IL FESTIVAL DEI COMPENSI - A BAGLIONI PER RIFARE SANREMO ANDRANNO 700 MILA EURO (IL RITOCCO ALL' INSÙ RISPETTO AI 600MILA DELL’ANNO SCORSO È GIUSTIFICATO DAL GRANDE SUCCESSO DELLA PASSATA EDIZIONE) -  PRECONTRATTI PER BISIO (450) E VIRGINIA RAFFAELE (350): MA LA RAI ORA VUOLE RIDURLI

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Renato Franco per il “Corriere della Sera”

 

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Sanremo non fa solo rima con canzoni, ma anche con compensi. E tanto le prime quanto i secondi possono essere urticanti perché il tema economico trova sempre qualcuno pronto ad agganciarci una polemica. I corridoi della Rai raccontano che per Baglioni sarebbe pronto un compenso da 700 mila euro e che la sua situazione sarebbe ormai definita a differenza di quella di Claudio Bisio e Virginia Raffaele.

 

I due comici avrebbero già firmato un precontratto - in sostanza un vincolo di impegno e partecipazione allo show - per una cifra di 450 mila euro (lui) e 350 mila (lei). Numeri in linea con il mercato televisivo (se no vanno tutti a Mediaset) e in equilibrio con quelli dello scorso anno quando Baglioni incassò 600 mila euro (quest' anno il ritocco all' insù è giustificato dal grande successo del Sanremo 2018), mentre Michelle Hunziker e Favino si portarono in banca rispettivamente 400 mila e 300 mila euro.

baglioni, raffaele,de santis, bisio baglioni, raffaele,de santis, bisio

 

Ora però in Rai c' è una corrente di pensiero che vorrebbe fare marcia indietro e ritoccare al ribasso i compensi dei due comici - il contratto è cosa diversa dal precontratto - temendo le reazioni politiche/populiste sull' argomento. Si dice che Viale Mazzini vorrebbe arrivare a 250 mila euro per Bisio e a 150 mila per Virginia Raffaele e sarebbe in corso una trattativa con l' agente Beppe Caschetto, che ha nella sua scuderia la comica e si sarebbe comunque occupato anche del contratto di Bisio.

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La polemica di Salvini con Baglioni sul tema dei migranti potrebbe essere stata solo il primo capitolo di un Sanremo ad alto tasso di scintille, perché il tema della spesa del denaro pubblico è croce e delizia di Viale Mazzini e Salvini - come dimostra il caso Fazio («Non prendo tanti soldi come quel presentatore di Rai1 di cui non voglio fare il nome») - è sempre pronto a esprimere il suo sentimento di indignazione.

 

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I compensi del Sanremo 2019 sono comunque in linea con quelli degli ultimi anni: nel 2017 Carlo Conti (tre Festival di successo consecutivi) ebbe un contratto da 650 mila euro (e 100 mila li diede in beneficenza), mentre Maria De Filippi partecipò a titolo gratuito. Per Fazio (un ottimo Festival e uno meno nel biennio 2013-2014) gli euro furono 600 mila.

 

Anche il budget complessivo di Sanremo 2019 corre sugli stessi binari degli ultimi anni, costi e ricavi viaggiano sulle stesse cifre. L' anno scorso la raccolta pubblicitaria era arrivata intorno ai 25 milioni di euro, mentre le uscite si erano fermate a 16 milioni e mezzo. E anche oggi va così.

 

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Come ha spiegato alla conferenza stampa di presentazione del Festival la direttrice di Rai1 Teresa De Santis, il costo di Sanremo si divide tra spese vive (produzione e cast) e la voce fissa relativa alla convenzione con il Comune di Sanremo (in sostanza la Rai paga il Comune per organizzare il Festival di Sanremo): la prima parte di costi è intorno ai 12 milioni di euro, la seconda è di 5 milioni di euro (sarà così anche per i prossimi due anni).

 

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Gli incassi che arrivano dalla pubblicità sono però in grado di compensare ampiamente le uscite: già ora si aggirano sui 25 milioni di euro a cui aggiungere un altro milione di ricavi commerciali (legati principalmente alla vendita dei biglietti del teatro Ariston, ma anche ad altre voci come uso del marchio e televoto). A spanne un saldo positivo di 9 milioni di euro, che - come ogni anno - non sarà sufficiente a spegnere il fuoco delle polemiche

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