Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera ormai cotti dal caldo? Se andate per piazze e arene vedo che a Bologna a Piazza Maggiore, per il Cinema Ritrovato, avete la copia ritrovata&restaurata, ancora fresca di proiezione a Cannes, de “Il ferroviere” di Pietro Germi con lo stesso Germi protagonista, anche se il produttore, Carlo Ponti, avrebbe voluto al suo posto un attore americano, Broderick Crawford o Spencer Tracy.
Invece Germi funzionò e coi baffoni e il sigaro diventò un personaggio. E scatenò poi una polemica infinita perché si definiva antifascista, ma soprattutto anticomunista (“per me i comunisti sono come la scarlattina”), cosa che non venne ben vista dalla critica di sinistra del tempo. E si è sempre detto che Germi fu sottovalutato. Eppure ogni anno, da quando vado al cinema, sento un recupero del sottovalutato Germi. No. Basta. Vi prego. Non è mai stato sottovalutato. E non vale i davvero grandi, come Dino Risi.
Con lui, nel film, ci sono la bellissima Sylva Koscina, che, secondo la mitologia di Cinecittà, aveva due seni da slava che stavano sempre su e nessuno li poteva nemmeno sfiorare, Saro Urzì, Carlo Giuffré. Lo scrissero Alfredo Giannetti e Luciano Vincenzoni. A Roma, a Piazza San Cosimato per il cinema in piazza avete la proiezione del bellissimo “Manchester By The Sea” di Kenneth Lonergan con Casey Affleck e Michelle Williams, presentato dallo stesso Kenneth Lonergan introdotto da Antonio Monda (ve lo ricordate, no?).
sergio castellitto il cattivo poeta
Se rimanete a casa modello animale mitologico, come diceva il Cipolla, metà uomo metà divano, svegliate il ministro della cultura Genny Sangiuliano, quello che si lamentava che non ci sono film su D’Annunzio, perché su Rai Tre alle 21, 30, ci sarebbe proprio la prima in chiaro del biopic sul vate, “Il cattivo poeta”, diretto da Gianluca Jodice, assistente di Paolo Sorrentino, fotografato da Daniel Ciprì, con Sergio Castellitto, Francesco Patanè, Tommaso Ragno, Clotilde Courau. Va assolutamente visto dal ministro e da tutti i capomanipolo della nuova cultura de destra. Ambientato nell’inverno del 1936, l’ultimo inverno passato da D’Annunzio al Vittoriale.
bruce lee dalla cina con furore 1
Magari vi divertite di più con il mitico “Dalla Cina con furore” di Lo Wei con Bruce Lee, Nora Miao, Jun Arimura, Robert Baker, Fu Ching Chen, Rai 4 alle 21, 20. Ci sarebbe anche, su Cine 34 alle 21, “Selvaggi” di Carlo e Enrico Vanzina, con Ezio Greggio, Leo Gullotta, Cinzia Leone, Franco Oppini, Monica Scattini, Antonello Fassari, Emilio Solfrizzi, la bonissima e presto scomparsa dagli schermi Cash… buffa commedia ultrapolitica del 1995, cioè dopo il primo governo berlusconi, prodotta dagli stessi Vanzina per Medusa con Greggio berlusconiano con le ragazze in carne, Fassari trinariciuto comunista romano con moglie coatta.
C’è pure, come organizzatore, il mitico Isaac George. Non andò benissimo, ma era una commedia di satira politica molto interessante. Su Tv2000 alle 20, 55 passa invece una commedia cipriota (avete capito bene…), “Tona a casa, Jimi”, diretta da Marios Piperides con Adam Bousdoukos, Fatih Al, Vicky Papadopoulou, Özgür Karadeniz, Toni Dimitriou. Non ne so assolutamente nulla.
Certo, ben più spessore drammatica per la serata afosa avrà il legal thriller di Tony Gilroy, alla sua opera prima, “Michael Clayton” con George Clooney, Tilda Swinton, Tom Wilkinson, Sydney Pollack, Michael O'Keefe, Iris alle 21. Tilda Swinton vinse l’Oscar come non protagonista.
Su Canale 20 alle 21, 05 l’action diretto dallo specialista Peter Berg (tutti film ben fatti ma modesti) “The Kingdom” con Jamie Foxx, Chris Cooper, Jennifer Garner, Jason Bateman, Jeremy Piven, Kyle Chandler, che vede un gruppo di militari americani in azione in Arabia Saudita per trovare un bombarolo. Produce Michael Mann. Si vede.
Dovrebbe essere una commedia divertente con buone battute e un po’ d’azione “Un matrimonio impossibile” di Andrew Fleming, dove il nostro interesse è puntato non sulla coppia di sposi, Ryan Reynolds e Lindsay Sloane, ma sui consuoceri, un tranquillo podologo, Albert Brooks, e un uomo della Cia tutto azione, Michael Douglas, LA5 alle 21, 10.
