CRISTOPHER HITCHENS
SCEMENZE IN MORTE DI HITCHENS - LA COSA IMPORTANTE IN UN REGISTRO OMERTOSO
Lettera a "Il Foglio"
Repubblica ha dedicato un bel po' di spazio alla morte del grande Christopher Hitchens con un articolo di Enrico Franceschini, il quale non ha trovato il modo, in non so quante battute, di dire che Hitchens si schierò ferocemente a favore della guerra di George W. Bush in Iraq, contro il "fascismo islamico". Una posizione che valse all'irriducibile ateo, stroncato, come Oriana Fallaci, da un maledetto "alieno", l'odio di molti intellettuali fino a un minuto prima pieni di elogi per Hitch.
Ma Franceschini non lo rammenta, mette in bella evidenza il suo pensiero sulla religione ("violenta, irrazionale, intollerante, razzista, tribale, bigotta e ignorante") si diletta nel citare Richard Dawkins, che di Hitch dice "era un coraggioso combattente contro tutti i tiranni, incluso Dio", ma del suo inaspettato (solo per i pigri conformisti) appoggio a Bush, che pure ha segnato uno spartiacque nel dibattito intellettuale e persino geopolitico mondiale, nulla, zero, neanche una parola. Il che non è un gran bel modo di dire addio a uno come Christopher Hitchens.
Luca Rocca
Risponde Giuliano Ferrara
La parata di scemenze apologetiche in morte di Hitchens è stata imbarazzante espressione dell'ideologia cool, brillante, e una punta indecente e maledetta. Giornalismo, e ho detto tutto. Molti Sancho Panza minori, con la bocca impastata di formaggio e senza la sua saggezza di mite compagno d'avventure, alla ricerca del loro Hidalgo: operazione letteraria non riuscita. La cosa politica rilevante, che Hitchens condivideva con la meglio gioventù della sinistra neoconservatrice americana, fu la posizione sull'undici settembre, tenuta con sufficiente determinazione. Omissioni.