che la scena della locanda di “Bastardi senza gloria” sia tutta ispirata a questo film, dove vedevamo un assurdo Clint Eastwood con ciuffone alla Callahan vestito da nazista per camuffarsi. Clint lo aveva ribattezzato “Dove osano le controfigure” (Where Doubles Dare”), viste le tante scene di montagna girate con gli stuntmen. Burton invece odiava i film di guerra, ma fu proprio lui a volerlo fare per far colpo sul figlio di Liz, che adorava invece questo genere di cinema. Allora il produttore Elliot Kastner invitò MacLean a scrivere una storia adatta a lui. Sembra che non la smise mai di bere e appena poteva si chiudeva coi suoi amici Peter O’Toole e Richard Harris.
Rai Due alle 21, 20 passa una commedia con vendetta tutta al femminile, “Blackout Love” diretto da Francesca Marino con Anna Foglietta, Alessandro Tedeschi, Barbara Chichiarelli, Alessio Praticò. Rai4 alle 21, 20 presenta un action videogame fracassone che ha un basso, anzi basissimo gradimento critico, “Hitman: Agent 47” di Aleksander Bach con Rupert Friend, Hannah Ware, Zachary Quinto, Ciarán Hinds, Thomas Kretschmann. Italia 1 alle 21, 20 passa “Le streghe”, la versione di Robert Zemeckis del classico di Roald Dahl. Vediamo cosa ne scrissi quando lo vidi.
anne hathaway in le streghe di robert zemeckis 2
Tremate, tremate le streghe son tornate, ma non fanno tanta paura, anche se con tre gocce della pozione n. 86 possono trasformare i bambini in topini. Questa seconda versione cinematografica del capolavoro di Roald Dahl del 1983 “Le streghe”, malgrado la regia di Robert Zemeckis, la sceneggiatura di Guillermo Del Toro, la produzione di Del Toro e Alfonso Cuaron, due bravissime attrici, Octavia Spencer come nonna e Anne Hathaway come Strega Suprema, la musica di Alan Silvestri, non funziona.
le streghe di robert zemeckis 2
O, almeno, non funziona come avremmo sperato. Magari sarebbe stata più indovinata la prima idea di horror con pupazzi in stop motion, come avrebbe voluto Del Toro, quando il regista doveva essere lui, che questa versione costruita con troppi effetti digitali un po’ fracassoni e poco eleganti.
E, malgrado sia sotto certi aspetti davvero fedele al testo di Dahl, rispetta anche il finale, non possiamo che rimpiangere la versione del 1990 diretta da Nicolas Roeg con i trucchi e i pupazzi meravigliosi di Jim Henson, fu il suo ultimo film, con una monumentale Anjelica Huston come Strega Suprema e la vecchia regista e attrice svedese Maj Zetterling come nonna con capelli bianchi che accudisce il nipotino orfanello. A Dahl non piaceva, si disse al tempo, anche se poi si scoprì che adorava Anjelica Huston, e la considerava la scelta migliore come la Strega Suprema.
Identica anche ai disegni di Quentin Blake che accompagnavano il suo testo. E era identica anche Maj Zetterling, che doveva essere la vecchia nonna nordica proprio di Dahl che se lo portò orfano in Inghilterra. La storia è in parte autobiografica. Trent’anni dopo, con i trucchi, i topini, le trasformazioni delle streghe in digitale, non ritroviamo la stessa poesia e lo stesso spavento. Funziona bene solo la prima parte, con la meravigliosa Octavia Spencer e il suo nipotino orfanello.
E funziona l’idea di farne due personaggi afro-americani immersi nell’Alabama razzista degli anni ’60, dopo gli omicidi dei Kennedy e di Martin Luther King. La nonna non fuma il sigaro, come quella di Dahl e di Roeg, ma ascolta le canzoni dei Four Tops, di Otis Redding. Balla. E combatte le streghe da quando era piccola. Quando l’azione si sposta nel ricco albergo sull’Oceano e arrivano le streghe capitanate da Anne Hathaway per il loro congresso, e Octavia Spencer non è più l’unica protagonista, il fascino del film scompare.