Su Rai Movie alle 21, 10 passa invece “Brian Banks” di Tom Shadyac con Greg Kinnear, Aldis Hodge, Gino Vento, Xosha Roquemore, Melanie Liburd, Tiffany Dupont, dove un campione del basket viene messo pesantemente in crisi da un’accusa di stupro. Tratto da una storia vera.
willem dafoe gene hackman mississippi burning
Mi interessa di più la commedia fantascientifica ambientata in un bar sulla luna “Pluto Nash” di Ron Underwood con Eddie Murphy, Joe Pantoliano, Randy Quaid, Rosario Dawson, Canale 27 alle 21, 10. “Amarsi” di Luis Mandoki con Meg Ryan, Andy Garcia, Ellen Burstyn, Lauren Tom, Mae Whitman, Tina Majorino, 7Gold alle 21, 15, è un drammone familiare con una famiglia che potrebbe essere felice se la moglie non esagerasse con la bottiglia. Glugluglu.
Avrete sicuramente già visto “Mississippi Burning”, ma già so che ve lo rivedrete ancora una volta con piacere, il bellissimo thriller storico di Alan Parker con Gene Hackman, Willem Dafoe, Frances McDormand, ricostruzione magistrale dei fatti che sconvolsero il Mississippi nel 1963 con l’omicidio terribile di tre giovani attivisti del movimento per i diritti civili. Un film dominato dall’interpretazione di Gene Hackman, che vinse l’Orso d’Argento a Berlino nel 1989.
Magari non è così male l’horror “The Boy” diretto nel 2016 da William Brent Bell con Lauren Cohan, Rupert Evans, Ben Robson, Diana Hardcastle, Jim Norton, Jett Klyne, Mediaset Italia 2 alle 21, 15, dove una ragazza americana viene assunta come babysitter di una bambola che i genitori trattano come il vero figlio che hanno perso. Ma la bambola non è così passiva e iniziano i guai. Per tutti. Ma la storia della bambola non così bambola è già sentita…
Su Cielo alle 21, 15 torna l’erotico sofisticato “L’iniziazione” diretto da Gianfranco Mingozzi, tratto dal libretto di Guillaume Apollinaire "Le prodezze di un giovane don Giovanni" (questo il titolo francese originale), con Fabrice Josso, Serena Grandi, Claudine Auger, Marina Vlady, François Perrot, dove il giovane Roger passa l’estate del 1914 con troppe donne disponibili, la serva Serena Grandi, la zietta, la sorella…
Passiamo alla seconda serata. Cine 34 alle 22, 50 ripropone il sempre divertente “Vacanze in America” dei Vanzina, con Jerry Calà, Christian De Sica come il favoloso Don Buro, Claudio Amendola, Antonella Interlenghi, Edwige Fenech, Enzo Liberti, Fabio Ferrari, Gianfranco Agus, Isaac George. Ricordiamo le battute chiave di Don Buro: “Saremo puro burini ma beata l'ignoranza, se stai bene de mente, de core e de panza” – “Tiè, beccate 'sto santino, è un santo delle mi parti, è San Crispino che protegge il bianco, il nero e il burino!” – “Ma che stai a fa co' tutto er papagno de fora?!”.
Rai Movie alle 22, 50 presenta invece un film di boxe, “Southpaw – L’ultima sfida” diretto da Antoine Fuqua con Jake Gyllenhaal, Rachel McAdams, Naomie Harris, Forest Whitaker, Oona Laurence, 50 Cent, dove assistiamo alla tragica storia di un campione di pesi medi, “Billy The Great Hope”, che al massimo del successo, perde la moglie in un incidente e si rovina con acidi e sostenze. Sbang. Lo rimette a posto un vecchio campione. Buono, ma un filo vecchiotto.
Cielo alle 23, 15 ripropone una storia lesbo con coinquilino maschio, “Between Us” di Jude Bauman con Jean-François Stévenin, Iris Jodorowsky, Amandine Noworyta, William Mesguich, Iris alle 23, 30 invece “Machester By The Sea” di Kenneth Lonergan con Casey Affleck, Lucas Hedges, Kyle Chandler, Michelle Williams, Gretchen Mol, lo stesso film che qualcuno vedrà stasera a Roma a Piazza San Cosimato all’aperto.
7Gold alle 23, 45 recupera uno dei primi film di Lino Banfi da protagonista, cioè “Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia” diretto da Luca Davan alias Mario Forges Davanzati con Lino Banfi, Aldo Giuffré, Francesca Romana Coluzzi, Francesco Ager, Rosario Borelli. Cine 34 alle 0, 40 si ributta sull’ormai troppo visto “E adesso sesso” dei Vanzina, rivisitazione dei film di Dino Risi a episodi sul sesso con Eva Henger, Semmelweiss, Elena Russo, Alessio Modica, Tony Sperandeo, Adolfo Margiotta, Max Giusti.
