DOPO LE MEGERE DEL #METOO, LE ARRAFFONE DELLE MOLESTIE - NEL REGNO UNITO UN GRUPPO DI ATTRICI FONDA UN'AGENZIA PER MONITORARE LE VIOLENZE SESSUALI SUL SET, VISTO CHE (SECONDO LORO) IL MOVIMENTO #METOO NON HA CAMBIATO LE COSE - LE STAR PRETENDONO PURE CHE LE PIATTAFORME DI STREAMING, TEATRI ED EMITTENTI TELEVISIVE SI IMPEGNINO A VERSARE ALL’ORGANIZZAZIONE LO 0,1% DEI RISPETTIVI BILANCI – CHI SONO LE ATTRICI COINVOLTE: KEIRA KNIGHTLEY, EMERALD FENNELL, RUTH WILSON, NAOMIE HARRIS, CARA DELAVINGNE E…

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Paola De Carolis per il "Corriere della Sera"

 

colette keira knightley colette keira knightley

Un ente indipendente cui rivolgersi per chiedere consigli, mediazioni e, in alcuni casi, assistenza in procedimenti legali contro il bullismo nel settore creativo: un gruppo di attrici britanniche, appoggiate da diversi colleghi maschi, si riunisce per una campagna che mira a creare e sostenere un garante per cinema, teatri, tv e piattaforme di streaming per sanare il settore.

 

Si tratta dei maggiori nomi del momento, da Keira Knightley, protagonista di «Anna Karenina», «La duchessa» ed «Espiazione», a Emerald Fennell, la Camilla di «The Crown» poi regista di «Saltburn», da Ruth Wilson a Naomie Harris, da Cara Delavingne a Carey Mulligan, recentemente candidata all’Oscar per «Maestro»: una lettera aperta per sottolineare che in un’industria che tutte amano «i casi di maltrattamenti e soprusi continuano ad abbondare».

 

emerald fennell emerald fennell

Per quanto il movimento #MeToo, nato sulla scia del caso di Harvey Weinstein, abbia portato maggiore attenzione al bisogno di rivoluzionare il trattamento di attrici e attori soprattutto laddove c’è una disparità di potere — attori giovani da una parte e produttori e registi affermati dall’altra — nella realtà l’ambiente cinematografico, televisivo e teatrale rimane problematico.

 

[…] Ogni attrice ha una sua storia: Wilson, ad esempio, aveva lasciato lo sceneggiato «The Affair» all’improvviso perché considerava eccessive le scene di nudo che le erano richieste ed era stanca degli apprezzamenti di un’assistente regista, «frasi che sarebbero state più adeguate nella bocca di un uomo negli anni 50».

 

«Non tutto si può risolvere con un unico intervento», spiegano. «Dato che il problema persiste crediamo che sia necessario studiare una serie di misure che possano portare a un cambiamento duraturo». Ecco allora la creazione della Creative Industry Independent Standards Authority (Ciisa): le attrici chiedono che piattaforme di streaming, teatri ed emittenti come Bbc , Itv , Sky e Channel 4 si impegnino a versare all’organizzazione lo 0,1% dei rispettivi bilanci.

ruth wilson ruth wilson

 

Che nonostante l’innegabile miglioramento continuino nel settore a verificarsi casi incresciosi è stato confermato da un sondaggio di Bectu, il sindacato dei lavoratori televisivi, secondo il quale il 92% degli interpellati è stato coinvolto in casi di bullismo o abuso di potere.

 

Un ritrovamento «sconcertante», stando all’ente, che mostra che «ciò che è stato fatto per migliorare le condizioni di lavoro non basta»: stando al sondaggio, solo il 14% dei membri sostiene che le misure adottate dai datori di lavoro nei casi di molestie sessuali siano migliorate, mentre il 60% preferisce non denunciare i soprusi subiti per paura di danneggiare la propria carriera.

 

Se otterrà i fondi richiesti, la Ciisa dovrebbe entrare in funzione l’anno prossimo: sarà diretta da Jen Smith, dirigente specializzata in inclusione, uguaglianza e pari opportunità che ha in passato lavorato per il British Film Institute e altre organizzazioni culturali britanniche […]

cara delavingne cara delavingne sesso in the affair sesso in the affair sesso in the affair 4 sesso in the affair 4 keira knightley e eleanor tomlinson in colette keira knightley e eleanor tomlinson in colette

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – CON L’INTERVISTA AL “CORRIERE DELLA SERA”, MARINA BERLUSCONI HA MOLLATO UNO SGANASSONE A GIORGIA MELONI, MA SOPRATTUTTO AD ANTONIO TAJANI. LA CAPA DI MONDADORI, AZIONISTA DI MAGGIORANZA, INSIEME AI FRATELLI, DI FORZA ITALIA, HA MANDATO UN SEGNALE INEQUIVOCABILE AL SUO “AMMINISTRATORE DELEGATO”: BASTA INGINOCCHIARSI ALLA DUCETTA E A FRATELLI D’ITALIA, RICONQUISTIAMO UNA NOSTRA DIMENSIONE AUTONOMA, TORNANDO A QUELLA IDENTITÀ DI PARTITO MODERATO E LIBERALE CHE AVEVA IN MENTE MIO PAPÀ… - MESSAGGIO RECEPITO: NEL POMERIGGIO TAJANI HA LASCIATO LA SEDIA VUOTA AL SENATO: NON SI È PRESENTATO PER ASSISTERE ALLA REPLICA DELLE COMUNICAZIONI IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO… - LA PRECISAZIONE: "TAJANI È ARRIVATO IN RITARDO PERCHÉ VOTAVA ALLA CAMERA E AVEVA AVUTO UNA CONFERENZA STAMPA SULLA SICILIA..."

DAGOREPORT - PER NETANYAHU LA STRATEGIA È SEMPRE LA STESSA: FINCHÉ C’È GUERRA, C’È SPERANZA - IL PREMIER ISRAELIANO, DOPO LA SBERLA RIFILATAGLI DALLA CORTE SUPREMA, CHE HA OBBLIGATO ALLA LEVA ANCHE GLI ULTRAORTODOSSI, ALZERÀ ANCORA L’ASTICELLA E, PER NON FAR CADERE IL GOVERNO, APRIRÀ IL FRONTE DEL NORD DICHIARANDO GUERRA A HEZBOLLAH, IN LIBANO - UN CONFLITTO DEVASTANTE, CONSIDERANDO CHE LE MILIZIE FILO IRANIANE DI BEIRUT, HANNO UN ARSENALE DA 300MILA MISSILI (ALTRO CHE HAMAS) – ETTORE SEQUI: “L’INTERESSE ‘TATTICO’ DI NETANYAHU SEMBRA CONFLIGGERE CON L’INTERESSE STRATEGICO DI SICUREZZA DI ISRAELE…”