Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera dopo la partita? Avete molti buoni film in sala, a cominciare da “Hit Man” di Richard Linklater, commedia con Glen Powell, che molto piacque a Venezia dopo tutte le mattonate che avevamo visto. Se siete a Roma e seguite Cannes a Roma, vi consiglio sia “Grand Tour” di Miguel Gomes, complessa opera sui disastri del colonialismo europeo in Asia, alle 18, 30 al 4 Fontane, sia “Limonov – The Ballad” di Kirill Serebrennikov, alle 21, 30 al 4 Fontane, ottimo ritratto dello scrittore dissidente anarchico russo in un film dominato dall’interpretazione di Ben Wishaw e dalla bellezza di Viktorija Mirošnicenko, che fa la sua prima moglie, Elena Šcapova.
Vedendo “Limonov” capiamo molto anche della guerra in Ucraina, ma la parte più bella è quella del suo soggiorno a New York negli anni di “Taxi Driver”. Per i più giapponesofili propongo “Desert of Namibia” di Yoko Yamanaka, interessante ritratto della gioventù giapponese che non ha più niente da dire e da dirsi. E’ curioso che, lontani dalle guerre europee, dai pericoli del totalitarismo, i giovani giapponesi stiano diventando un po’ delle amebe da vecchio cinema europeo. Qualcosa di nuovo lo avete anche in streaming, anche se, purtroppo, non è ancora arrivata in Italia, e mi domando perché?, come avevo scritto ieri, la terza stagione di “The Bear”.
E’ arrivata invece su Netflix una bella e già celebratissima (100% su Rotten Tomatoes) serie realistico/fantasy su un gruppo di supereroi inglesi neri di umili origini, “Supacell”, ideata da Rapman con Tosin Cole, Adelayo Adedayo, Nadine Mills, che faranno risorgere il paese dai disastri della Brexit e della politica dei conservatori. Nel mare di noia bianca, leggo, questa è una visione propulsiva-compulsiva. Pensavate che i supereroi fossero morti? Non è così. Speriamo.
Vedo che su Netflix stanno dominando le serie spagnole. E’ la più vista “Gangs of Galicia” diretta da Roger Gual con Clara Lago e Tamar Novas, romantico-camorrista ambientata nel mon o del narcotraffica galiciano. Ma è uscita anche la romantica “La passione turca” con Maggie Civantos, dove una esperta d’arte spagnola si innamora di un bel turco tenebroso. Tratta da un romanzo di successo del 1993 di Antonio Gala, era già diventata film con Ana Belen, diretto da Vicente Aranda, una ventina d’anni fa.
Su Netflix ci spingono a vedere una commedia hollywoodiana ambientata proprio a Hollywood con pasticci d’amore tra mamme e figlie, “A Family Affair”, scritto e diretto da Richard LaGravenese, nome di tutto rispetto, soprattutto come sceneggiatore (“Il re pescatore”, “Behind the Candelabra”) e interpretata da Nicole Kidman, Zac Efron, Joey King. Le critiche sono un po’ tiepidine e magari vi divertite di più con “La passione turca”.
O decidete di vedervi qualche grande classico su Amazon prime come “Mash” di Robert Altman con Donald Sutherlan e Elliot Gould o “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Philip Kaufman con Daniel Day Lewis, Lena Olin e Juliette Binoche o, su Mubi, il dotto documentario commentato e prodotto da Martin Scorsese sui film di Michael Powell e Emeric Pressburger, “Made in Englad: The Films of Powell and Pressburger”, diretto da David Hinton. Che forse sarebbe la scelta più saggia…
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