Marco Giusti per Dagospia
franca valeri il segno di venere
Che vediamo oggi? Per i cento anni di Franca Valeri, in realtà, avrei voluto una programmazione ancora più massiccia dei suoi film. Almeno una rete Rai poteva programmare “Il segno di Venere” diretto da Dino Risi, il suo capolavoro, nato su soggetto e sceneggiatura sua, dove è meravigliosa a fianco di Sophia Loren in cerca di fidanzato o marito. E si trova una lista di maschi meschini e bidonisti, da Alberto Sordi a Vittorio De Sica.
Consoliamoci però con Cine 34 che ce la mette tutta e propone già alle 14 un altro capolavoro della Valeri, “Piccola posta” diretto da Steno nel 1955 con Alberto Sordi, dove è Lady Eva, nobile polacca che ha una rubrica di posta su un giornaletto rosa, ma si chiama in realtà Filomena Cangiullo, e in prima serata alle 21 addirittura “Parigi o cara”, diretto nel 1962 dal suo ex-marito Vittorio Caprioli, un altro film ideato e scritto da lei, dove è Delia, prostituta romana che si lancia in un viaggio a Parigi immaginando chissà quale cambiamento di vita.
La prima parte, quella romana, è meravigliosa e Franca Valeri rappresenta perfettamente il sogno piccolo borghese di una italietta che crede sempre di essere qualcosa di diverso rispetto a quello che è. Musiche di Fiorenzo Carpi, fotografia a colori di Carlo De Palma, costumi di Coltellacci, che cinema che avevamo…
A seguire su Cine 34 arriva anche il rarissimo “Il bigamo”, diretto da Luciano Emmer, scritto da Amidei-Age-Scarpelli, con Marcello Mastroianni e Vittorio de Sica. Sia Emmer che Risi, milanesi come la Valeri, la conoscevano bene e sapevano come utilizzarla al meglio. Mastroianni, sposato con Giovanna Ralli si ritrova una ex-moglie con figlioletto come Franca Valeri che sostiene che sette anni prima era andato a comprare le sigarette e non era più tornato…
Rai Premium alle 21 presenta invece “Gli onorevoli”, celebre film a episodi con Totò che si candida onorevole in quel di Roccasecca al grido di “Vota Antonio! Vota Antonio!” e Peppino nostalgico del fascio alle prese in tv con Walter Chiari, regista gay reduce da Spoleto. Franca Valeri è una perfetta democristiana.
In tutta la sua carriera, ma in fondo non ha interpretato molti film, Franca Valeri non ha mai vinto nessun premio importante, è stata candidata come migliore attrice solo un paio di volte, per “Parigi o cara” e “Arrangiatevi!”, e mi sembra una cosa davvero vergognosa. Ma non doveva essere facile per lei essere donna e comico, perché era un comico esattamente come Alberto Sordi o Totò.
sophia loren franca valeri il segno di venere 1
Popolarissima negli anni ’50 e ’60, nessuno dei grandi registi del tempo le offrì grandi ruoli negli anni successivi, mentre proprio dai re della serie B o del cinema di genere ebbe ruoli meravigliosi.
franca valeri e marcello mastroianni il bigamo
Penso alla Pola Prima (“il suo fascino egizio non conosce artifizio…”), regina dell’avanspettacolo e moglie di Farfarello-Salce in “Basta guardarla” diretto proprio da Luciano Salce, o alla perfida Contessa di “Paolo Roberto Rotechino” di Nando Cicero, altro capolavoro della Franca (“A me dell’Inter piace Collovati…”).
franca valeri alberto sordi piccola posta
Tra gli altri film in prima serata stasera vedo che passano su Rai Movie alle 21, 10 il deludentissimo “Miracolo a Sant’Anna” di Spike Lee con John Turturro, D.B.Sweeney, su Cielo alle 21, 20 lo stracultissimo “Maddalena” di Jerzy Kawalerovicz con Lisa Gastoni, mélo erotico di un amore impossibile fra una donna e un prete che termina con quindici minuti della Gastoni che si rotola nuda fra le onde, film probabilmente non montato dal regista.
