IL DIVANO DEI GIUSTI – “CHI SI ESTRANEA DALLA LOTTA È UN GRAN FIGLIO DI MIGNOTTA!”. CASCA BENE, CON LA STORIA DELLA SUPERLEGA, L’ARRIVO SU CINE 34 ALLE 21 DI “IL PRESIDENTE DEL BORGOROSSO FOOTBALL CLUB” CON UNO SCATENATO ALBERTO SORDI - SU RAI MOVIE ALLE 21, 10 IL BELLISSIMO FILM SULLA MORTE DI STEFANO CUCCHI, “SULLA PELLE” E L'IMPERDIBILE FILM DI STENO, “FEMMINE TRE VOLTE” SU RETE 4 ALLE 2, 55, CON SYLVA KOSCINA, BICE VALORI, MARIO CAROTENUTO... – VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

alberto sordi il presidente del borgorosso football club alberto sordi il presidente del borgorosso football club

“Chi si estranea dalla lotta è un gran figlio di mignotta!” Casca bene, con la storia della Superlega, l’arrivo su Cine 34 alle 21 di “Il presidente del Borgorosso Football Club” diretto da Luigi Filippo D’Amico, scritto da Rodolfo Sonego e Sergio Amidei con uno scatenato Alberto Sordi, uno dei primissimi film legati al calcio italiano e ai dolori dei presidenti che si sentono un po’ tutti Lotito o Aurelio De Laurentiis. Questo si chiama anche Benito…

 

 

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Le partite “finte” del film sono tremende, è vero, ma lo Stregon, l’allenatore sudamericano costruito ad imitazione dei due Herrera (Helenio e Heriberto) da Carlo Taranto, sempre offuscato dal fratello Nino, è favoloso. Ogni volta che perde ripete “no me preoccùpa”. Per non parlare di un cast femminile che va da dalla spagnola e bunueliana Margherita Lozano, la moglie, alla mitica Tina Lattanzi, la mamma. Partecipazioni speciali di Maurizio Barendson e Omar Sivori… E poi c’è la marcetta del Borgorosso rosso rosso…

 

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Su Rai Movie vedo che va in onda alle 21, 10 il bellissimo film sulla morte di Stefano Cucchi, “Sulla pelle”, opera prima di Alessandro Cremonini, prodotto da Luigi Musini e da Andrea Occhipinti per Netflix, seria ricostruzione dei sette giorni del calvario di Stefano Cucchi, interpretato da un Alessandro Borghi commovente, tra botte dei carabinieri, costole rotte, processi sommari, menefreghismo delle guardie carcerarie e una assurda agonia al Sandro Pertini di Roma nel reparto carcerario di Medicina Protetta da dove uscirà morto. “Brutta storia farsi nemici i carabinieri. Si sa quando cominci, ma non si sa quando finisci”.

 

Con questa logica, lo Stefano Cucchi di Alessandro Borghi decide, malgrado le torture che ha ricevuto da due carabinieri, di starsene zitto per non peggiorare le cose. Anche se il regista decide di non farci assistere al pestaggio, è chiaro che la morte di Stefano Cucchi, uno dei più di 170 detenuti morti in carcere nel 2009, è una vergogna tutta italiana, dei carabinieri che ti ammazzano di botte solo perché sei un tossico, delle guardie e dei medici che “si fanno i cazzi loro” e che non fanno neanche vedere un figlio moribondo ai genitori, interpretati qui da un Max Tortora perfetto e da Milvia Marigliano. Fece molto colpo a Venezia, dove venne presentato a Orizzonti e dove la cosa che venne più discussa fu la produzione Netflix.

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Ricordo come non troppo riuscito il tardissimo western di Steve McQueen, “Tom Horn”, Iris alle 21, diretto dal modesto William Wiard, che arrivò dopo che ben altri tre registi fuggirono dal set, Don Siegel, Elliot Silverstein, James William Guercio e entrò Wiard, alla sua unica regia, perché Steve McQueen, già malato, non poteva legalmente dirigere il film.

 

Scritto in un primo tempo da William Goldman, poi dal Thomas McGuane di “Missouri”, è una grande storia vera del west, con un meraviglioso e ancora intatto cast di attori, Slim Pickens, Billy Green Bush, Richard Farnsworth, Elisha Cook, Geoffrey Lewis, che da lì a poco sarebbero usciti di scena. Canale 5 propone alle 21, 15 l’ultima commedia vista in sala di Alessandro Siani, “Il giorno più bello del mondo”, che fece un buon incasso nel novembre del 2019, prima dell’arrivo di “Tolo Tolo” di Checco Zalone e della pandemia. Lo avevo completamente dimenticato.