laura morante lo sguardo dell altro 9
Perché gli effetti, a cominciare da quelli della Strega Suprema con la bocca aperta piena di denti sul modello di “Ichi the Killer” di Takashi Miike, ma anche le trasformazioni dei bambini in topini, sono un po’ meccanici, e purtroppo già vecchi, già visti. Ridateci i pupazzi di Jim Henson e la sua visione artigiana e poetica dei trucchi, please! Cielo alle 21, 25 ripropone l’erotico spagnolo molto spinto “Lo sguardo dell’altro” di Vicente Aranda con Laura Morante come non l’avete mai vista, Miguel Bosé, José Coronado.
daniel craig e monica bellucci
Tv8 alle 21, 30 propone “007 Spectre” di Sam Mendes con Daniel Craig, Léa Seydoux, Christoph Waltz, Ralph Fiennes, Rory Kinnear. Penultimo Bond di Craig, quindi penultimo Bond. Ricordate la battuta “Bond. James Bond”? Stavolta Craig dice la battuta praticamente dentro la bocca di Monica Bellucci, una fiatata in bocca, in una delle scene migliori del film. Per poi passare ovviamente all’azione.
E lasciarla in guêpière stesa sul letto, bonissima, ma poco sgualcita. Gloria tutta italiana, perché Monica Bellucci, megamilfettona nata nel 1964, è la più vecchia Bond Girl che si sia mai vista al cinema. Ma vale il prezzo del biglietto. E non è vero che c’è poca Bellucci e poca Roma in questa nuova avventura di James Bond-Daniel Craig. “Moriremo insieme”, gli dice la vedova Lucia Sciarra interpretata dalla Bellucci che gli ha freddato il marito nella sequenza pre-titoli.
“Ci sono modi peggiori di morire”. Poi fa una folle corsa con la sua Austin Martin DB10 sulla Nomentana, tanto i pizzardoni quando lo acchiappano, inseguito dal bestione Mr. Hinx, interpretato dal wrestler Dave Bautista (quello di I guardiani della galassia) a bordo di una Jaguar C-X75. Spaventano a morte il pensionato Antonio Salines, già Smerdjakov nei vecchi Karamazov della Rai, e finiscono a correre come matti sulle banchine del Tevere. E Bond non troverà di meglio che parcheggiare dentro il fiume sto cazzo di Austin Martin che si è portato da Londra per fare il fighetto.
Scordavo il bel numero di Peppe Lanzetta che apostrofa Bond con un “E tu chi sì? Struooonzo!!!”, e un Francesco Arca che manco si riconosce. Però, questo quarto d’ora romano e il grande inizio tutto girato in piano sequenza a Città del Messico nel Giorno dei Morti dal geniale Hoyten Van Hoytena, direttore della fotografia di La talpa e Dunkirk, sono tra le cose migliori del film. Perché Roma è fotografata benissimo, anche se non si rispetta nessuna logica di traffico, anche se non ci sono buche né ausiliari del traffico né dindaci.
monica bellucci e daniel craig
Beh, in verità è buono anche il lungo pezzo in treno in un Nord Africa deserto come fosse un film anni ’60 con Bond e la bella Léa Seydoux, vera protagonista femminile, figlia di Mr. White, cioè Jesper Christensen, inseguiti sempre dal terribile Mr. Hinx, sorta di novello Jaws. Il problema centrale di questo lungo, 144’, serioso, a modo suo anche molto classico ventiquattresimo titolo dedicato all’eroe di Ian Fleming, è di essere meno forte e politico del precedente e bellissimo Skyfall, dove i conti si regolavano in famiglia tra la M di Judi Dench e il cattivo Javier Bardem, 007 traviato.
Dopo un film simile era difficile ricominciare la sagra con la stessa regia. E infatti Mendes in un primo momento non lo voleva fare. Canale 20 alle 21, 30 passa l’action “Shooter” di Antoine Fuqua con Mark Wahlberg, Rhona Mitra, Danny Glover, Ned Beatty, Elias Koteas, Rade Serbedzija.
