1. VITTORIO FELTRI AL SETTIMANALE «OGGI»: «A BERLUSCONI AUGURO UNA VILLA DI RIPOSO»
Anticipazioni dall'intervista di Pierluigi Diaco a Vittorio Feltri, in edicola domani su ''Oggi''
«Bisogna riconoscere a Berlusconi di aver fatto un miracolo nel ’93-94: in pochi mesi mise in piedi Forza Italia che vinse addirittura le elezioni, battendo l’ex Pci in un modo meraviglioso… Oggi invece è confuso, è un po’ strattonato qua e là, ha perso quell’intuito che ha sempre avuto. Gli consiglierei di trovarsi qualcosa: non voglio dire una casa di riposo, ma una villa di riposo sì».
VITTORIO FELTRI MAURIZIO BELPIETRO
Lo sostiene Vittorio Feltri in un'intervista al settimanale OGGI, in edicola da domani (anche su www.oggi.it) in cui si augura che a Roma vincano i 5 Stelle: «Se la signora Raggi risolve i problemi di Roma, cosa che mi sembra altamente improbabile, tanto di guadagnato per tutti. Se fa dei pasticci come i suoi predecessori, ci toglieremo finalmente dai coglioni anche i 5 Stelle».
Nell'intervista a OGGI Feltri parla anche di giornalisti («La differenza fondamentale tra me e Scalfari è che Scalfari è molto più ricco di me. E questo dimostra che è più bravo») e giornali (Direi che Il Giornale è la moglie e Libero è il figlio. Un po’ scemo, ma è il figlio… Il primo è un cavallo stanco che merita di riposare e quindi di stare al prato, senza affaticarsi troppo perché è decisamente imbolsito. Il secondo è un cavallo che ha avuto qualche incidente e che quindi ha bisogno di cure e di rimettersi in piedi: potrebbe di nuovo galoppare, anche se per il momento preferisce restare nel box»).
VITTORIO FELTRI MAURIZIO BELPIETRO resize
E di sé dice: «Non ho mai creduto in Dio, non ce la faccio. Ci ho provato in tutti i modi: ho studiato la Bibbia e i Vangeli, ho cercato di documentarmi anche se in modo un po’ raffazzonato, ma non riesco a credere… Fare il giornalista mi ha portato sicuramente ad avere una convinzione sbagliata: io esisto perché scrivo. Ho bisogno di scrivere e di tirare fuori quello che ho dentro. Certo, non sono cose profondissime, però scrivere mi dà quel senso che la vita, per me, non ha. Scrivere è un surrogato del senso della vita».
2. RAGIONI DA CAV. PER VOTARE SÌ. PAROLA DI FELTRI
Feltri e Belpietro con _Libero_
Vittorio Feltri è tornato da pochi giorni a scrivere per Libero, dopo aver abbandonato il Giornale che diresse nel 1994 (dopo l’addio Indro Montanelli) e poi di nuovo nel 2009. Venerdì scorso, sulla prima pagina del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, ha elencato le ragioni per cui sarebbe ragionevole che Silvio Berlusconi votasse “sì” al referendum di ottobre sulla riforma costituzionale approvata da questo Parlamento.
Un editoriale, quello di Feltri, che spezza il fronte del “no” – finora compatto – costituito da giornali di centrodestra quali Libero e Giornale. Domenica i lettori di Libero hanno inviato decine di lettere, dimostrandosi anche loro quantomeno divisi sul da farsi, tutt’altro che schierati a prescindere per il “no”.
Più del rischio “plebiscito” o della scarsa chiarezza del quesito di ottobre, secondo Feltri “ciò che getta un’ombra sinistra su tutto l’ambaradan è ben altro. Si dà il caso che la citata riforma sia stata approvata alle Camere anche dal centrodestra berlusconiano. Erano i tempi in cui vigeva il patto del Nazareno ossia l’intesa strategica tra Renzi e il Cavaliere.
ALESSANDRO SALLUSTI VITTORIO FELTRI
E’ evidente che le rettifiche costituzionali cui abbiamo accennato, avendo ottenuto consensi in entrambi gli schieramenti maggiori (destra e sinistra), piacessero non soltanto al premier, ma anche al suo socio del momento, Silvio, il quale, non fosse stato così, si sarebbe guardato dal fornire a Palazzo Chigi il proprio via libera”. Prosegue Feltri: “Trascorre una manciata di mesi, e Renzi e Berlusconi rompono il loro idillio, e il secondo si rimangia la parola e il voto favorevole ai cambiamenti della Carta. Perché? Perché sì. Forse per ripicca”.
“In politica tutto è buono, anche gli sgambetti e gli sputi in faccia, ma c’è un limite imposto alla decenza. Come si fa a stoppare le riforme appena approvate entusiasticamente? La risposta è una sola. Siamo di fronte a un episodio di schizofrenia politica, forse provocata da frustrazione o da disperazione”.
E’ per non cedere a queste ultime che votare “sì” sarebbe giusto, oltre che legittimo. D’altronde anche su queste colonne abbiamo invitato l’ex presidente del Consiglio Berlusconi a cambiare idea, a sostenere il referendum costituzionale di ottobre e a non confondersi con l’Italia degli Zagrebelsky, dei Grillo, dei Travaglio. Non si può dire di “no” a una legge che non è perfetta, ovvio, ma che metterà in un cassetto i veti delle minoranze, darà più stabilità ai governi, metterà gli elettori nelle condizioni di scegliere da chi farsi governare.