IL DIVANO DEI GIUSTI - CHE VEDIAMO STASERA IN CHIARO? IN PRIMA SERATA PASSA L'OTTIMO MA TRISTISSIMO "THE FATHER", CON ANTHONY HOPKINS CHE VINSE L’OSCAR A 83 ANNI NEL RUOLO DI UN MALATO DI ALZHEIMER CURATO DALLA FIGLIA – AVETE ANCHE "50 SFUMATURE DI GRIGIO", MA OCCHIO AL CULTISSIMO “SEX CRIMES. GIOCHI PERICOLOSI - IN SECONDA SERATA TORNA L’OTTIMO “LUCIGNOLO”, IL PRIMO FILM DI MASSIMO CECCHERINI REGISTA E PROTAGONISTA, E “INTO THE WILD”, VERA STORIA DI UN RAGAZZO CHE DOPO ESSERSI LAUREATO PENSA CHE SIA FACILE ESPLORARE L’AMERICA E SCAPPARE DA TUTTO… - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

il settimo figlio il settimo figlio

Che vediamo stasera in chiaro? Sembra, ahimé, che sia bruttissimo il fantasy “Il settimo figlio”, diretto nel 2014 dal regista russo Sergey Bodrov, scritto da Steven Knight, tratto dal romanzo The Spook's Apprentice di Joseph Delaney con Jeff Bridges, Julianne Moore, Ben Barnes, Kit Harington, Olivia Williams, Djimon Hounsou, Alicia vIkander, Jason Scott Lee, Canale 20 alle 21. “Va solo ammirato un film che prende un cast di stelle d’oro del cinema e crea una così rozza stronzata” (“Observer”).

 

toto' e peppino divisi a berlino 1 toto' e peppino divisi a berlino 1

Piuttosto buono, su Iris alle 21, il tardissimo western crepuscolare “Terra di confine – Open Range” diretto e interpretato da Kevin Costner, dove abbiamo una coppia di cowboy vagabondi, Costner e uno strepitoso Robert Duvall, che assieme a altri due soci si mettono contro il signorotto del posto, Michael Gambon. Assolutamente buono, Costner volle a tutti i costi Duvall o non avrebbe girato il film. Su Cine 34 alle 21 tornano Totò e Peppino in “Totò e Peppino divisi a Berlino” di Giorgio Bianchi con Nadine Sanders, Luigi Pavese.

 

the father the father

Su Rai Movie alle 21, 10 trovate l’ottimo ma tristissimo “The Father – Nulla è come sembra”, scritto e diretto dal drammaturgo Florian Zeller con Anthony Hopkins che vinse l’Oscar a 83 anni nel ruolo di un malato di Alzheimer curato dalla figlia, Olivia Colman, che cerca come può di stargli dietro. Tutto è visto, però, non dall’ottica della figlia, ma da quello che lo spettatore vede seguendo la contorta e malata memoria del padre. Vinse anche un secondo oscar per la sceneggiatura non originale. Il primo e il migliore dei film teatrali di Zeller che lo avrebbe girato in inglese solo con Hopkins. A teatro, in Francia, nel 212, i protagonisti erano stati Robert Hirsch e Isabelle Gélinas, mentre nella versione americana del 2016 furono Frank Langella e Kathryn Erbe.

 

50 sfumature di grigio. 50 sfumature di grigio.

La5 alle 21, 10 propone “50 sfumature di grigio” diretto da Sam Taylor-Johnson con Jamie Dornan, Dakota Johnson, Rita Ora, Luke Grimes, Marcia Gay Harden, Jennifer Ehle. Vi ricordo solo le clausole del contratto che Anastacia Steele detta Ana discute con il ricco e elegante Mr Grey, il suo maschio dominatore… Niente fisting anale. E cosa sarebbe questo “divaricatore anale”? Comunque, prima di firmare, meglio capire bene le cose.

jamie dornan dakota johnson 50 sfumature di grigio jamie dornan dakota johnson 50 sfumature di grigio

Diciamo che non si deve per forza aver letto i tre lunghi libri di E.L James per divertirci con le avventure erotiche di Ana e Christian Grey, anche perché questo sciocco ma elegantissimo 50 sfumature di grigio in versione cinematografica diretto da quella che fu la più celebre e blasonata videoartista inglese, ebbe pure un premio alla Biennale del 1997, Sam Taylor-Wood oggi diventata Sam Taylor-Johnson, malgrado sacrifichi un bel po’ di sesso esplicito per rendere il film uno spettacolo da 40 milioni di dollari per tutti, specialmente per le giovinette, gioca col trash letterario in maniera piuttosto divertita, costruisce un’eroina che solo con gli occhi riesce a rendere ogni battuta diversa, ha una colonna sonora incredibile che tutti vorremmo per la nostra vita e riesce a bilanciare l’ovvietà della storia con uno stile di messa in scena che si giostra tra citazione d’arte contemporanea, moda e rimandi al sentimentalismo di Twilight.

