Marco Giusti per Dagospia
Ok. Abbiamo il vaccino al 90%. Siamo molto contenti. Ma che facciamo prima dell’arrivo del vaccino? Buona domanda, perché non passerà poco tempo.
Vi dico solo che la quarta attesissima serie di “The Crown”, quella dove la Elizabeth di Olivia Colman se la dovrà vedere con Lady Diana, la nuova venuta Emma Corrin, e con la Margareth Thatcher di Gillian Anderson, arriverà su Netflix dal 15 novembre,
la quarta serie di “Fargo”, quella con Chris Rock, Jason Schwartzmane e i nostri Salvatore Esposito, Tommaso Ragno e Francesco Acquaroli arriverà su Sky il 16 novembre, e la stupenda serie di Steve McQueen “Small Axe”, cinque film slegati tra loro dedicati alla comunità nera inglese negli anni ’70, arriveranno su Amazon Prime il 20 novembre.
Quindi oggi o ripiombate nella depressione da talk show medico-politico con SallustiScanziSevergnini e qualche virologo a sorpresa e le solite domande della Gruber (noooo….) o potete concentrarvi, Cine 34 alle 22, 55, sul mezzo porno “La via della prostituzione”, ultimo film della serie Emanuelle Nera diretto da Joe D’Amato con Laura Gemser, Gabriele Tinti, Venantini seguito alle 00, 25 da “Quando gli uomini armarono la clava e con le donne fecero din don” di Bruno Corbucci con Antonio Sabato e la bellissima Nadia Cassini.
Ne “La via della prostituzione” ritroviamo Emanuelle che, assieme all’amichetta fotografa Susan, Ely Galleani, è invitata a un safari da un gangster, Venantino Venantini, e dal suo socio sedicente principe, Gabriele Tinti. In realtà Emanuelle e Susan stanno indagando sul solito traffico di schiave bianche. Per scoprirlo la nostra eroina si travestirà da donna di piacere.
il braccio violento del thay pan
C’è anche un finto collegio di schiave tenuto da certa Madame Claude. La censura taglia 60 metri di film, le ragazze sotto la doccia, la sauna con l’onorevole e una scena con Emanuelle e un travestito. Se siete stanchi di Emanuelle e delle schiave bianche, posso capire, una bella scelta potrebbe essere su Cielo alle 00, 50 “Shame” di Steve McQueen con Michael Fassbender malato di sesso in quel di New York, Carey Mulligan come la sua complicata sorellina.
Fossi in voi punterei direttamente su un vecchio kung-fu movie d’epoca, “Il braccio violento del Thay-Pan” segnalata come se fosse interpretato da Bruce Lee, gettato senza grazia su Iris alle 3, 50. Il film è una mezza sola, visto che Bruce Lee, morto cinque anni prima, non c’è per nulla, solo il suo doppiatore, Massimo Turci, che funziona da voce narrante per un montaggione di tre film cinesi diversi già distribuiti dalla Fida Cinematografica, “Mani che stritolano” di Huang Feng con Angela Mao e Sammo Hung, “Mani di ferro” di Cheung Sum, e “Dopo l’urlo un uragano di violenza” di Do Kuang Chee con Jason Pai Piao. Oltre tutto, leggo su Wikipedia, il Thay Pan non è un tipo di lotta di kung fu, vuol dire “capo supremo”. Un nome cise messo lì, insomma.
venga a prendere il caffe… da noi
Certo, potrebbe esservi anche, Sky Cinema Collection alle 00, 45, un piccolo capolavoro della commedia all’italiana come “Venga a prendere il caffè… da noi” di Alberto Lattuada tratto da un celebre romanzo di Piero Chiara con Ugo Tognazzi come Emerenziano Paronzini, funzionario dell’Ufficio Imposte che se la vede sul lago di Como con le tre ricche sorelline zitelle Tettamanzi Milena Vukotich, Francesca Romana Coluzzi, Angela Goodwin. Presto diventerà il loro oggetto sessuale. Poi gli prenderà un ictus e loro lo cureranno a dovere. Terribile, ma grandioso esempio del cinema di Lattuada.
ugo tognazzi venga a prendere il caffe… da noi
Lui lo considerava tra i suoi titoli migliori, anche se non era amato dalla critica. “Baronzini è un un mostro di volgarità. E’ per questo, forse, che Tognazzi, quando fa l’elenco delle sue interpretazioni, non lo ha mai citato. Sì, perché, indubbiamente, è il ritratto di una volgarità fuori dal comune e forse Ugo si ritiene offeso, pensa che io l’abbia usato per proporre questo ritratto.” Celebre la canzone di Fred Bongusto.
Chiudo segnalando un classico del cinema di Tinto Brass, “La chiave”, Sky cinema drama alle 5, 20, che dette nuova e lunghissima vita a Stefania Sandrelli. All’epoca fu il primo grande esempio di dove potesse spingersi la commedia all’italiana nei limiti del soft ma con tendenza all’hard. Per Tinto Brass fu una specie di rinascita come maestro dell’erotismo.
stefania sandrelli la chiave 4
La Sandrelli si lascia riprendere dappertutto e mostra una carica erotica che lo spettatore ancora non conosceva. Diventa così la prima stella dell’erotismo all’italiana, richiestissima da tutti, aprendo la strada alle altre star più o meno scoperte da Brass. La critica inizia a invece a volgere le spalle al cinema di Brass, anche se va detto che il film è molto fedele al romanzo omonimo di Junichiro Tanizaki e vi si legge un vecchio e sincero amore per l’erotismo letterario degli anni ’60.
stefania sandrelli e frank finlay la chiave
E l‘ambientazione di Venezia anni ’40 è di gran fascino. Brass firma qui uno dei suoi erotici più divertiti e riusciti, con cammei curiosi, come quello di Ugo Tognazzi, che doveva essere il protagonista in un primo tempo al posto di Frank Finlay. Si disse al tempo che erano stati tolti per dovere di censura metri di pellicole con le erezioni vere (!!) di Franco Branciaroli. Ottimo Finlay che dopo aver rotte le mutandine di pizzo alla Sandrelli le giura: “poi te le ricompro”. Ecco.
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