Marco Giusti per Dagospia
Stasera avete una bella scelta. Ve lo dico subito. Se andate al cinema sotto le stelle, muovendo il sedere dal divano (lo so, è faticoso), a Roma per la rassegna di Nanni Moretti “Bimbi belli” viene presentato “Desiré” di Mario Vezza, storia di spaccio e carcere in quel di Napoli con Enrico Lo Verso, Antonella Stefanucci, Tonia De Micco e Nassiratou Zanre nel ruolo di Desiré, a Bologna in Piazza Maggiore viene invece dato “Tirate sul pianista” di François Truffaut con Charles Aznavour, Marie Dubois, tratto da un giallo di David Goodis. Non lo vedo da tanto tempo.
In streaming, su Netflix, la serie del momento, prima in classifica, è la ultrapolitica “Supacell”, ideata, scritta, musicata e diretta da Rapman, alias Andrew Onwubolu. Grande colonna sonora, tutta rap, ambientazione nella South London in mano ai neri, giovani attori, Tosin Cole, Adelayo Adadayo, Nadime Mills. La storia vede un gruppo di ragazzi neri, che hanno piccole storie chi di spaccio, chi di rapina, chi invece è un bravo ragazzo che si vuole sposare, chi bada alla nonna, in una Londra massacrata dalla Brexit e dai politici, che scoprono di avere misteriosi ultrapoteri alla Jeeg Robot (tenetevi forte, mi sa che è un po’ copiata…), ma ancora non sanno come usarli.
C’è chi è più veloce del valletto del Barone di Munchausen e da Londra finisce a Edimburgo senza accorgersene, chi viaggia nel tempo e può salvarsi la pelle o salvarla a chi è in pericolo di vita, chi ha un pugno in grado di smontare un Bancomat. Molto amata dalla critica inglese, capita perfettamente in mezzo alle elezioni inglesi. Su Sky avete la terza, bellissima, puntata di “House of the Dragon”, con un fenomenale incontro tra Emma D’Arcy e Olivia Cook. Ci si prepara alla guerra, te pareva, si scaldano i draghi, e spuntano nuovi personaggi, come Sir Gwyn interpretato da Freddie Fox, figlio e nipote di Edward e James Fox.
Tra i film vi consiglio assolutamente su Mubi il capolavoro di Alex Coz, “Sid & Nancy”, cioè la storia di Sid Vicious, voce dei Sex Pistols, interpretato da Gary Oldman in stato di grazia, e della sua svalvolata compagna Nancy, interpretata da Chloe Webb. Musica dei Pogues e fotografia di Roger Deakins. Un film che fece storia. Ancora non capisco come si sia perso in questi ultimi vent’anni un talento come Alex Cox, che aveva capito prima di molti registi mode e idee che verranno sviluppate anni e anni dopo.
orlando, my political biography
Su Mubi trovate anche il documentario ultracelebrato “Orlando, My Political Biography” dell’attivista e pensatore trans Paul B. Preciado, “Mullholland Drive” di David Lynch con Naomi Watts e lo scatenato “Je t’aime, moi non plus” di Serge Gainsbourg con Jane Birkin, sempre nuda, che turba con la sua carica sessuale il rapporto d’amore tra due camionisti gay, Joe Dallesandro e Hugues Quester. Joe si innamora di Jane Birkin, ma perché la vede come un ragazzo. Un film che non mi stanco di rivedere.
A Dago consiglio su Amazon “Blazing Saddles”, cioè “Mezzogiorno e mezzo di fuoco”, capolavoro comico western di Mel Brooks con Gene Wilder e Cleavon Little come sceriffo nero tutto firmato Gucci alle prese con gli abitanti razzisti di un paesino, una strepitosa Madeline Kahn come la cantante Lily von Shtupp, mischione di sex bomb tra Mae West e Marlene Dietrich, lo stesso Mel Brooks come presidente americano rincojonito e rattuso peggio di Biden e Trump messi assieme.
Ma a Dago propongo anche il folle e antico “Il ritratto di Dorian Gray”, versione del romanzo di Oscar Wilde diretta da Albert Lewin con Hurd Hatfield, George Sanders e Donna Reed. Vinse un Oscar per la fotografia, parte bianco e nero e parte a colori di Harry Stradling. Il celebre ritratto che vedete nel film e che invecchia al posto di un Dorian Gray sempre giovane, fu realizzato da Ivan Le Lorraine Albright, che ci mise un anno a finirlo e viene considerato un capolavoro della pittura americano e quindi esposto all’Art Institute of Chicago.
Leggo che al fratello del pittore, lo scultore Malvin Albright, venne commissionata una statua di Dorian Gray, che non venne però utilizzata nel film. Angela Landsbury canta 'Goodbye Little Yellow Bird'. La canterà anche, tanti anni dopo, in un episodio della “Signora in giallo”.
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