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Certo, siamo di fronte a una specie di Sade per americani o di Libro del sadomaso per giovani marmotte, non è Belle de jour di Luis Bunuel e nemmeno il Justine diretto da Jesus Franco con Romina Power giovanissima legata nuda per i nostri piaceri. Questo lo sa benissimo Sam Taylor-Johnson, ma sa pure che impaginare un fumettone d’appendice sul sesso che verrà visto da milioni di spettatori in tutto il mondo è un’operazione molto pop e di successo. Diciamo che Mr Grey, Jamie Dornan, ha col sesso un grosso problema, visto che riesce a viverlo solo con le fruste e le manette del dominatore sadiano nella sua camera dei giochi alla Barbablù.

 

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E, ovviamente, si innamora della giovane studentessa verginella come Romina in Justine che gli arriva per caso nell’ufficio per un’intervistina proprio scema. “E’ gay?”. Ci casca come una pera. Anche perché Dakota Johnson, nipotina della Tippi Hedren di Marnie, malgrado abbia un naso un po’ adunco e una bocca un po’ piccola, ha un corpo da paura e riesce benissimo a farci credere di essere un’amante di Thomas Hardy pronta a diventare una star del sesso. Certo, le preferiamo la vecchia Corinne Cléry di Histoire d’O, ma qui siamo in un film che devono capire anche i cinesi. E Dakota Johnson, malgrado il frangettone, da quando inizia a spogliarsi è già l’eroina che vogliono le fan e già una star internazionale.

 

50 sfumature di grigio. 50 sfumature di grigio.

Il Mr Grey ideale, bello, maschio, elegante, si deve ovviamente avvicinare al modello Robert Pattinson pensato da Brett Easton Ellis quando si offrì di scrivere la sceneggiatura del film. Con l’inglese Jamie Dornan ci avviciniamo, anche se non ha la stessa forza un po’ perversa, non è un vampiro, solo un bel ragazzo che preferisce menare a scopare. Sam Taylor Johnson, che ha già ripreso in video il corpo nudo dormiente di David Beckham, lo usa proprio come un corpo. E’ interessata, come tutte le lettrici, solo alla trasformazione di Anastacia, vergine qualunque, in star.

50 sfumature di grigio. 50 sfumature di grigio.

 

In questo, nel costruire una Justine che si ribella al contratto renziano e fa innamorare il mostro, il film ci prende bene. Leggo che ha vinto il ruolo recitando, nel provino, il lungo e bellissimo monologo dell’orgia descritta da Bibi Andersson in Persona di Bergman. Certo, qui non siamo dalle parti di Bergman e è difficile non ridere alle battute degli eroi di E.L.James. Ma, forse, è proprio nello sprofondare nel fumettone che Sam Taylor Johnson compie l’unica mossa possibile. Limitandosi, cioè, solo allo stile dei giorni d’oggi, riportandoci le pareti delle case dei super-ricchi, le opere dei suoi amici artisti, ci sono i Chapman Brothers (la Wood era fidanzata di Jake Chapman…), John Baldessari, Edward Ruschka, Gary Hume, è un lungo elenco. Vengono mostrati un po’ come le cravatte di lui, tutte grigie, ma almeno la regista sa di cosa si sta parlando.

taxi teheran taxi teheran

Ottimo, su Rai5 alle 21, 15 il film iraniano “Taxi Teheran” di e con Jafar Panahi, Orso d’Oro a Berlino. Un film, un po’ come “Il tassinaro” di Alberto Sordi, tutto girato in taxi dove il protagonista, in questo caso lo stesso regista Jafar Panahi, guida l’auto e incontra dei personaggi diversi che raccontano un po’ alla volta il proprio paese e la propria città, in questo caso l’Iran e Teheran. Solo che mentre Sordi lo aveva fatto liberamente, per Panahi, che da vent’anni non può ufficialmente girare i suoi film, la cosa assume un altro valore. Non solo.

 

taxi teheran taxi teheran

I suoi personaggi, che sembrerebbero tutti veri o comunque realistici, entrano nel taxi e vengono ripresi sapendo di essere ripresi, ma non sono né personaggi famosi del film di Sordi, da Fellini a Andreotti né veri attori. Sono gente comune, il venditore di dvd pirata, favoloso, due signore, una ragazzina. L’idea è appunto quella di girare con una trovata, quella del taxi, un film sulla realtà del proprio paese visto dall’interno di uno spazio chiuso, e Panahi, in quanto personaggio pubblico, non recita un ruolo come Sordi, è se stesso tassinaro e star. Su Cielo alle 21, 15 avete la commedia “Genitori vs influencer” di Michela Andreozzi con Fabio Volo, Ginevra Francesconi, Giulia De Lellis, Paola Tiziana Cruciani, Nino Frassica. Magari due risate le fate.

 

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Rai 4 alle 21, 20 propone il cultissimo “Sex Crimes. Giochi pericolosi” diretto da John McNaughton con Matt Dillon e Kevin Bacon non poco turbati dalle bellissime Neve Campbell e Denise Richards, che allora avevano 24 e 27 anni, ma dovevano sembrare molto più piccole, Theresa Russell, Bill Murray e Robert Wagner. Pieno di scene sexy, come sapete benissimo, che fecero il successo del film. A cominciare dal bacio che si scambiano le due ragazzine protagoniste.

