Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera in chiaro? Le cose più interessanti sono i grandi classici di Hollywood. Come “Il grinta” di Henry Hathaway, che fu un maestro del genere western, anche se era dittatoriale sul set, con John Wayne, premiato qui con il suo unico Oscar, in uno dei ruoli migliori di sempre, quello di Rooster Cogburn, il giovane Glen Campbell, la ragazzina sveglia Kim Darby, ma anche Dennis Hopper, Strother Martin e Robert Duvall come il cattivo Ned Pepper, Iris alle 21. Nel ruolo del giovane Texas Ranger, LaBouef, venne chiesto a Elvis Presley di fare il partner di John Wayne, ma il colonnello Parker glielo vietò. Quando John Wayne vinse l’Oscar per il vecchio pistolero con un occhio solo disse: “Wow. Se l’avessi saputo prima, avrei messo quella benda sull’occhio 35 anni prima”.
E si giustificò con Barbra Streisand con la battuta “E’ la fortuna del principiante”. A Wayne non piaceva Kim Darby nel ruolo che aveva pensato di offrire a sua figlia Aissa. E non piaceva neanche a Hathaway. Ma la Darby, malgrado avesse 21 anni e non 14 come nella storia, ci sembrò la scelta migliore. Invece Wayne apprezzò molto il copione della blacklisted Marguerite Roberts. Le scrisse che era “magnifico” e sperava che ne scrivesse altri per lui. Duvall, che si scontrò con Hathaway, adorò lavorare con Wayne (“è una brava persona e un ottimo attore naturale”).
Mi piace molto anche “Il grinta” dei Coen con Jeff Bridges, devo dire. Difficile scegliere chi sia il migliore. Inoltre vedo che a Torino, nel suo ultimo anno da direttore, Steve Della Casa ha scelto proprio John Wayne, che per anni rappresentò la nostra contraddizione di giovani critici. Amavamo i suoi film, amavamo lui sullo schermo, ma non amavamo le sue idee.
Classico di Hollywood ancora più raro è “Picnic” diretto da Joshua Logan, tratto dal testo teatrale premio di William Inge sul Kansas rurale con William Holden, Kim Novak, Susan Strasberg, Rosalind Russell, Cliff Robertson, TV2000 alle 20, 55, che non ho mai visto al cinema. E molto mi spiace vista l’incredibile fotografia a colori e Cinemascope di James Wong Howe e del suo assistente, Haskell Wexler, che girarono nei grandi set naturali di Salina, in Kansas. William Holden, che a 37 anni si sentiva vecchio per il ruolo, non voleva affatto fare la scena del ballo a petto nudo. Venne convinto con l’alcol. E la scena fu memorabile.
Qualche attore della versione teatrale rimase, Arthur O’Connell, Reta Shaw, ma Holden prese il posto di Ralph Meeker, Cliff Robertson quello di Paul Newman, Kim Novak quello di Janice Rule. Fu il produttore Harry Cohn, potente boss della Columbia, a volere Kim Novak, che era la sua amante, protagonista del film al posto di Janice Rule, adorata da Joshua Logan.
Per Kim Novak fu la consacrazione da star, anche se poi tradì Cohn scappando con Sammy Davis Jr. Si racconta che Cohn, orrendo boss, fece sapere a Sammy Davis che se non voleva perdere anche l’altro occhio doveva riportargli Kim Novak. Per scappare da Cohn, William Holden, che era sotto contratto con la Columbia, si fece dare solo 30 mila dollari al posto di 250 mila. In pratica, Holden e Novak furono imposizione del produttore. Logan spinse invece su Rosalind Russell, sua grande amica.