Rai Movie all’1, 05 rilancia il mystery scritto dai Coen ma diretto da George Clooney “Suburbicon” con Matt Damon, Julianne Moore, Noah Jupe, Oscar Isaac, Glenn Fleshler, Alex Hassell. Certo. Se hai in mano un copione dei fratelli Coen e non sei uno dei fratelli Coen è meglio che non ne fai un film, anche se ti chiami George Clooney e hai un cast magistrale di attori amici pronti a darti una mano.
A Venezia, quando vidi il film, tratto da un vecchio copione anni ’80 dei fratelli Coen, mi sembrò non più che una dignitosa, divertente, ma un bel po' prevedibile dark comedy ambientata nel clou degli scontri razziali in America alla fine degli anni'50. Ma i critici americani andarono ben più pesanti e non trovarono il film né dignitoso né divertente. Un massacro. Anche eccessivo, perché in sala vediamo spesso di peggio. Certo, se i Coen questo film non lo hanno mai girato, ci sarà stato un motivo.
Per loro, forse, il problema sta nel fatto che “Suburbicon” è una dark comedy che ripete un po' troppo i modelli dei loro film. O forse non è così perfetto il meccanismo narrativo, anche perché lo spettatore attento capisce tutto in anticipo e questa non è una bella cosa. Detto questo, in mano ai Coen il film sarebbe stato un'altra cosa e lo stesso Clooney sarebbe stato forse più giusto come protagonista al posto del pur bravo Matt Damon.
Da regista, Clooney cerca di riprendere il loro tono, ma tutto il complesso meccanismo della commedia ha bisogno di una leggerezza e di un'attenzione che non possiede. L'idea, va detto, è piuttosto buona, visto che unisce il vecchio caso di Levittown del 1957, una famiglia nera assaltata in casa dai vicini bianchi e razzisti in una città modello del dopoguerra, ai recenti fatti di Charlottesville. E il tutto accade mentre in una perfetta famiglia bianca, i Lodge, confinante con la casetta della famiglia nera, i Meyers, assediata dai suprematisti bianchi di Suburbicon, accadono una serie di eventi criminali.
Per i tifosi del Napoli vedo che su Rai Storia all’1, 55 passa un documentario sul loro eroe, cioè “Diego Maradona”, diretto da Asif Kapadia. Iris alle 2, 05 propone il poco visto “Confine a nord” di Jay Craven con Bruce Dern, Geneviève Bujold, Seamus Davey-Fitzpatrick, Jessica Hecht, dove un bambino nel 1956 va a trovare i nonni nella loro casa in campagna nel Vermont e scopre vecchie storie di famiglia. Cine 34 alle 2 ripropone la commedia sulla mafia di Steno “Cose di cosa nostra”, una sorta di produzione di serie A per il napoletano Roberto Amoroso con con Carlo Giuffré, Vittorio De Sica, Pamela Tiffn, Jean-Claude Brialy, Aldo Fabrizi, Salvo Randone. Era un film ricco e pieno di caratteristi meravigliosi, Cannavale, Antonelli, Vingelli. Lo vidi allora, nel 1971 e mi ricordo che non piacque a nessuno, Malgrado il cast.
Da recuperare. Rai 4 alle 2, 45 passa invece l’interessante “Cocaine – La vera storia di White Boy Rick” di Yann Demange con Matthew McConaughey, Richie Merritt, Bel Powley, Jennifer Jason Leigh, Rory Cochrane, Bruce Dern, Piper Laurie, Brian Tyree Henry, vera storia di un piccolo informatore di 14 anni che crescerà nel mondo della droga e non riuscirà a uscirne facilmente.
Iris alle 3, 50 propone invece un disastro delle produzioni americane di Dino De Laurentiis, “Uragano”, remake del celebre “Uragano” di John Ford, che venne diretto dallo svedese Jan Troell, che subentrò all’ultimo minuto a Roman Polanski quando il regista polacco dovette lasciare l’America perché ritenuto colpevole di violenza carnale. Dai titoli di testa venne tolto il nome di Polanski dalla sceneggiatura, che scrisse insieme a Lorenzo Semple Jr. Protagonisti sono Jason Robards, Mia Farrow, Max Von Sydow, Dayton Kane, Trevor Howard. Ultimo film musicato da Nino Rota, che morì a due giorni dall’uscita.
