Adriana Marmiroli per “la Stampa”
Carlo Freccero torna a Mediaset e parla di Silvio Berlusconi. Con Tatti Sanguineti, all' interno di Storie di cinema , in onda su Iris da domani (poi 27 gennaio, 3 e 17 febbraio, seconda serata). Freccero ha visto nascere la tv commerciale e per certi versi l' ha segnata. Cresciuto in Mediaset, passato alla Rai, è stato vittima indiretta dell'«editto bulgaro» che colpì Biagi, Luttazzi, Santoro.
Due su tre erano in carico a Rai 2, allora diretta da Freccero e anche lui venne rimosso. Per questo l' intervista è un po' un evento.
È una chiacchierata molto informale - l' abbiamo seguita in diretta negli studi Mediaset - sull' importanza del cinema in tv e sugli albori di un modo nuovo per l' Italia di concepirlo. Freccero, da ospite compito, glissa sul Berlusconi politico e sui più recenti e «turbolenti» rapporti con lui, ma ha parole lusinghiere (non senza ironia) per l' imprenditore che vedeva tutto e di tutto si interessava, «padrone ma ancora un po' ospite».
Che citava Robert De Niro ne Gli ultimi fuochi : «Un giorno ci accolse dicendo: "Voi sprecate le mie risorse", mentre gettava una gran quantità di denaro per terra». Dimostrava così di aver visto il film appena andato in onda sulle sue reti.
Ricorda la prima volta, nel 1979, quando, giovane cinefilo savonese, gli consegnò le 250 schede dei titoli Titanus, storica casa di produzione, che il gruppo tv aveva acquisito per la folle cifra di 50 milioni di lire a film: «Non sapevo chi fosse, nessuno ancora lo conosceva. Mi fece un' impressione molto buona». Freccero - senza computer e prima di Internet - aveva schedato i film in modo insolito, con rimandi ad attori, generi, temi, regia. Berlusconi ne fu colpito e gli chiese di andare a programmarli in Fininvest.
«In quel momento penso di aver vinto il mio biglietto del Superenalotto». Freccero inizia così un percorso che non considera concluso. Non gli basta - dice - stare nelle retrovie del Consiglio d' amministrazione Rai. «Sono pronto a lasciare ogni carica per tornare a fare il direttore di rete».
Erano gli albori di un sistema nuovo: l' importanza dell' audience, la contro-programmazione. Sanguineti ricorda l' ufficio di Freccero tappezzato di post-it di colori diversi, decine per ogni giorno dell' anno: la visione del palinsesto. Non c' era Auditel, ma Berlusconi aveva una squadra di telefonisti che sondava il pubblico.
Si lavorava con orari pazzeschi e tutti i giorni, pressati, «investiti, insultati, plagiati» da Berlusconi che telefonava a ogni ora. Berlusconi che, come il produttore de Gli ultimi fuochi , vuole sostituirsi ad autori e registi e riunisce tutti a cena (memorabili quelle con Franco e Ciccio, senza fine) per impostare i programmi. Un' altra epoca. Contro la Rai, era il nuovo che avanzava, «l' iPhone contro i Motorola Anni 90». Programmare oggi è più complicato. «Do atto a Pier Silvio che il papà ha avuto vita più facile».
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