Andrea Pasqualetto per il Corriere della Sera
Stringeva fra i denti un Joya de Nicaragua e indossava la famosa camicia nera. Ma non era il solito Tinto Brass. «Vedevo una persona timida, imbarazzata, evitava di guardarmi».
Era la primavera del 2007 e per il loro primo appuntamento avevano scelto la hall di un hotel dei Parioli. Il regista aspettava l' avvocata e psicanalista Caterina Varzi che rappresentava la società di produzione cinematografica di Ziva, un film rimasto solo sui copioni e nella mente di Brass. «"Attrice?" mi chiese. "No, avvocato", dissi io. Ma lui rimase della sua idea, era convinto che io simulassi per avere la parte...».
Il sospetto diventò curiosità, poi frequentazione, sempre più assidua. E il prossimo 3 agosto saranno nozze.
Avvocata Varzi, è proprio convinta?
«Si tratta di una scelta che abbiamo discusso a lungo insieme e nasce da un sentire autentico. Entrambi usciamo da grandi tempeste emotive dovute alla paura di morire.
Lui per l' emorragia cerebrale che lo ha colpito nel maggio del 2010. Io per un tumore che ho avuto all' inizio di quest' anno. Abbiamo parlato molto di eutanasia, trovandoci d' accordo. Se ci verremo a trovare in condizioni indegne io aiuterò lui o lui aiuterà me. Fra di noi c' è un fortissima presa di posizione che il matrimonio suggellerà».
Dica la verità, anche un tornaconto economico...
«Dico la verità: non ci sono conti in banca, non ci sono proprietà, non ci sono pensioni».
Tornaconto artistico?
«Sì, sicuramente, l' obiettivo è continuare a promuovere la filmografia di Tinto nel mondo ribaltando gli stereotipi che ancora resistono, soprattutto in Italia. Non nego che nel nostro legame ci sia sempre stata una componente di gratitudine da parte mia nei suoi confronti».
Cioè?
«Mi ha regalato un mondo che non avrei mai conosciuto. Il ruolo più difficile e più bello al quale un' attrice possa aspirare, quello di musa di un grande regista. Musa ermeneutica che lo ispira e lo interpreta».
E per questo lei ha lasciato tutto, studio di psicanalisi dopo quello legale e dopo aver fatto la ricercatrice universitaria?
«Sì, mi sono dedicata all' archivio di Tinto, ho recitato, ho scritto libri e sceneggiature e organizzato mostre ed eventi. Curando la sua opera per raccontare il suo mondo».
Com' è nata questa fascinazione, visto quel primo deludente incontro?
«Direi più sorprendente che deludente e questo mi era piaciuto. Io mi aspettavo un uomo spregiudicato, non remissivo. In confidenza poi mi disse che era rimasto turbato dal mio volto e dalla mia personalità. "Occhi leonini, lucidità mentale", sono le sue parole».
Occhi, mente e nient' altro?
«Il resto è venuto dopo, come avrà capito dai poster che ha in casa».
E quand' è che il «timido» Tinto ha affondato il colpo?
tinto brass con la sua compagna caterina varzi
«Dopo un annetto mi fece una curiosa telefonata: "C' è un corrispettivo del complesso di Edipo?", mi chiese. Il complesso di Elettra, risposi, chiedendogli perché mi faceva quella domanda. "Voglio capire cosa spinge una giovane donna a interessarsi a un vecchio regista"».
Cosa la spingeva?
«L' interesse per una persona molto singolare che io scoprivo attraverso lo studio delle memorie difensive del processo Caligola, dove lui rivendicava la libertà dell' arte e la libertà di espressione».
Ma questo era lavoro. E l' affondo?
«Dopo un altro annetto mi disse: "Le faccio una proposta indecente: se viene con me a Parigi vedrà una città diversa". Accettai: due stanze separate. Mi portò in tutte le librerie erotiche di Parigi e al museo d' Orsay a vedere L' origine du monde di Courbet. Alla fine di quei giorni ci davamo del tu».
E lì sarà scattato qualcosa di travolgente.
«È stato tutto molto graduale. Nel mondo di Tinto c' è l' eros ma c' è anche il gioco. E poi bisogna essere realisti...».
Cos' è ora per lei Tinto Brass?
«Un maestro, un bambino, un padre, un amante, un fratello, un amico. È una forma di amore che non ho mai provato. Adoro la sua dolcezza, la sua ricchezza intellettuale, la sua nuova compostezza e anche le sue paure».
Lo accompagnerà nell' ultimo viaggio della sua vita?
ilona staller tinto brass caterina varzi
«Sì, ne sono convintissima e affronterò le conseguenze del caso. È il nostro grande patto».
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