Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? In streaming io ieri sera mi sono visto su AppleTv+, appena uscito, il non bellissimo, ma piuttosto divertente “The Instigators”, diretto dal Doug Liman di “The Bpurne Identity”, scritto da Chuck MacLean e Casey Affleck, interpretato da Matt Damon e Casey Affleck come piccoli criminali in fuga dopo una rapina alle casse del corrottissimo sindaco uscente di Boston, Ron Perlman, non andata come avrebbe dovuto.
Una fuga dove si alternano personaggi come i due loschi mandanti della rapina, Michael Stuhlbarg e Alfred Molina, la psicanalista di Matt Damon, Hong Chau, strepitosa, un feroce killer, Paul Walter Hauser, il capo della polizia di Boston, Ving Rhames, l’avvocato fetente del già fetente sindaco di Boston, Toby Jones.
Un filmone dal grosso budget finito in streaming senza passare dalla sala. Perché? Perché sembra destinata proprio alle piattaforme. In sala avrebbe fatto un disastro. Tutto il film sta nelle battute che si scambiano Casey Affleck e Matt Damon, e loro con Hong Chau, che ricordiamo in “Downsizing” assieme a Damon. È un film fatto in famiglia.
palo della morte un sacco bello
In chiaro vi segnalo ancora una volta “Un sacco bello”, capolavoro di Carlo Verdone, la sua opera prima, prodotta da Sergio Leone, con Mario Brega meraviglioso (“fascio? A me fascio? A zoccolé…”), Isabella De Bernardi, l’hippy che ciancica (“ma che te ciancichi?”), Renato Scarpa e l’appuntamento al Palo della Morte. Povero Renato, come si era divertito quando in piena pandemia è tornato con Carlo e i fan al vero Palo della Morte. Uno dei migliori film italiani di sempre.
Rai Due alle 21 passa il film concerto “Negramaro – Back Home. Ora so restare” di Giorgio Testi con i Negramaro, Aiello, Ariete, Malika Ayane, Samuele Bersani, Diodato, Elisa, Niccolò Fabi. Canale 20 alle 21,05 passa il bruttarello “Van Helsing” diretto da Stephen Sommers con Hugh Jackman nel ruolo del cacciatore di vampiri, Kate Beckinsale, Richard Roxburgh, David Wenham, Silvia Colloca, Will Kemp. Ma non si può fare un film su Van Helsing, su. Il protagonista è sempre il Vampiro.
renato scarpa carlo verdone un sacco bello
Canale 27 alle 21,10 propone “Pink Cadillac”, commedia action diretta da Buddy Van Horn per Clint Eastwood, con Bernadette Peters, John Dennis Johnston. Occhio che Rai Movie alle 21,10 spara un capolavoro di satira politica sulla Guerra Fredda, ma ottimo anche adesso, come “Il dottor Stranamore” diretto da Stanley Kubrick, scritto da Terry Soputhern tratto dal romanzo di Peter George con Peter Sellers, che venne pagato per i suoi tre ruoli metà del budget, George C. Scott, Sterling Hayden, Peter Bull, Keenan Wynn, Slim Pickens.
Gran parte delle battute di Peter Selelrs sono improvvisate, a cominciare dalla celebre "Mein Führer! I can walk!". Avrebbe dovuto fare anche il personaggio interpretato poi da Slim Pickens, ma non sapeva fare l’accento texano. Come ben saprete Sterling Hayden, che dichiarò di essere comunista e fu massacrato durante il maccartismo, interpreta un pazzo anticomunista.
Mediaset Extra alle 21,10 passa “Doppio agguato”, fiction diretta da Renato De Maria vent’anni fa con Luca Zingaretti, Isabella Ferrari, Dino Abbrescia, Tommaso Ragno, Marco Cocci. Su Rai5 alle 21,15 passa l’ottimo “Judas and the Black Messiah” diretto da Shaka King con Daniel Kaluuya, Lakeith Stanfield, Jesse Plemons, Dominique Fishback, Martin Sheen, biopic sulla breve e violenta vita di Fred Hampton, leader dei Black Panthers. Fenomenale Daniel Kaluuya.
La7 alle 21,15 propone invece un classico come “Il maratoneta” diretto da John Schlesinger, scritto da Willaim Goldman con Dustin Hoffman, Laurence Olivier, Roy Scheider, Marthe Keller, Fritz Weaver, Marc Lawrence. Laurence Olivier, già gravemente malato di cancro accettò il ruolo del dottor Mengele per lasciare a sua moglie e ai suoi figli una solida somma come eredità. Robert Evans, il produttore, rischiò che Olivier morisse mentre lavorava senza assicurazione perché, in quanto malato, nessuno lo avrebbe assicurato. Non solo finì il film, ma venne candidato all’Oscar e il cancro si fermò.