Voliamo un po’ più basso con “Finalmente la felicità” di Leonardo Pieraccioni con Ariadna Romero, Rocco Papaleo, Thyago Alves, Barbara Bouchet, Cine 34 alle 21. Su Canale 20 alle 21, 05 trovate invece il ricchissimo horror con zombie velocissimi “World War Z” diretto da Marc Forster, scritto da Max Brooks con Brad Pitt, Mireille Enos, James Badge Dale, Daniella Kertesz, Matthew Fox, David Morse. Doveva essere un sicuro flop, dopo i casini sul set, gran parte di film rigirato, tutta una scena con Favino, ad esempio, e invece andò benissimo, al punto che fu il più grande incasso di Brad Pitt del momento.
valerian e la citta' dai mille pianeti
Su Rai Movie alle 21, 10 avete “Valerian e la città dei mille pianeti”, ricchissimo e non fortunatissimo fantasy di Luc Besson con la coppia dei giovani e belli Dana DeHaan Cara Delevingne, un cast pieno di sorprese, da Rihanna a Clive Owen, da Ethan Hawke a Rutger Hauer, e soprattutto un budget clamoroso di 200 milioni di dollari. Il film più costoso che la Francia abbia mai fatto. Ma funzionò bene solo in Cina.
VALERIAN E LA CITTA DEI MILLE PIANETI
Per Besson era il film della sua vita, tratto da una graphic novel, “Valérian e Laureline”, scritta da Pierre Christin e illustrata da Jean-Claude Mézières, che non solo aveva molto amato in gioventù, ma che lo aveva molto ispirato per i suoi film di fantascienza, come il geniale e riuscitissimo Il quinto elemento. Anche se, diciamo, Besson non è più lo stesso regista che era ai tempi de “Il quinto elemento”, e molti film che ha scritto, prodotto, diretto da allora ne hanno cambiato in qualche modo la forza e la freschezza.
VALERIAN E LA CITTA DEI MILLE PIANETI
Valérian, insomma, è puro Besson al suo meglio e al suo peggio di come è in questi ultimi anni. Non può avere la freschezza dei suoi primi film, anche se la cerca nei due giovani protagonisti, bravi e bellissimi, ma non so quanto forti come immagine di coppia, ricicla molte cose viste, come il misterioso pianeta di elfi longilinei che Valérian sogna e che gli entra proprio dentro dando il via alla storia. Il film funziona però quando arrivano Ethan Hawke come buffo pappone e una strepitosa Rihanna come Bubble, la trasformista, sorta di aliena-Fregoli in grado di prendere le forme di chiunque e di citare i versi di Paul Verlaine.
Su Canale 27 alle 21, 10 abbiamo la commedia “Le amiche della sposa” di Paul Feig con Rose Byrne, Jon Hamm, Kristen Wiig, Maya Rudolph, Melissa McCarthy, Ellie Kemper, mentre Cielo alle 21, 15 si butta sul fantascientifico “Riddick” di David Twohy con Vin Diesel, Karl Urban, Katee Sackhoff, Jordi Mollà, Nolan Gerard Funk, Matt Nable, e Rai 5 sul bellissimo film di Ken Loach “My Name Is Joe” con Peter Mullan, Louise Goodall, Gary Lewis, Lorraine Mcintosh, filmone sociale ambientato nella Glasgow proletaria che fece vincere il Premio come Migliore Attore a Cannes a Peter Mullan.
Parliamo di sbarchi, di bambini, di Lampedusa e di accoglienza nel bel film di Maurizio Zaccaro “Nour” con Sergio Castellitto, Raffaella Rea, Linda Mresy, Valeria D'Obici, Fabio Bussotti, Rai Tre alle 21, 20. Dedicato a Ermanno Olmi. Rai 4 alle 21, 20 si butta su una terza versione della saga “Millenium”, intitolata “Millenium – Quello che non uccide”, diretta dal regista di action Fede Alvarez con Claire Foy, Sverrir Gudnason, Sylvia Hoeks, Lakeith Stanfield, Claes Bang. Malgrado la sceneggiatura di Steven Knight non funzionò benissimo.
