Marco Giusti per Dagospia
E stasera che vediamo aspettando i David di Donatello di domani sera? Non so, io in questi giorni mi sono visto un po’ di thriller americani con le ragazze cattive. “Greta”, ultimo film dell’irlandese Neil Jordan su Sky, con Isabelle Huppert del tutto svitata che adesca ragazze orfane sulla metropolitana e instaura con loro un rapporto assolutamente anormale.
Ci casca la scream girl Chloë Grace Moretz, che ha rotto i ponti col padre e vive in un loft della sua amica ricca, Maika Monroes, favolosa. Come incontra Greta pensa a un sano rapporto madre-figlia.
Poi scopre diverse cose. La prima parte è meglio della prima. Ho visto anche “Knock Knock” di Eli Roth, Prime, dove due bellissime ragazze, Ana de Armas in versione bionda e Lorena Izzo imboccano nella villa di un ricco architetto di Los Angeles, Keanu Reeves, che è rimasto da solo a lavorare mentre la moglie artista e i figlioletti sono andati al mare, e cercano in tutti i modi di farselo.
Ci casca, ovviamente, anche se giura di essere stato fedele per 14 anni alla moglie e a quel punto il film prende una piega inaspettata dove proprio lui, il maschio che le ha accolte a casa, diventerà il loro giocattolo preferito. Remake di un cult movie poco noto in Italia, “Death Game” con Seymour Cassel, Coleen Camp, che qui fa una piccola apparizione, davvero irriconoscibile, e Sondra Locke. La Locke e la Camp sono anche produttrici esecutive del film, girato nel 2015, e che mi sembra praticamente identico. Leggo che ne fecero anche una versione spagnola nel 1980, diretta da Manuel Esteba, “Viciosas al desnudo”, con Jack Taylor, Adriana Vega e Eva Lyberten. Trashissimo. In chiaro, invece, cosa abbiamo?
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Su Iris alle 21, l’ultimo James Bond, non prodotto da Saltzman e Broccoli, con Sean Connery, “Mai dire mai” di Irvin Kershner con Klaus Maria Brandauer, Max Von Sydow, Barbara Carrera, Kim Basinger.
Lo ricordo come un James Bond apocrifo, ma più vero di tanti Bond veri senza Connery. Cast assolutamente strepitoso. Kershner veniva direttamente dal mondo di Star Wars. Cine 34 alle 21 presenta invece Antonio Albanese nella terza delle avventure di Cetto Laqualunque, cioè “Cetto c’è, senza dubbiamente” di Giulio Manfredonia, con Nicola Rignanese, Caterina Shulha, Gianfelice Imparato. Non fresco come il primo episodio, torna dai suoi amati spettatori al grido di “Viva la Monarchia! Int’o culo a Cavour!” a ben nove anni di distanza dal primo film, “Qualunquemente”, il migliore dei tre film, e sette dal secondo e meno fortunato sequel, “Tutto tutto, niente niente”, il meno riuscito dei tre. Almeno qui la favoletta del pretendente al Regno delle Due Sicilie, diventate delle Due Calabrie, ha una sua unità di racconto, anche se tanti personaggi si perdono per strada, la moglie tedesca ad esempio, la notevole Caterina Schula, la prima moglie diventata suora, Lorenza Indovina, sempre bravissima.
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Ma al di là della riuscita del film, fa piacere rivedere il vecchio Cetto a zonzo per gli schermi italiani accompagnato dal fido e torvo Pino di Nicola Rignanese, pronto a cedere ai piani politici del perfido Venanzio di Gianfelice Imparato. Come ben capisce lo stesso Cetto, non si tratta di offrire agli italiani la Monarchia, ma “la minchiata giusta al momento giusto”. Ecco.
Su Canale 20 alle 21, 05 trovate invece il kolossal di Hong Kong “Rise of the Legend – La nascita della leggenda” di Roy Hin Yeung Chow con Sammo Kam-Bo Hung, Ed die Peng, Luodan Wang ambientato nel 1868 durante la dinastia Qing. Non era totalmente riuscito, anzi era proprio un disastro, ma aveva una grande ambientazione italiana e un notevolissimo Tomas Milian come Akiss che non appare sui titoli di testa il “King David” dell’australiano Bruce Beresford con Richard Gere protagonista, assieme a Edward Woodward, Alice Krige, Denise Quilley, Cherie Lunghi, Tv2000 alle 21, 10. Attenti che trovate anche altri attori italiani, Marino Masè, George Eastman, Nick Di Gioia, Omero Capanna e Massimo Sarchielli. Rarissimo.
