ROMA SANTA E DANNATA - TRAILER
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? Su Paramount+ ci sarebbe “Comandante” di Edoardo De Angelis con Pierfrancesco Favino a capo di un sommergibile italiano nella Seconda Guerra Mondiale. Visto a Venezia. Io, tra ieri e oggi, sto ancora vedendo alternati, più o meno i personaggi sono gli stessi e anche l’ambientazione a Parigi, “Cristobal Balenciaga” su Disney+ e “The New Look” su Apple Tv+. Haute couture del secolo scorso.
Il primo, una produzione spagnola, è molto più concentrata sui vestiti, anche perché non c’è tanta storia da raccontare. Il protagonista, Alberto San Juan, fa di Balenciaga un personaggio un po’ sottotono, totalmente dedito al suo lavoro. Devo dire che si parlano le lingue giuste, spagnolo e francese, e gli abiti hanno il loro spazio. Però alla fine della seconda puntata già mi ero addormentato.
Di “The New Look” ne ho viste tre puntate, le uniche si possano vedere su Apple tv+, ma devo dire che, anche se tutti parlano inglese, e questo è un male, è molto più ricca e viva, anche perché non si occupa tanto né della moda né del personaggio Christian Dior, troppo gay timido, impacciato, ancora più sottotono del Balenciaga della serie spagnola, interpretato dal bravissimo attore australiano Ben Mendelsohn, quanto della storia ben più spettacolare della Parigi occupata dai nazisti e dei rapporti che gli stilisti da Dior, al Lelong di John Malkovich a, soprattutto, la Coco Chanel di Juliette Binoche, hanno con i tedeschi.
In un misto di collaborazionismo e di sopravvivenza non sempre facile da separare. Anche se il personaggio più avventuriero, traditore, ma divertente diventa inevitabilmente Coco Chanel. Vediamo così il povero Christian Dior cercare di salvare la amata sorella Catherine, la Maisie Williams di “Games of Throne”, staffetta della resistenza parigina, dalla prigionia. E vediamo Coco che trama con tutti vendendosi amici e amanti indifferentemente. Si libera anche dei co-proprietari della Maison col fatto che sono ebrei.
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Certo. Parlano tutti inglese, e questo non va bene, e non c’è tanta moda. Però non solo non mi sono addormentato, ne voglio vedere di più. E la Coco Chanel di Juliette Binoche funziona benissimo nella sua ambiguità. Forse meglio della Coco di Anouk Grimberg nel Balenciaga. Curiosamente il Balenciaga di “The New Look” è meno mollo di quello della serie spagnola, più virile. Ma Ben Mendelsohn fa del personaggio di Dior qualcosa di abbastanza toccante nella sua ingenuità e nei suoi goffi tentativi di entrare nella storia per salvare la sua famiglia.
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Scordavo che la serie americana ha una track list di tutto rispetto, vanta perfino una nuova versione di “Blue Sky” di Irving Berlin cantata, nella terza puntata, da Lana Del Rey, per non parlare della partecipazione di Nick Cave (“La vie en rose”), Florence+ The Machine (“White Cliffs Of Dover”). E ha offerto fuori di copertine e di fotografie alle sue star, come Maisie Williams e Juliette Binoche, rivestite da Maria Grazia Chiuri.
E in chiaro che vediamo? Ovviamente non possiamo che seguire la serata di Rai Due. Prima, alle 21, 20, “Lo chiamavano Jeeg Robot”, cult movie di Gabriele Mainetti con Claudio Santamaria Ilenia Pastorelli e Luca Marinelli e poi, alle 23, 30, il documentario mio e di Dago diretto e fotografato da Daniele Ciprì “Roma, Santa e Dannata” alle 23, 30. Ovviamente non vedo grandi alternative.
Se proprio non avete voglia di vederlo (malissimo) ci sarebbero “I mercenari. The Expendables” di Sylvester Stallone con lo stesso Sylvester Stallone, Mickey Rourke, Jason Statham, Jet Li, Dolph Lundgren, Eric Roberts, Rai 4 alle 21, 20, cafonata divertente, e il più o meno simile “Rambo: Last Blood” di Adrian Grunberg con Sylvester Stallone, Paz Vega, Sergio Peris-Mencheta, Adriana Barraza, Yvette Monreal, Italia 1 alle 21, 20. Non mi ricordavo che ci fosse Paz Vega.
Rai Tre alle 21, 20 propone un’ottima versione di “Illusioni perdute” di Balzac diretta da Xavier Giannoli e interpretata da Benjamin Voisin, Vincent Lacoste, Cécile De France, Xavier Dolan, Gérard Depardieu. Balzac, già prima di Dagospia, puntava a farci sentire l’odore dei soldi, il rapporto fra giornali e potere, le bufale e le fake news (la bufala e la sua smentita sono due notizie” - “il giornale prenderà per vero tutto ciò che è probabile”), gli articoli comprati, l’editoria in mano agli analfabeti, gli scrittori piacioni, le recensioni di libri mai letti, le prime dove “i posti migliori sono occupati dai peggiori”, perfino il liberismo inteso come la libertà della volpe in un pollaio.