millennium quello che non uccide
Capello corto nero, occhi penetranti, tatuaggio del dragone sulla schiena, sempre vestita di pelle, pronta a ricucirsi le ferite con la spillatrice, definitivamente lesbo (o no?), Lisbeth Salander, l’eroina della saga Millenium, è incarnata stavolta da Claire Foy, bravissima attrice inglese trentaduenne, già vista in The Crown e in “First Man”. La dirige in questa nuova avventura l’uruguagio Fede Alvarez al posto di David Fincher.
millennium quello che non uccide
Ricco, ben girato, benissimo interpretato da un cast di femmini forti, da Claire Foy a Sylvia Hoeks come sua sorella Camilla, rossovestita e quasi albina, e Vicky Krieps, mentre i maschi hanno ruoli un po’ moscioni, a cominciare da quello del nuovo Mikael, cioè Svennir Gudnasson, il film, dopo un ottimo inizio in una Stoccolma fotografata da paura, prende la piega un po’ ovvia tra un Mission: Impossible e un film di supereroi con fluidità sessuale.
Sarà che deve piacere a tutti, verissimo, avremmo però desiderato qualcosa in più proprio sul personaggio di Lisbeth, che Claire Foy cerca di far suo solo partendo dal suo corpo un po’ androgino e dalle espressioni del viso. Non è bella come le due Lisbeth precedenti, Noomi Rapace e Rooney Mara, né come le sue possibili rivali per il reboot, Natalie Portman, Scarlett Johansson, Alicia Vikander, ma ha molta personalità e capacità recitative. Del resto il pur bravo Fede Alexander, non è David Fincher. Su Canale Nove alle 21, 25 torna il thriller “Parker” di Taylor Hackford con Jason Statham, Jennifer Lopez, Nick Nolte, Michael Chiklis, Clifton Collins jr.
Passiamo alla seconda serata, Cine 34 alle 23, 05, con il capolavoro di Federico Fellini più e più volte saccheggiato da Hollywood e non solo, “Lo sceicco bianco” diretto da Federico Fellini con Alberto Sordi ome lo sceicco bianco eroe dei fotoromanzi, Brunella Bovo e Leopoldo Trieste come la coppietta Wanda e Ivan per la prima volta a Roma, Giulietta Masina, Lilia Landi, Ernesto Almirante. Tra i remake mettiamoci anche lo spot che girò Coppola per il Caffè Illy con Valentina Cervi, Massimo Ghini e lo stesso Leopoldo Trieste. Meglio di tutti i film di Woody Allen che ruotano attorno alla storia felliniana.
Su Cielo alle 23, 30 l’erotico “Blue Jeans” di Mario Imperoli con Gloria Guida, Paolo Carlini, Annie Carol Edel, Gianluigi Chirizzi, Mario Pisu. E’ la seconda delle commedie sexy con Gloria Guida, anche se è più mélo con prostitute che una commedia. Mario Imperoli lo gira e lo produce per la Roma Film International solo un anno dopo l’esordio dell’attrice con La Ragazzina, sempre diretto da lui. È uno dei film di maggior culto di Gloria Guida che gioca molto sul tema dell’incesto paterno e che porterà allo sviluppo in senso drammatico di altri suoi film, come Avere vent’anni di Fernando Di Leo. Famosi i titoli di testa che si aprono col sedere di Gloria Guida inguianato nei blue jeans del titolo.
7Gold alle 23, 30 presenta il lontano “Uomini d’argento” diretto in Svizzera dal cecoslovacco Ivan Passer con Michael Caine, Cybill Shepherd, Stéphane Audran, David Warner, Joss Ackland, Jay Leno, Martin Balsam e Louis Jourdan nel ruolo del Principe Gianfranco di Siracusa pensato per Vittorio Gassman. Così così. I fan di John Wayne e John Ford gradiranno molto il ritorno del magistrale “In nome di Dio”, Iris alle 23, 40, dove John Wayne, Pedro Armendariz e Harry Carey jr. sono trfe banditi che attraversano il deserto e diventano i padrini, buoni, di un bambino unico superstite del massacro di una carovana di pionieri. Remake di un film muto di Ford con Harry Carey Sr, è un omaggio all’attore, come leggiamo sui titoli di testa.