Non credo sia un capolavoro malgrado il cast “La rivolta delle ex” di Mark Waters con Matthew McConaughey, Jennifer Garner, Micahel Douglas, canale 27 alle 21, 10. Meglio, me lo rivedrei subito, il tardo western civile diretto da Michael Winner nel 1970 negli stessi set di “Ro Lobo” di Howard Hawks e scritto da Gerald Wilson, “Io sono la legge”, con Burt Lancaster come lo sceriffo buono a caccia di un gruppo di rispettabili cittadini di Maddox che hanno ucciso un innocente, Robert Ryan come lo sceriffo di Maddox, Lee J. Cobb, Robert Duvall, Sheree North, Albert Salmi, Joseph Wiseman e Richard Jordan al suo primo film, Rai Movie alle 21, 10.
Burt, che sembrava già vecchio, aveva solo 58 anni. Su Cielo alle 21, 15 mi sembra piuttosto interessante il film danese del 2020 di poliziotti e rivolte giovanili “Shorta” di Frederik Louis Hviid, Anders Ohlholm con Jacob Locman e Simon Sears. I fan di Vin Diesel troveranno il loro eroe in “Bloddshot” di Dave Wilson con Guy Pearce, Eiza Gonzales, Italia 1 alle 21, 20.
Ottimo, lo sapete bene, “Speed” di Jan De Bont, il primo della serie, con Keanu Reeves sull’autobus imbottito di esplosivo che viaggia a ottanta miglia all’ora che deve impedire che esploda. Boom! Ci sono anche Dennis Hopper, Sandra Bullock, Jeff Daniels, Canale Nove alle 21, 25. Eviterei “Nonno, questa volta è guerra” commedia di Tim Hll con Robert de Niro in versione nonno, Uma Thurman, Jane Seymour, Christopher Walken, Tv8 alle 21, 30.
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Mi era piaciuto invece “5 è il numero perfetto”, scritto, disegnato e diretto dal fumettista Igort al suo primo film, Rai 5 alle 22, 15. Devo dire che l’impianto visivo del film, tra la fotografia di Nikolaj Bruel e le trovate grafiche e scenografiche di Igort, è folgorante, l’interpretazione di Toni Servillo con tutta la sua narrazione alla Sin City e i duetti con Carlo Buccirosso spettacolare, gran parte delle battute (“Ho vissuto i miei giorni come se si beve un liquore troppo forte. Lo butti giù, ma non sai veramente che gusto avesse”) notevoli. Per non parlare delle apparizioni di attori minori eccellenti, da Gigio Morra a Nello Mascia al nasuto Vincenzo Nemolato.
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E dire che abbiamo aspettato quasi vent’anni per vedere questo film. Perché è dal 2000 e qualcosa che qualche produttore, perfino Marco Muller, cercava di metterlo in scena con registi diversi, si va da Johnnie To a Egidio Eronico, e con idee di cinema diverse. Poi, grazie al successo di film napoletani con guappi vecchi e nuovi come Gomorra e Ammore e malavita, lo dirige lo stesso Igort, che da bravo fumettaro sa cosa vuole farci vedere, ma ha qualche problema da autore di opera prima. E, soprattutto, è troppo legato al suo testo, che è appunto un fumetto e non la sceneggiatura di un film.
Così il film, un revenge movie ambientato nel 1972 con un vecchio killer, Peppino Lo Cicero, Servillo, che si vendica della morte del figlio prendendosela con due bande rivali aiutato dal vecchio socio Totò ’o Macellaro, Buccirosso, e da una vecchia fiamma, Golino, parte benissimo tra impatto visivo e presentazione dei personaggi, ma a un certo punto si incarta un po’, perdendo di interesse, proprio quando eravamo preparati a un crescendo. Giocando un po’ col fumetto un po’ col cinema di genere, c’è perfino una spettacolare scena con Peppino che va al cinema Gioiello a vedere “5 dita di violenza”, ci saremmo aspettati un controllo maggiore della storia e una evoluzione in senso di dramma e azione. Non un raffreddamento.
Come ci saremmo aspettati, una volta messa in campo la coppia Totò e Peppino, un giusto sviluppo comico del duo Buccirosso-Servillo, che sono meravigliosi assieme. Anche così, lo posso sottoscrivere, il film mi piace parecchio, perché almeno prende una strada del tutto nuovo rispetto al camorra-movie dei nostri giorni e rimane un piacere per gli occhi e per le orecchie sentire attori di questo calibro.