Italia 1 alle 21,20 passa invece lo spionistico “My Spy” di Peter Segal con Dave Bautista, Chloe Coleman, Kristen Schaal, Ken Jeong, Parisa Fitz-Henley. Rai4 alle 21,20 propone invece l’horror canadese “Wolf Hunter” di Shawn Linden con Camille Sullivan, Summer H. Howell, Devon Sawa, Nick Stahl, Gabriel Daniels. Avrete sicuramente già visto almeno dieci volte “Il collezionista di ossa”, thriller di Phillip Noyce con Denzel Washington, Angelina Jolie, Michael Rooker, Mike McGlone. Funziona sempre.
la scena finale del dottor stranamore
Passiamo alla seconda serata con la commedia “Ti amo troppo per dirtelo” di Marco Ponti con Jasmine Trinca, Carolina Crescentini, Francesco Scianna, Fabio Troiano, Valeria Bilello, La5 alle 22,55. E’ uno di quei film usciti male che vennero a lungo nascosti negli archivi Mediaset se non sbaglio.
Rai4 alle 22,55 propone un altro horror canadese “Demonic” di Neill Blomkamp con Carly Pope, Chris William Martin, Michael J Rogers, Nathalie Boltt, Kandyse McClure. Cine 34 alle 23 passa il divertente, ma non memorabile “In viaggio con papà”, diretto da Alberto Sordi con Sordi che fa il padre di Carlo Verdone. Ovviamente è da vedere, ma la coppia non funzionò proprio come avrebbe potuto.
Su Iris alle 23 trovate “La valle della vendetta” di Richard Thorpe con Burt Lancaster, Robert Walker, Ray Collins. Primo western in assoluto per Burt Lancaster e ultimo western di Robert Walker, che morirà nel 1951 mentre girava “L’amore più grande”. E’ uno di quei film della MGM di pubblico dominio, cioè non furono rinnovati i diritti, e così lo si trova in copie spesso pessime. Robert Walker incontrò e si sposò a 19 anni con la bellissima Jennifer Jones.
carolina crescentini ti amo troppo per dirtelo
La loro fu una grande storia d’amore che durò dal 1939 al 1945, ebbero due figli, ma venne completamente rovinata dalla folle passione del potente David O. Selznick per sua moglie. Walker iniziò a bere, finì in ospedale per malattia mentale, divorziò dall’attrice, che sposò Selznick nel 1949, e la gente si fece molte domande sulla sua morte.
Mediaset Italia 2 alle 23,15 passa un fantasy ucraino del 2016, “The Stronghold”, diretto da Yuriy Kovalyov con Roman Lutskiy, Eva Koshevaya, Daniil Kamensky, Ivan Denysenko, Georgi Derevyanskyi. E’ un viaggio nel tempo che porta il protagonista a in contrare tre celebri cavalieri medievali della storia dell’ucraina.
Italia 1 alle 23, 25 passa invece il più divertente “Poliziotti fuori” diretto da Kevin Smith con Bruce Willis, Tracy Morgan, Adam Brody, Seann William Scott, Michelle Trachtenberg. La7 alle 23, 40 ripropone il bellissimo “American Gigolo” diretto da Paul Schrader con Richard Gere, Lauren Hutton, Hector Elizondo, Nina van Pallandt, Bill Duke, Brian Davies. Bill Duke, Brian Davies. Fu il primo grande film popolare di Richard Gere, vestito da Giorgio Armani, qui come Julian Kaye, gigolo per signore di Los Angeles accusato di un delitto.
Fu anche il primo film dominato dagli abiti di Armani che si vedeva a Hollywood e trionfo dell’art director italiano Ferdinando Scarfiotti. Qui iniziano gli anni ’80. Attorno a Gere una serie di ragazze bellissime come Lauren Hutton e Nina Van Pallandt. Musica strepitosa di Giorgio Moroder e Debbie Harry. E pensare che il protagonista avrebbe dovuto essere John Travolta, ma Schrader non accettò di dargli il final cut sul montato e se ne andò, lasciando così spazio a Richard Gere.
Rai Due all’1,20 si butta su un poliziesco recente, “Bastardi a mano armata” diretto da Gabriele Albanesi con Marco Bocci, Fortunato Cerlino, Peppino Mazzotta, Maria Fernanda Cândido. Molto carino “Pig – La vendetta di Rob” di Michael Sarnoski con Nicolas Cage cercatore di tartufi legato talmente a un porcellino da ritornare in città quando gli verrà rapito. Ci sono anche Alex Wolff, Adam Arkin, Nina Belforte, Dalene Young, Gretchen Corbett.
