Titta Fiore per il Messaggero
«Era un grande amico, un ragazzo ciociaro, sapere della sua morte è stato per me un grande dolore». Lina Wertmüller ed Ennio Morricone si conoscevano da sempre. Quasi coetanei, hanno attraversato da protagonisti la straordinaria storia del cinema italiano degli anni d'oro. Fu lui a comporre le musiche del primo film della regista dagli occhiali bianchi, I basilischi.
E sono stati loro due, Ennio e Lina, gli ultimi italiani a vincere l'Oscar, il compositore nel 2016 per le musiche di The Hateful Eight di Tarantino, la cineasta l'anno scorso per il complesso della sua carriera. E ora, sulla Walk of Fame di Hollywood, la strada delle star, le stelle dedicate al loro leggendario talento brillano affiancate.
Com' è nata la vostra amicizia, signora Wertmüller?
«Ci siamo conosciuti quando entrambi muovevamo i primi passi nel mondo dello spettacolo. Le nostre prime avventure insieme risalgono agli anni Sessanta, quando io ero aiutoregista di Garinei e Giovannini al Sistina. Ennio fu chiamato da Modugno per fare gli arrangiamenti di Rinaldo in campo, uno degli spettacoli più felici prodotti da G&G, e sempre per loro firmò gli arrangiamenti di Enrico 61, con Renato Rascel.
ennio morricone e clint eastwood
Facemmo subito amicizia e la sua collaborazione con il Sistina portò delle novità importanti. Ennio è sempre stato molto meticoloso e, come i più grandi artisti, tendeva alla perfezione. Ricordo, per esempio, che siccome l'orchestra che suonava le musiche dal vivo aveva un organico ristretto, l'esecuzione ne risentiva ed Ennio non era soddisfatto. Allora, per i brani che avevano bisogno di un maggior numero di strumenti, suggerì di rafforzarli con altri registrati e mandati in playback. L'effetto piacque moltissimo».
E il vostro sodalizio continuò.
«Certo, un'altra bella esperienza fu la trasmissione Piccolo Concerto per il secondo canale Rai. Era un programma musicale del 1961, Ennio aveva praticamente carta bianca, mentre io ero ancora aiutoregista. Ho sempre avuto un rapporto speciale con la musica, ho scritto le parole di tante canzoni e ricordo quel periodo con grande gioia».
La vostra collaborazione si rafforzò, però, con I basilischi, nel 1963.
«Prima di quel mio film lui aveva avuto solo un'altra esperienza come compositore per il cinema, credo avesse scritto le musiche per Il federale di Luciano Salce. Insomma, eravamo entrambi debuttanti. Ennio ha sempre avuto un talento straordinario e una facilità di comporre musiche capaci di sposarsi alla perfezione con le emozioni del film.
Partiva dal testo, lo analizzava nei minimi particolari, lo studiava. Nei Basilischi ci sono due brani che ricordo in modo particolare: Pomeriggio in paese iniziava con il famoso fischio di Alessandro Alessandroni (poi usato anche per i film di Sergio Leone), accompagnato solo dal suono della chitarra.
L'altro brano s' intitola Canzone Basilisca, parole mie, e diventò anche il tema principale del film. Quando ci incontrammo pochi anni fa a una serata in suo onore, mi venne incontro cantandomi le parole di quella nostra canzone».
I basilischi segnalò subito il vostro talento.
«Il film partecipò in concorso al festival di Locarno, e con mia madre, Stefano Satta Flores e Tullio Kezich, venne anche Ennio. Eravamo un bel gruppetto di amici, non ci aspettavamo di vincere la Vela d'Argento. Fu un premio molto importante per tutti noi».
Poi ci furono altri incontri professionali?
«Solo in un'altra occasione, purtroppo, per Ninfa plebea, il film che ho tratto dal romanzo di Domenico Rea molti anni dopo, nel 1996. Anche quella volta l'apporto di Ennio fu prezioso, la riuscita del film è stata anche merito della sua bellissima musica».
Oggi, per una bella coincidenza, sulla Walk of Fame la sua stella brilla assieme a quella dell'amico Morricone. «A Los Angeles, ma in realtà ovunque nel mondo, Ennio è amatissimo. Mi fa piacere che tra i nomi di tante star americane, lungo Hollywood Boulevard, ci sia anche quello di un amico di una vita a farmi compagnia».
Che cosa rende le musiche da film di Morricone così uniche, speciali?
«La gente prova per lui un'ammirazione che è anche gratitudine. I suoi brani sono a volte ironici, a volte epici, altre volte struggenti, sanno toccare tutti i registri. Trovo straordinario che, negli ultimi anni, Ennio abbia girato il mondo per eseguire la sua musica al pubblico che lo ha amato per essersi emozionato con lui.
In fondo, ha sempre voluto essere considerato un compositore di musica assoluta, non solo di colonne sonore. E, nonostante le sue composizioni appartengano a grandi capolavori del cinema, è proprio così che la gente le ricorderà: come musica che vive di luce propria».
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