In seconda serata trovate anche un action con John Cena, “12 Rounds” di Renny Harlin con Aidan Gillen, Ashley Scott, Rai 4 alle 22, 50, il divertente “Dave. Presidente per un giorno” di Ivan Reitman con Kevin Klinem Sigourney Weaver, Frank Langella, Ben Kingsley, Canale 27 alle 22, 40. Rai Movie lancia alle 22, 55 un tardo western con Charles Bronson, “Io non credo a nessuno” diretto dall’eccellente Tom Gries, scritto da un maestro dell’action come Alistair MacLean, con Ben Johnson, Jill Ireland, Richard Crenna, storiona gialla tutta girata su un treno in corsa. Il grande Yakima Kanutt, celebre regista di seconde unità hollywoodiane (“Ben-Hur”), è il responsabile della memorabile scena di botte sul tetto del treno in corsa eseguita dagli stuntman di Bronson e Archie Moore, cioè Howard Curtis e Tony Brubaker. Solo questa scena valeva il prezzo del biglietto. Ammesso che abbia pagato…
Ma avete anche il vecchio e meraviglioso “Dune” diretto da David Lynch, fotografato da FReddie Francis, prodotto da Dino De Laurentiis con Kyle MacLachlan, Silvana Mangano, José Ferrer. asterebbe la mezzora iniziale… Su Cine 34 alle 00, 40 svegliate i fan del cinema italiano stracult che passa “L’ultimo harem” di Sergio Garrone con Corinne Cléry, nudissima, George Lazemby, il James Bond australiana di scarsa fortuna, Daniela Poggi, nudissima, Maria Kosty, Ursula Buchfeliner, Adriana Vega, Mirta Miller. La storia vede la bella modella Corinne Cléry in quel di Cannes che si innamora di un ricco ministro di un emirato. Lo sposa ma presto scopre di essere la sua quarta moglie.
Minchia! Dice Garrone che il film “non rispetta né il libro di Vasquez Figueroa né la mia sceneggiatura tratta dal libro, Perché l’intervento della produzione è stato pesante e si sono preoccupati dei dialoghi e non di quella che era la storia base”. In pratica il film è stato manipolata dalla produzione e da film di quasi denuncia della condizione della donna nella famiglia islamica è diventato un’operetta. I produttori, secondo Garrone, ebbero paura di offendere il mondo arabo e “l’hanno fatto diventare una storia d’amore, togliendo la parte più interessante che scavava nella psicologia dell’uomo. E questo perché non accettavano che Garrone facesse questo tipo di film: potevo fare western, horror, film di guerra e nazisti, ma non film di denuncia”. Da non perdere.
Non male su Cine 34 alle 2, 10 il noir con Luca Zingaretti cravattaro, come dicono a Roma, “Vite strozzate”, diretto con bella mano da Ricky Tognazzi. Protagonista è il grande Vincent Lindon, commercialista in un mare di guai, che sarà costretto a sacrificare anche sua moglie, una bonissima Sabrina Ferilli, alle voglie di Zingaretti, qui in versione viscidissima. Ci sono anche Ricky Memphis e Lina Sastri. Andrebbe assolutamente rivisto. Stracultissimo, accidenti!, è anche “Morbosità” di Luigi Russo, erotico drammatico con Eva Czemerys, Gianni Macchia, Paul Muller, Jenny Tamburi, Rete 4 alle 2, 15. Provincia marcia, ricatti, mignotte sono al centro della storia ambientata interamente a Modena. Jenny Tamburi è la sorellina verginella della scatenata Czemerys che si concede a chiunque possa offrire dei vantaggi a lei e al suo amico del cuore Gianni Macchia. Ma la Tamburi non vuole fare la sua stessa fine…Su Iris alle 2, 35, certo, avete “Gangster Story” di Arthur Penn con Warren Beatty, Faye Dunaway, Gene Hackman, Michael J. Pollard, Estelle Parsons…
Chiudo con due capolavori come “Maciste contro i mostri” di Guido Malatesta con Reg Lewis, Margaret Lee, Luciano Marin, Cine 34 alle 4, 40 e “Il vendicatore mascherato” di Pino mercanti con Guy Madison, Lisa Gastoni, Jean Claudio, Gastone Moschin, Rai Movie alle 5. Mai visto. Uffa…
Riguardo al primo ricordo che Reg Lewis, racconta Marzelli in “Le città del cinema”, fu scelto sfogliando una rivista di culturismo: lavorò gratuitamente in cambio di un contratto per altri due film che però non furono girati. Margaret Lee (che in realtà si chiama Ree) fu scelta sull’onda della sua fama inglese come sosia di Marilyn Monroe: esordì in Italia con questo film e fu ricompensata con 500.000 lire su un budget di 100 milioni. Rimase da noi anni.. Il mostro e gli altri trucchi furono opera di Carlo Rambaldi, che percepì complessivamente un compenso di 6.000.000 comprese le spese: il mostro era lungo 12 metri e il camion che lo trasportava si ruppe bloccando per qualche ora il traffico sulla Gianicolense, tra lo stupore dei passanti.
“Quando vidi che la mattinata passava e il mostro non arrivava, gli andai incontro. Alla circonvallazione Gianicolense trovo un mostro in mezzo alla strada con tutta la gente intorno che non poteva camminare per la strada perché l’aveva fatto troppo grande. Dovette tagliargli le gambe in maniera che si potessero rimontare e in questo modo partì tutta la mattinata”.