Paolo Giordano per il Giornale
I numeri crescono e la tentazione pure. Difficilmente accadrà ma, a quanto sembra, a qualcuno è balenata l'idea di rinviare il Festival di Sanremo, che è previsto in partenza il primo febbraio. Ufficialmente non è previsto un «Piano B», ma i dati del contagio Omicron sono sempre più grandi e minacciano di raggiungere il picco a ridosso di un Festival pensato e sperato proprio come una definitiva ripartenza dopo il buio. Per fortuna, il clima generale è meno cupo di quello dello scorso anno, quando tutti gli artisti si esibirono senza pubblico e Sanremo era davvero una bolla super protetta e molto angosciata.
Però ci sono sempre tante incertezze e la richiesta della Confcommercio di Sanremo dà voce ai pessimisti: «Confermare le date in programma sarebbe un azzardo - ha detto il presidente Andrea Di Baldassarre -. Ci rivolgiamo ad Amadeus, Rai e Comune perché, visti i dati dell'emergenza sanitaria, il Festival venga spostato più avanti».
Nelle stesse ore, il sindaco Alberto Biancheri ha confermato che «sarà un Festival con il pubblico, anche se non sarà un Festival al cento per cento». Purtroppo, ha aggiunto, «fino a tre mesi fa nessuno di noi si sarebbe mai immaginato contagi così alti». Ed è possibile che a febbraio la Liguria sia zona rossa.
Ed è proprio di ieri sera il rinvio causa Omicron dei Grammy Awards di Los Angeles, previsti il 31 gennaio. In sostanza il clima non è dei migliori, se non altro perché nel 2021 c'era la «rassegnazione eroica» provocata da una situazione vissuta per la prima volta ma affrontata con un piglio coraggioso e pionieristico che si è rivelato la scintilla di un anno trionfale, grazie ai vittoriosi Maneskin, per la musica italiana. Adesso c'è più comprensibile stanchezza. L'Ariston sarà ancora a capienza limitata.
Gli artisti e tutto lo staff saranno ancora terrorizzati dal contagio, pedinati dai tamponi, costretti a un inevitabile isolamento. Quindi nelle scorse settimane si è fatta largo la pazza idea di rinviare tutto almeno di un mese, in attesa che la situazione torni a una parvenza di normalità e lo show possa avere il clima festoso che si merita. Magari anche a qualcuno dei concorrenti non dispiacerebbe aspettare qualche settimana per potersi esibire con più tranquillità. Però l'intreccio calibrato tra esigenze tv, convenzione con il Comune di Sanremo e accordi con gli sponsor rende sostanzialmente impossibile che la settantaduesima edizione possa essere spostata con così poco preavviso, con tutti i calendari già fissati e le scalette in via di definizione.
Di certo, come l'anno scorso, a Sanremo «non ci sarà un palco all'aperto», come ha confermato il sindaco, anche si sta lavorando con la Rai «a un evento all'auditorium Alfano i cui dettagli sono in discussione». In poche parole, c'è una correzione di rotta e senza dubbio l'organizzazione sta vivendo giorni di inevitabile attenzione a tutte le possibilità, allestendo piani anche per ogni remota evenienza. Per allontanare definitivamente l'idea di rinviare il Festival all'ultimo momento.