Iris alle 2,40 propone il “King Kong” diretto da John Guillermin, prodotto da Dino De Laurentiis con Jeff Bridges, Jessica Lange, Charles Grodin, John Randolph, Julius Harris. Il gorillone venne costruito meccanicamente e visivamente da specialisti come Carlo Rambaldi, Glen Robinson, Frank Van der Veer e “interpretato” da un giovanissimo Rick Baker, che costruì anche il costume da gorilla, ma nessuno come Dino De Laurentiis ne fu pienamente responsabile.
richard gere in armani american gigolo 1
Una lavorazione mostruosa, spesso con giornate di 24 ore al giorno, per arrivare a distribuire il film alla data stabilita del 17 dicembre 1976 ma, soprattutto, una lavorazione che inizia senza la certezza di chi costruirà e di come sarà effettivamente il gigantesco King Kong, il re della foresta. Nessun altro avrebbe messo sul piatto un film così costoso, partendo da 10 milioni si arriverà prima a 12, poi a 14, infine a 24 milioni di dollari, senza aver la sicurezza degli effetti speciali e del funzionamento meccanico del gorilla meccanico da 12 metri da esibire al mondo intero.
E, alla fine, complici Rambaldi, Robinson e gli altri maestri degli effetti speciali, che verranno premiati con l’Oscar, un Oscar che De Laurentiis avrebbe voluto per il gorilla come attore, il film, al di là del consenso critico, verrà soprattutto ricordato per la sua incredibile sfida tecnologica e per il sorprendente risultato sullo schermo ottenuto col nuovo King Kong.
Su Cine 34 alle 2,45 avete il “Satyricon” di Gian Luigi Polidoro con Don Backy, Ugo Tognazzi, Tina Aumont, Mario Carotenuto. Uno dei film più imbarazzanti che si siano mai fatti in Italia. Assurda operazione di Rizzoli, Bini, Polidori e, soprattutto, Sonego, alla rincorsa del progetto di Fellini, che uscirà dopo. Anche se Rodolfo Sonego lo scrisse, come spiega nel libro che gli ha dedicato Tatti Sanguineti, anni prima della disfida con Fellini.
satyricon di gian luigi polidoro
Di per sé non era malissimo, nei ricordi del tempo. Le visioni successive riportano un film monco che poco ha a che vedere con l’originale. Tognazzi è divertente come Trimalcione, fra peti e rutti. Tina Aumont, che poi arriverà davvero a Fellini col Casanova, è una bellissima Circe, Carotenuto, che doveva esserci nel Satyricon “vero”, è un ottimo Eumolpo.
Ma Don Backy e Franco Fabrizi sono una scelta un po’ azzardata e un po’ trash. Il vero problema è che il Satyricon felliniano, che uscirà pochi mesi dopo, si rivelerà un capolavoro e allora del film di Polidoro, anche per colpa della censura che lo porterà via dalle sale per quasi un anno, non importerà più niente a nessuno. Il film viene finanziato, malamente, da Angelo Rizzoli, che «non aveva mai perdonato a Federico di averlo tradito dopo Giulietta». Ma tira fuori solo 380 milioni.
ugo tognazzi nel satyricon di gian luigi polidoro
«Non bastano neanche per i costumi», si lamentava Alfredo Bini. I guai del film cominciano subito. È subito guerra di querele tra Fellini e Bini: «A sporgere la prima querela è stato Bini, il quale ha ravvisato gli estremi della diffamazione aggravata (da uno a sei anni di reclusione) nelle dichiarazioni rilasciate ai giornalisti da Fellini nei giorni scorsi. Il regista aveva in sostanza accusato il produttore di scorrettezza e di plagio, sostenendo di avere pensato per primo a tradurre in film il Satyricon del grande scrittore latino Petronio Arbitro. Bini afferma invece di avere suggerito l’idea a Fellini e di poterlo dimostrare.
Il copyright del Satyricon risale al 1962 - sostiene il produttore - i diritti letterari al 1963 e l'esclusiva del titolo del film, depositato all'Associazione Nazionale Industriali Cinematografici, è stata più volte rinnovata fra il 1963 e il 1967. Io desideravo che Fellini dirigesse il mio film e in diverse occasioni discutemmo insieme del progetto». Fellini ha replicato querelando a sua volta Bini.
ugo tognazzi nel satyricon di gian luigi polidoro
Chiudo con il raro film di spie a episodi “La guerra segreta”, diretto da Terence Young, Carlo Lizzani, Christian-Jaque con Vittorio Gassman, Henry Fonda, Annie Girardot, Robert Ryan, Bourvil, Georges Marchal, Iris alle 4,45. Il pubblico rimase freddo rispetto a quello che era soprattutto un film di coproduzione pensato però per il pubblico americano. Nell’episodio italiano, diretto da Carlo Lizzani, Vittorio Gassman è l’agente italiano, tal Perego, alle prese con uno scienziato rapito inventore di una formula segreta per la benzina degli aerei. Americani e comunisti cercano di arrivare alla formula in un clima di scontento per ogni causa.
Nel secondo, diretto da Christian-Jacque, il nostro 007 è il comico francese Bourvil, che dichiara da subito di non essere James Bond a Annie Girardot: “Io non sono James Bond e tu non sei Pussy Galore”. Nel terzo episodio, quello diretto da Terence Young, e ritenuto da quasi tutta la critica il migliore, Henry Fonda è una spia dormiente a Berlino Est.