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Invece fu il film che dette un po’ di vita a una stagione, quella del 2019, che sembrava completamente morta ancor prima della quarantena e del coprifuoco. Segno che, insomma, ha ragione Sergio Rubini a dire che il cinema in Italia era morto già prima del 2020. Vedrete che stasera andrà molto bene su Canale 5. Non è bellissimo, invece, malgrado la firma alla regia di James Mangold e la presenza di due star come Tom Cruise e Cameron Diaz, “Innocenti bugie”, ricca spy-comedy che ci siamo tutti voltamente scordati, Nove alle 21, 25.

 

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In seconda serata confesso di essermi un bel po’ addormentato al documentatissimo e attuale “Snowden” di Oliver Stone con Joseph Gordon-Levitt, Nicholas Cage, Shailene Woodley, Rai Movie alle 23, 10.  Bruttino, invece, malgrado il cast, Robert Mitchum, George Kennedy, David Carradine, il tardo western di Burt Kennedy “Il grande giorno di Jim Flagg”, Iris alle 23.

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Ricordo che vedendolo allora, se non sbaglio all’oggi defunto cinema Lux di Genova di Via XX settembre, non capivo come gli americani, malgrado avessero ancora attori e tecnici meravigliosi oltre ai set veri, non riuscissero più a produrre grandi western. E la commedia western, che produsse da noi Trinità uccidendo il genere, si era ormai infiltrata anche da loro. Grandissimo thriller di Brian De Palma con John Lithgow con personalità multipla, segnatevelo, stanotte su Rete 4 alle 00, 50, “Doppia personalità”. Ci sono anche Lolita Davidovich e Steven Bauer. Buono anche “Harem suaré” di Ferzan Ozpetek, Cine 34 all’1,25, con Marie Gillain, Lucia Bosé, Valeria Golino.

 

Davvero noiosetto, Rai Movie all’1, 35, il film artistico di Andrea Pallaoro, “Hannah” con Charlotte Rampling sperduta in una storia davvero difficile da seguire. Girato a Bruxelles, ma la metro che si vede è quella di Roma. Nel finale appare anche una balena, che faceva troppo "Leviathan", celebre film russo da festival, così è stata tolta quasi del tutto... Mah!

 

Cento volte meglio puntare su un raro film di Steno, “Femmina tre volte”, Rete 4 alle 2, 55, con Sylva Koscina, Bice Valori, Mario Carotenuto, imperdibile commedia italo-spagnola a colori dove seguiamo l'arrivo di un gruppo di cestiste russe in Italia. Cast strepitoso, ci sono anche Nino Manfredi, Gianni Bonagura, GIanrico Tedeschi, Veriano Ginesi come allenatore russo! Mi sa che non l’ho mai visto.

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Ho visto più volte, anche in sala quando uscì, il buffo ma funzionantissimo “O.K.Connery” di Alberto De Martino, Rai Movie alle 3, 10, risposta italiana a James Bond con un film costruito con gran parte degli attori della saga bondiana, Adolfo Celi, Daniela Bianchi, Bernard Lee, Lois Maxwell, Anthony Dawson, e come protagonista il fratello di Sean Connery, cioè Neil Connery. Che non era un attore. Arrivò a Roma e si scoprì che era calvo, sdentato, mal messo. De Martino e suo padre, celebre truccatore, lo ricostruirono un po’ con dentiera e parrucchetta, e, doppiatissimo, funzionò per portare a termine il film. Che è una delle più folli parodie di 007 mai fatte.

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Qualche anno fa invitai al Festival del Noir di Courmayeur il vecchio Neil Connery, che non stava affatto male, e si incontrò con Alberto De Martino. Bei tempi. Poco dopo su Rete 4, alle 4, 45, passa un altro 007 all’italiana, “A 008 operazione sterminio” di Umberto Lenzi, con Alberto Lupo come agente segreto, Ingrid Schoeller. Non male. Lenzi ricordava che non funzionò proprio la scelta di Alberto Lupo come protagonista. Ma il film era molto divertente. Anche Lenzi venne quell’anno a Courmayeur. Feci con lui un viaggio favoloso in treno…

 

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Cine 34 alle 4, 10 lancia un peplum piuttosto raro, credo, “Il gladiatore che sfidò l’impero” di Domenico Paolella con Rock Stevens, Walter Barnes, Andrea Checchi. Ci sono frasi memorabili nel film, come “Partiremo per la Tracia” -“La Tracia!…e dov’è?” O “Non sapevo che anche una donna potesse diventare cristiana”. O la fondamentale “Se siamo tutti uguali, chi lavora secondo te?”. Tutto si chiude con un film di Lina Wertmuller con Marcello Mastroianni, Giancarlo Giannini e Sophia Loren tutti truccatissimi, “Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova”, Rai Movie alle 5. 

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