Passiamo alla seconda serata con “Il sapore del successo” diretto da John Wells, scritto da Steven Knight con Bradley Cooper chef che deve recupare le stelle perdute, Sienna Miller, Omar Sy, Daniel Brühl, Riccardo Scamarcio, Jamie Dornan, Rai Movie alle 22, 45. Mah… Cine 34 alle 22, 50 passa un tardo film di Mario Monicelli che ha i suoi fan e deve aver avuto una lavorazione meravigliosa, “Cari fottutissimi amici” con Paolo Villaggio, Antonella Ponziani, Beatrice Macola, Eva Grimaldi, Paolo Hendel, Massimo Ceccherini, storia di boxe nel primissimo dopoguerra italiano che sembra tratto da un racconto di Giancarlo Fusco.
Su Rai Due alle 23, 10 torna “Miami Beach” di Carlo Vanzina con Ricky Memphis, Max Tortora, Paola Minaccioni, Giampaolo Morelli, Emanuele Propizio. “Sta Miami sembra Freggene!”. Arieccoli i romani in vacanza raccontati dai Vanzina. “E lavati i piedi! Non fa il solito tuo!” dice Max Tortora al figlio che va a studiare a Miami. Lo scambio di battute sofisticate, “Mi si è rotto il tacco!” fa la Minaccioni simil Franca Valeri in milanese – “Io mi so rotto il cazzo!” le risponde Max Tortora.
giampaolo morelli neva leoni miami beach
Un po’ di rutti, la fiatella, qualche scurreggetta (la spara la bionda bona). Una nuova maggiorata, Neva Leoni, con un seno davvero enorme come la Allasio o la Donatella Damiani dei bei tempi. Ricky Memphis ormai completamente fermo di fronte allo schermo. Le battute sugli scarpari del centro, “So scarparo e ci ho il 48 de piede, quindi se te pijo te faccio male”, sugli sconti per le polacchette, “Il 30 per cento? Fagli il 25 per cento”.
Questo allegro e festoso Miami Beach, è esattamente come lo pensate. Con tanto di battute sul Birdwatching, “un posto dove si guardano gli uccelli, ma non nel senso che pensa lei”, fa la Minaccioni a Max Tortora. Insieme formano una coppia alla Sordi-Valeri favolosa, lui scatenato scarparo romano separato dalla moglie, “lo sa dove sta sta pulciara? A Sabaudia!”, lei come milanese raggelata che alla fine cederà allo scarparo. La storia è un puro pretesto per portare tutti i romani a Miami e fare una vanzinata americana (“Miami mica è Spoleto!”).
Cielo alle 23, 20 punta su “Matador” di Pedro Almodóvar con Assumpta Serna, Nacho Martinez, Antonio Banderas, Carmen Maura, Eva Cobo, Julieta Serrano. Canale 27 alle 23, 25 torna su “Vacanze romane” di William Wyler con Audrey Hepburn, Gregory Peck, Eddie Albert, Tullio Carminati. Stra-stra-stravisto. Italia 1 alle 23, 25 ripropone l’interessante, elegante “Dark Shadows” di Tim Burton con Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Eva Green, Michelle Pfeiffer, Chloe Moretz. Allora non ci sembrò particolarmente riuscito, ma credo che a rivederlo sia una delizia.
Canale 5 alle 23, 50 butta sul piatto un cinepanettone non originale, “Natale da chef” di Neri Parenti con Massimo Boldi, Dario Bandiera, Rocio Muñoz, Paolo Conticini, Francesca Chillemi. Scordatevi qualsiasi finezza. “Do sta la maiala?”. “Lo vuoi vedere il pasticciotto?”. “Ma lei ha proprio un bel curriculum!”. “A furia di succhiarmelo me l’ha allungato!”. “Non c’è cosa più divina che ciularsi la nonnina!”. “Che trombata che mi feci co sta vecchiazza!”. Queste le battute.
Per non parlare di Biagio Izzo che mangia le cacche delle capre pensando che siano olive o di un finale che vede in una specie di G7 fetente in quel di Trento addirittura Trump che vomita le delizie cucinate da Boldi chef, Gentiloni sulla tazza del cesso che non fa entrare la May e la Merkel (“Vai via culona”) che stanno per esplodere fuori dalla porta del bagno. Per Neri Parenti fu il primo cinepanettone “apocrifo” con Massimo Boldi protagonista, e un film decisamente superiore a tutti i precedenti cinepanettoni di Boldi post Filmauro, più controllato nella costruzione delle gag e nella distribuzione dei personaggi.