 

Neve Campbell non poteva spogliarsi, aveva un contratto molto rigido con la serie “Party of Five” che le impediva di farle, ma Denise Richards non aveva nessun contratto riguardo alle scene di nudo. In realtà quello che funzionò fu l’alchimia tra le due ragazze. Su Rai Uno alle 21, 30 la commedia sentimentale “Ti odio, anzi no, ti amo!” diretto nel 2021 da Peter Hutchings con Lucy Hale, Austin Stowell, Corbin Bernsen, Yasha Jackson, Brock Yurich, Sakina Jaffrey. Curiosamente ha buone critiche. Su Canale Nove alle 21, 35 avete anche il buon thriller “Parker” diretto da Taylor Hackford con Jason Statham, Jennifer Lopez, Nick Nolte, Michael Chiklis, Clifton Collins jr.

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Passiamo alla seconda serata con un classico di Massimo Troisi, “Scusate il ritardo” con Massimo Troisi, Giuliana De Sio, Lello Arena, Lina Polito, Franco Acampora, Cine 34 alle 23. Iris alle 23 propone un buon western di André De Toth girato nel 1953 in Warnercolor, “L’assedio di fuoco” con Randolph Scott, Wayne Morris, Joan Weldon, Charles Bronson. Cielo alle 23, 15 ripropone l’erotico con minorenni senza mutande “Tenere cugine” di David Hamilton con Thierry Tevini, Anja Schüte, Valérie Dumas, Évelyne Dandry. Rai4 alle 23, 45 ripresenta invece l’horror “La abuela” di Paco Plaza con Karina Kolokolchykova, Almudena Amor, Chacha Huang, Vera Valdez, Michael Collis, dove capiamo che è meglio lasciar perdere le nonnine pazze.

 

lucignolo lucignolo

Cine 34 all’1, 20 propone il primo film di Massimo Ceccherini regista e protagonista, l’ottimo “Lucignolo” con un cast di fedelissimi amici, Alessandro Paci, Carlo Monni, Flavio Bucci e una straripante Claudia Gerini che si esibisce in un numero di pole dance di 15 minuti che ci lasciò tutti di stucco anche perché non capivamo se aveva o no le mutande. Cecche se ne innamorò perdutamente. Difficile dargli torto. Ricordo anche apparizioni eccellenti di Paolo Rossi, Giancarlo Antognoni e Tinto Brass. Film adorato, guarda un po’, da Lietta Tornabuoni che di Cecche fu una vera fan.

 

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7Gold all’1, 30 propone il thriller erotico “Giochi d’adulti” di Alan J. Pakula con Kevin Kline, Mary Elizabeth Mastrantonio, Kevin Spacey, Forest Whitaker, Rebecca Miller. Rai Movie alle 2, 25 passa invece il bel film di Sean Penn “Into the Wild” con Emile Hirsch, Marcia Gay Harden, William Hurt, Jena Malone, Catherine Keener, vera storia di un ragazzo, Chris McCandless, bravissimo studente, che ingenuamente, dopo essersi laureato, pensa che sia facile esplorare l’America e scappare da tutto e finisce al freddo in Alaska dentro un autobus fermo. Su Rete 4 alle 2, 35 avete il trashissimo “Belli e brutti ridono tutti”, film a episodi di Domenico Paolella con Walter Chiari, Luciano Salce, Olga Karlatos, Cochi Ponzoni.

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 C’è di tutto. Ci sono pure presenze favolose come Riccardo Billi, Enzo De Toma e Walter Valdi. Molto curioso. Considerato da tutti poco divertente. Giovanni Buttafava adorava l’episodio di Cochi, volgarissimo, intitolato “Un bisogno urgente”. Indovinate quale… Iris alle 2, 40 passa invece “L’anno del dragone”, incredibile poliziesco diretto da Michael Cimino con Mickey Rourke, John Lone, Ariane, Leonard Termo, Raymond J. Barry, Caroline Kava. Su Cine 34 alle 2, 55 vedo che passa una delle ultime commedie sexy italiane, lo stanco “Italiani a Rio” diretto da Michele Massimo Tarantini, regista veramente emigrato a Rio, con Mauro Di Francesco, Silvio Spaccesi, Leo Gullotta, Gianni Ciardo, Clelia Rondinella.

 

che gioia vivere che gioia vivere

Molto carino, nel ricordo di quando lo vidi le prime volte, la commedia con anarchici bombaroli nell’Italia del 1921 “Che gioia vivere!” diretto da René Clément, scritto con De Bernardi e Benvenuti, con Alain Delon, la bellissima attrice polacca Barbara Kwiatkowska da noi nota come Barbara Lass, all’epoca scesa in Italia col marito Roman Polanski, Gino Cervi, Rina Morelli, Paolo Stoppa, Carlo Pisacane, Didi Perego, Ugo Tognazzi e Aroldo Tieri, Rete 4 alle 4, 10. E qui chiudo.

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