Quando l’ho visto pensavo di trovarmi di fronte a un film francese un po’ polveroso che cercava di rivitalizzare i tre volumoni di Balzac scritti tra il 1837 e il 1843, poco trattati in fondo da cinema e tv.
E invece Giannoli e il suo bravo co-sceneggiatore Jacques Fieschi lo rendono invece una sorta di “Lupo di Wolf Street” ottocentesco ma dove già si capisce tutto del rapporto fra stampa e potere e dove il personaggio del bel Lucien Chardon, interpretato dal bonazzo Benjamin Voisin, giovane poeta di provincia, arrivato nella capitale da Angouleme per la capitale, con degli ideali che verranno presto disillusi, non si rende bene conto che è precipitato in un gioco molto più grande di lui. Attualizzato, il mondo della restaurazione dopo Napoleone, diventa qui una sorta di prototipo della società di oggi, mancano solo gli algoritmi, dove l’arrivo delle rotative è qualcosa di rivoluzionario come l’arrivo di Internet, e i rapporti di forza e le tecniche di contagio e di acquisto della gente sono clamorosamente le stesse di oggi.
Perfino Lucien, da sempre innamorato della baronessa de Barceton, la bellissima Cecile de France, quando finalmente passerà la notte con lei, si fa comprare e Giannoli osa un’immagine pesantissima, ma giusta, dove la mano di lui coi soldi di lei sfiora il suo pisellone in primissimo piano. Anche qui alla Dago, cazzo+potere+soldi. E’ l’unica concessione a una sessualità che, per quanto Lucien si sforzi di fare il romantico, ci sembra poco adatta alla sua scalata sociale se non usata come chiave di svolta.
Gli incontri con Gerard Depardieu-editore sono bellissimi, avviso, Lucien finisce a scrivere su un giornaletto liberale e antigovernativo, “Le corsaire-Satan”, dove stroncherà libri e personaggi del tempo con gran felicità. Ma al tempo stesso, per cercare di ricuperare il nome e il titolo nobiliare della madre, flirta con i monarchici e con il giovane e arrivato scrittore Nathan, interpretato da Xavier Dolan, che funziona anche da narratore. In tutto questo, scaricato dall’amante, troppo legata alla potente cugina regina dei salotti, la marchesa d’Espard, Jeanne Balibar, si mette con la stellina del varietà Coralie, Salomé Dewaels, e cerca di lanciarla come attrice drammatica in una barbosissima commedia di Racine.
Su Rai premium alle 21, 20 potete rivedervi “Napoli milionaria” di Eduardo nella nuova versione diretta da Luca Miniero con Massimiliano Gallo, Vanessa Scalera, Michele Venitucci, Vincenzo Nemolato. Su Cielo alle 21, 15 trovate invece la bellissima Marine Vatch baby squillo in “Giovane e bella” di François Ozon con Géraldine Pailhas, Frédéric Pierrot, Charlotte Rampling, Johan Leysen. Ma quello che più stupisce nel personaggio della Vatch è il suo totale disincanto nei riguardi del mondo, delle persone.
Su Canale 27 alle 21 trovate “Gambit”, remake dell’ottimo giallo-comedy del 1966 diretto da Ronald Neame con Michael Caine e Shirley MacLaine, diretto 45 anni dopo da Michael Hoffman su un copione dei fratelli Coen con Cameron Diaz, Colin Firth, Alan Rickman, Tom Courtenay, Stanley Tucci, Cloris Leachman. Se nella prima versione, ideata da Bryan Forbes, il protagonista avrebbe dovuto essere Cary Grant, qui, nella versione scritta dai Coen, pasticciata da troppe mani, Colin Forth prende un po’ il posto pensato per Hugh Grant.
Ricordo come un solidissimo film “L’assoluzione” di Ulu Grosbard con un bello scontro tra Robert De Niro e Robert Duvall, Cyril Cusack, Burgess Meredith, Kenneth McMillan, Rai Movie alle 21, 10, dove un poliziotto, Robert Duvall, e suo fratello prete, Robert De Niro, sono alle prese col delitto di una prostituta che svela aspetti del potere cittadino poco gradevoli. Visto un secolo fa a Venezia. Tv2000 passa alle 20, 55 il piccolo, ma perfetto “Miracolo a Le Havre” di Aki Kaurismäki con Jean-Pierre Léaud, Kati Outinen, Jean-Pierre Darroussin, André Wilms, Elina Salo.