Più divertente, lo sapete, l’horror esotico con riferimenti a Verne, Lovecraft e al mito di Atlantide “L’isola degli uomini pesce”, diretto da Sergio Martino con una Barbara Bach che si limita a roteare gli occhi, Claudio Cassinelli che sembra crederci, Richard Johnson che ha visto tempi migliore e un Joseph Cotten un po’ ammuffito, Rete 4 alle 4, 15. Salva tutto (insomma…) il grosso attore napoletano Franco Javarone nel ruolo di uomo-pesce, capolavoro del mad doctopr Joseph Cotten, anche se il trucco è scarso.
carlo giuffre aldo fabrizi cose di cosa nostra
Lo avevo visto bene quan do uscì e mi aveva impressionato solo Javarone, perla del film, poi l’ho rivoisto in un’edizione del Fantafestival di superculto, con proiezione alla Sala 54 del Savoy addirittura in vhs, dove ancora trionfavano gli occhioni di Javarone uomo-pesce. In America, dove è stato distribuito dalla New World ha come bonus dieci minuti iniziali in più dove troviamo Mel Ferrer e Cameron Mitchell diretti da Miller Drake, il regista di “Cat Women of the Moon”, fotografati da Gary Craver e gli assistenti sono (attenzione) James Cameron e Hale Ann Hurd!
Roger Corman, che lo distribuiva, pensò che nemmeno così il film funzionasse, allora lo fece rimontare da Jim Wynorski con, in aggiunta, un trailer dove si vede una ragazza nuda inseguita da una mano in un laboratorio. Ma la scena, quando ci fu la prima del film, ribattezzato “Screamers”, non si trovava nel film e allora il pubblico, che si era attizzato, insorse. Al punto che alla fine venne aggiunta così come era la scena del trailer. Bel pasticcio.
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Chiudo con il raro western di Albert Cardiff alias Alberto Cardone “Mille dollari sul nero” con Anthony Steffen, Gianni Garko, Erika Blanc, Cine 34 alle 4, 15. Nascita semi-ufficiale di Sartana interpretato da Gianni Garko. Se lo inventarono gli sceneggiatori Gastaldi e Salerno. Ricorda Gastaldi: “Noi inventammo il nome cambiando una lettera del nome del generale Santana, che combattè la Guerra in Messico.
Dopo, il nome apparve in un sacco di altri film italiani ispirati al nostro lavoro. Due anni fa c’è stato un grosso processo in Italia: due produttori si erano fatti causa per il diritto di usare il nome Sartana nei titoli dei loro film. Vittorio e io andammo dal giudice e provammo che proprio noi ci eravamo inventati il nome” (“Video Watchdog”). Nel film Sartana-Garko è il fratello cattivo del protagonista Steffen-Johnny, che è buono, si è fatto dodici anni di galera indovinate per colpa di chi? e, culmine assoluto, ha una mamma che va pazza solo per il fratello cattivo. “Io ero el general Sartana”, ricorda oggi Garko, “il cattivo. Ne feci un bandito pazzoide, tipo i gangster sadici alla Richard Widmark”.
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Insomma, questo Sartana, insieme al giudice Waldorf, il vecchio Carlo D’Angelo chiamato “Charles of Angel”, sono responsabili di morti e soprusi. Al punto che alla fine del film Steffen manda all’inferno Sartana. Detto questo il personaggio di Johnny scomparirà, mentre quello di Sartana comparirà in molti altri film interpretati non solo da Garko. I mille dollari sul nero del titolo sono i dollari che vale la collana sul collo della mamma di Sartana tutta vestita di nero.
Il film porta scritto, sui titoli, “un film di Marlon Sirko”, cioè Mario Siciliano, anche se la regia è sicuramente di Cardone. Spiega Garko: “Il film era diretto da Alberto Cardone, ma il produttore, Mario Siciliano, interveniva spesso. Io ero l’antagonista, el general Sartana, mentre il protagonista era Antonio De Teffè. Era, il mio, un personaggio molto cattivo, fanatico, per il quale inventai quel bacio alla medaglia che faceva prima di uccidere le persone, perché mi ricordavo un gesto analogo visto in qualche western americano.
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Il film ebbe grande successo, in Italia ma soprattutto in Germania, tanto che lo intitolarono con il nome dell’antagonista. Qualche anno dopo, mi chiamò un produttore, mi fece firmare un contratto e poi tirò fuori il manifesto in lingua tedesca e mi disse: Chiameremo il film Sartana, qui non farai l’antagonista ma il protagonista, alla Clint Eastwood” (“Nocturno”).
Questo portò a un problema legale tra il produttore Aldo Addobbati e Mario Siciliano, che sosteneva di essere proprietario del personaggio Sartana. Garko, però, non girerà mai più niente con Siciliano, preferendo prima Addobbati e Parolini e poi le regie di Carnimeo. Mario Siciliano era sempre sul set, ma era discreto con Cardone, faceva quasi da aiuto regista, ricorda Garko.
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