Meglio il tardo cappa e spada “Il cavaliere di Lagardere” di Philippe De Broca, davvero uno specialista del genere, con Daniel Auteuil, Marie Gillain, Vicent perez, Philippe Noiret, Iris alle 21. In seconda serata vedo che passano “Laeficent” di Robert Stromberg con Anjelina Jolie su Rai Due alle 23, meglio del sequel, il bellissimo “Paradiso perduto” di Alfonso Cuaron con Ethan Hawke, Gwyneth Paltrow nudissima, Anne Bancroft e Robert De Niro, Paramount alle 23, e il recente premio Oscar “Moonlight” di Barry Jenkins su Rai Movie alle 23, 50.
E’ un bellissimo dramma realistico sulla crescita di un giovane gay nero di Miami che si ritrova a nascondere la propria sessualità dietro un personaggio di duro spacciatore supermacho con tanto di denti d’oro e anelloni. Il film, tratto dalla commedia “In Moonlight Blackboys Look Blue”, scritta da un giovane commediografo nero di Miami, Tarell Alvin McCraney, che è anche produttore assieme a Brad Pitt, è diviso in tre capitoli che seguono il piccolo Chiron, figlio di una tossica, Naomie Harris, e di un padre cubano spacciatore, Mahershala Alì, dai nove anni alla maturità.
gwyneth paltrow nuda in paradiso perduto 1
Nel primo capitolo, “Little”, Chiron, interpretato da Alex Hibbert, è un bambino afasico, che ha già qualche problema a scuola perché troppo timido, diviso fra due genitori fuori di testa. Il padre gli insegna non solo a nuotare, ma anche a accettare con orgoglio quello che è. “Papà che vuol dire frocio?”- “E’ la parola che si usa per denigrare le persone gay”.
Qualsiasi cosa possa diventare Chiron, gli dice il padre, deve essere una tua scelta, non l’imposizione del mondo esterno. Nel secondo capitolo, “Chiron”, il ragazzo è diventato un teenager, lo interpreta Ashton Sanders, il padre è morto, la madre è sempre più tossica, e i ragazzi della scuola lo massacrano ritenendolo gay e debole. Chiron scopre la propria sessualità, o crede di scoprirla, con un compagno di classe più gentile, Kevin. Ma il cattivo della classe convince proprio Kevin a menare a sangue Chiron.
E Kevin lo fa. Solo che il giorno dopo, Chiron spacca una sedia in testa al cattivo e finisce al riformatorio. Nel terzo capitolo del film, “Black”, sono passati 17 anni, Chiron è diventato un nerboruto gangster, lo interpreta un fenomenale Trevante Rhodes, vive per strada e controllo lo spaccio in un quartiere di Atlanta, in Georgia. Riceve una telefonata dal vecchio amico Kevin, André Holland, che ora fa il cuoco sfigato a Miami e che lui non sente da quando è finito in galera.
E’ bastato sentire una canzone sul juke box, “Hello Stranger” di Barbara Lewis, e Kevin corre da lui al ritmo di “Ay, Paloma” di Caetano Veloso. Malgrado i denti d’oro, la cabeza e il macchinone, Chiron, come Kevin, non vive certo la vita che avrebbe voluto vivere, ma quella imposta dagli sguardi degli altri.
Quello che stupisce del film, più che la storia, che è un trattato coraggioso sulla mascolinità afro-americana, è il grande impianto visivo, la fotografia è di James Laxton, e una messa in scena che tratta il tema, ultra-realistico, come un melodramma alla Douglas Sirk di rara forza. In ogni scena Chiron si carica di una violenza che non esploderà mai e dovrà comunque sempre nascondere i propri desideri all’interno di una società violentissima.
All’una di notte potete scegliere tra il notevolissimo documentario di Wilma Labate “Arrivederci Saigon”, Rai Storia, dove si racconta la vera storia di un gruppo di ragazze livornesi che finiscono a cantare a Saigon in piena guerra del Vietnam, il bellissimo “Excalibur” di John Boorman con Nicol Williamson e Helen Mirren si Iris, e il classico con Lino Banfi, Mario Carotenuto e Gloria Guida nudissima, “L’infermiera di notte” di Mariano Laurenti su Cine 34.
E’ quello con Carotenuto che non prende sonno sia per il caldo, sia per la presenza della Guida svestita sia per quel che si è mangiato e se ne esce con un clamoroso “E’ sempre l’ultimo rigatone quello che te frega”. Infatti…
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