Ma è anche il grande modello di una serie di film con i tre padrini buoni che salvano un bambino e si comportano da eroi. Occhio che su Rai4 alle 23, 55 avete il blasonatissimo “Titane” di Julia Ducournau con Agathe Rousselle, Vincent Lindon, Nathalie Boyer, Myriem Akheddiou, Dominique Frot, dove Titane è il nome del bambino che la svalvolata protagonista partorirà dopo essersi scopata una automobile. Non so se sia un capolavoro, anche se ha comunque vinto un’edizione molto discussa di Cannes distruggendo il povero “Tre piani” di Nanni Moretti. Certo.
Allo spettatore meno giovane non sfuggono le relazioni con veri capolavori come “Crash” di David Cronenberg e “Tetsuo” di Shinya Tsukamoto, e di fatto non si inventa un linguaggio nuovo, è un po' una Gaspar Noé femmina, ma è certo un ottimo esempio di libertà creativa per la post-pandemia. Offre a un pubblico più giovane un po’ di montagne russe, un po’ di manga esportato, e una trama moderna, la ricerca dell’identità di genere, la ricerca dell’amore paterno o materno, in una salsa che è molto piaciuta alle giurate di Cannes, che lo hanno visto come film nuovo, come vendetta rispetto a anni e anni e anni di premi ai film dell’orrendo patriarcato maschile, fossero firmati da Almodovar, Tarantino, Moretti erano in fondo la stessa cosa.
jamie foxx colin farrell miami vice
Iris all’1, 45 vi offre il più immediato “Miami Vice”, versione cinematografica delle celebre serie tv, diretta da Michael Mann con Colin Farrell, Jamie Foxx, Gong Li, Naomie Harris, Ciaran Hinds, Justin Theroux. Bel cast, grande stile, ma non piacque molto a nessuno. Il vecchio telefilm aveva un’immagine più forte. Su Cine 34 alle 2, 20 occhio che passa un interessante film di Giovanna Gagliardo, “Caldo soffocante”, scritto con Ennio De Concini e Roberta Mazzoni, con Christine Boisson, che gira nella Roma calda dell’estate del 1990 con tanto di mondiale, Ennio Fantastichini, Gabriele Ferzetti, Valeria Fabrizi, Tony Sperandeo. Vedo che ci sono apparizioni eccellenti di Jacques Sernas, Laura Betti, Alberto Moravia, Ruggero Orlando, Mauro Bolognini.
Raro anche il lacrima movie “Dedicato a una stella” di Luigi Cozzi con Pamela Villoresi, Richard Johnson, Maria A. Belluzzi, Francesco D'Adda, Rete 4 alle 2, 35. Rai Due programma addirittura alle 3, 55 un buon camorra movie come “Nato a Casal di principe” di Bruno Oliviero con Alessio Lapice, Donatella Finocchiaro, Massimiliano Gallo, Francesco Pellegrino, un film che aveva qualche chance d’ascolto, secondo me. Attenzione che alle 5, 25 su Iris passa l’hard di Joe D’Amato presentato da Amanda Lear (giura che non sapeva che fosse un hard…) “Follie di notte”.
Ma il vero film stracult della notte, assolutamente da registrare, è il rarissimo “La fabbrica dei soldi”, film a episodi firmati dallo spagnolo Juan Estelrich, dal francese Jean-Claude Roy e dall’italiano, anzi napoletano Riccardo Pazzaglia con José Luis López Vázquez, Michel Serrault, Agnès Spaak, Salvo Randone. Non ho mai visto l’episodio di Pazzaglia, “La morte in affitto”, già autore di un piccolo capolavoro comico come “L’onorata società” è sono molto interessato. Gli attori sono Salvo Randone, Antonio Allocca, Giacomo Furia, Liana Orfei, Aldo Giuffrè, Marisa Merlini e Carlo Croccolo.
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