Parenti ha l’accortezza di affidare l’episodio più divertente già sulla carta, ma molto scorretto, quello cioè del sommelier astemio che cerca di concupire una “vecchia” per ottenerne il voto pensando che sia un giudice in incognito della gara degli chef, a una divina Milena Vukotic nel ruolo della “vecchia”, a un Dario Bandiera in gran forma e alla fresca e notevolissima Francesca Chillemi, che è il vero giudice che ha ordito lo scherzo.
Al grido di “Fimminazza”, Bandiera si getta nella scontro amoroso con la stupita Vukotic che sfodera con grazia magistrale via via tutto il vecchio repertorio della signora Pina che riscopre la passione. Più Bandiera esplode in espressioni sicule pesantissime, “bella sticchiottella”, coinvolgendo soprattutto Enzo Salvi, che giustamente non capisce, “ma se per toccarla devi chiedere il permesso ai Beni Culturali?”, più la Vukotic cambia atteggiamento nei confronti del giovanotto, aiutata da un Neri Parenti che sembra riprendere le pagine migliori di Fracchia la belva umana e dei suoi Fantozzi.
Rai Movie alle 0, 30 propone una commedia francese, “Toglimi un dubbio” di Carine Tardieu con François Damiens, Cécile De France, André Wilms, Alice de Lencquesaing, Guy Marchand. Ser Cielo all’1, 15 propone “La coccolona”, erotico diretto da Jesus Franco con la moglie Lina Romay, Jack Taylor, Paul Muller, Alice Arno, Monica Swinn, Rai Tre/Fuori orario vorrebbe chiudere la serata all’1, 45 con “I ragazzi di Feng Kuei” di Hou Hsiao-hsien con Niu Chengze, Lin Xiulung, Chen Shufang, Chao Pengju, Zhang Minling, seguito da “Al di là delle montagne” di Jia Zhang-ke con Zhao Tao, Zhang Yi, Liang Jindong, Dong Zijian, Sylvia Chang, Han Sanming alle 3, 20.
ragionier arturo de fanti, bancario precario
Su Cine 34 alle 2, 50 però trovate anche un ottimo film di Luciano Salce con Paolo Villaggio, “Ragionier Arturo De Fanti, bancario precario” con Catherine Spaak, Anna Mazzamauro, Enrica Bonaccorti, Carlo Giuffrè. Rete 4 alle 3, 30° passa un rarissimo “Ciakmull”, western diretto da E.B.Clucher alias Enzo Barboni prima di Trinità con Leonard Mann, Woody Stroode, Peter Martell, Luca Montefiori.
Grande fu lo stupore mio e del mio amico Sir Christopher Frayling nel trovared nel museo etnografico di Città del Messico una grande statua della terribile divinità messicana Ciakmull. Ma cosa ne sapeva Enzo Barboni di tale demonio? Me lo spiegò anni dopo un attore del film, Lucio Rosato. Fu Giovanni Testori, che bazzicava nelle produzioni dei fratelli Bolognini, a dare il titolo al film. Magari anche a rivedere i copioni…
Iris alle 4, 05 passa “In nome del Papa re” di Luigi Magni con Nino Manfredi, Carmen Scarpitta, Danilo Mattei, Salvo Randone, Ettore Manni. Cine 34 alle 4, 20 propone un terribile “Tutto suo padre” di Maurizio Lucidi con Enrico Montesano che si scopre figlio di Hitler. Ci sono anche Marilù Prati, Cristiano Censi, Manfred Freyberger. Contemporaneamente uscì anche il film di Celentano “Zio Adolfo, in arte Fuhrer” di Castellano e Pipolo. Non so quale fosse peggio.
E’ invece un film delizioso “Marisa la civetta” diretto da Mauro Bolognini e scritto anche da Pier Paolo Pasolini con la maggiorata Marisa Allasio che vende gelati alla stazione di Viareggio nel 1957 e non c’è occhio maschile che non la guardi. Con lei ci sono Renato Salvatori, Francisco Rabal, Angel Aranda, Ettore Manni e il vecchio Polidor. Strepitoso bianco e nero d’epoca.
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