Marcel Marx (attenti al nome!), interpretato da un eccezionale vecchio attore francese, André Wilms, è uno scrittore che vive nelle vicinanze del porto di Le Havre assieme alla moglie malata Arletty, cioè Kati Outlinen, la musa degli ultimi film di Kaurismaki. Campa facendo il lustrascarpe e passa il suo tempo dividendosi fra il baretto frequentato dai vecchi amici di sempre e le visite al porto. Proprio al porto, incontra e porta a casa un ragazzino africano, Idrissa, che ha viaggiato chiuso in un container come tanti extracomunitari in fuga dal proprio paese. “E’ Londra”, gli chiede. “No, Londra è dall’altra parte”, gli risponde Marcel.
Tutto il film seguirà, con toni tra Renoir e De Sica, i tentativi di Marcel per spedire il ragazzino a Londra, in una Francia, e in un’Europa, che da tempo hanno perso i valori della solidarietà. La solidarietà Marcel la troverà tra i suoi vecchi e scombinati amici, il nano rocker Little Bob, perfino il poliziotto interpretato da Jean-Pierre Darrousin. Viene fuori il ritratto di un’Europa di sans papier più viva e fraterna di quello che potremmo pensare leggendo i giornali, dove i valori della vita vengono ristabiliti dalla pratica quotidiana più che dal potere economico. Detto questo su Mubi trovate praticamente l’opera integrale di Kaurosmaki.
Cine 34 alle 21 propone un’ottima commedia corale di Carlo Verdone “Ma che colpa abbiamo noi” con Margherita Buy, Anita Caprioli, Stefano Pesce, Lucia Sardo, Fabio Traversa. L’inizio è notevole. La psicanalista di un gruppo in analisi muore mentre i suoi pazienti stanno parlando e lì per lì neppure se ne accorgono. Rimasti soli coi loro problemi, ritenendosi un gruppo ormai collaudato e non fidandosi troppo di altri strizzacervelli, gli orfani decidono di farsi le analisi di gruppo da soli, passando di casa in casa e confrontandosi così con la realtà più o meno squallida di ognuno.
Ne viene, o dovrebbe venirne fuori, un ritratto comico-realistico-sentimentale di un gruppo di italiani diversi per età, classe e cultura, ma uniti dallo stesso senso di oppressione del presente, della loro condizione umana e sentimentale. Se ne potrebbe fare una grande serie comedy. Iris alle 21 ci sarebbe “Prisoners” di Denis Villeneuve, thrillerone un po’ disturbante con Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Maria Bello, Terrence Howard, Viola Davis, Melissa Leo.
In seconda serata, Cielo alle 23, 15, ci sarebbe l’erotichello nippo-francese a episodi “Collections privées” di Just Jaeckin, Shuji Terayama, Walerian Borowczyk con Roland Blanche, Marie-Catherine Conti, Marpessa Dawn, Laura Gemser, Jûzô Itami. Occhio alla sirena traditrice di Laura Gemser nel primo episodio. Borowczyk se la cava con un racconto di da Guy de Maupassant. Non memorabile. Assolutamente da registrare “Contretemps” di Jean-Daniel Pollet, meno noto maestro della Nouvella Vague molto legato a Sollers, Kristeva, ecc, e assolutamente da riscoprire, con Antoine Duhamel, Leïla Geissler, Julia Kristeva, Maria Loutraki, Claude Melki.
In realtà questo film è un montaggio di celebri lavori di Pollet, che dovrebbe stimolarvi a vedere i suoi classici. Nella notte più fonda, dopo aver visto “Roma santa e dannata” potete dare una sbirciatina a “E vennero in quattro per uccidere Sartana” di Miles Deem alias Demofilo Fidani con Jeff Cameron, Anthony C. Stanton, Celso Faria, Dennis Colt, Rete 4 alle 2, 45. Rai Tre alle 3, 20 propone il film per cinefili nottambuli “Se eu fosse ladrão... roubava” del maestro portoghese Paulo Rocha con Isabel Ruth, Luis Miguel Cintra, Márcia Breia, Chandra Malatitch, Raquel Dias. Rarissimo, ma non credo prio sia un capolavoro, “Il pirata del diavolo” di Roberto Mauri con Richard Harrison, Paolo Solvay, Walter Brandy, Annamaria Ubaldi, Rete 4 alle 4, 15.
Su Rai Movie alle 5, però, attenzione, arriva Brigitte Bardot in “A briglia sciolta” di Roger Vadim con Michel Subor, Jacques Riberolles, Joséphine James. La chiuderei qui, che magari Ciro Ippolito che si alza all’alba, se lo vede, ma non posso non segnalare “Nel gorgo del peccato”, melo di Vittorio Cottafavi con Elisa Cegani, Fausto Tozzi, Margot Hielschera, Franco Fabrizi, Iris alle 5, 35. Imperdibile.
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