GIORGIO PASOTTI: "LA BELLEZZA MI HA PENALIZZATO". CANDELA: "A PASO', MA VAFFA..." - "IN CINA VIVEVO IN UN LOCULO, VEDEVO SOLO BICI. IL DEBUTTO AMERICANO? FU DISASTROSISSIMO. DA NEW YORK SONO FUGGITO. GEORGE CLOONEY? ENTRAMBI SIAMO STATI MEDICI PER FINTA. ANCHE LUI SUL SET NON SI RICORDAVA MAI I TERMINI SCIENTIFICI: METTEVA DEI BIGLIETTINI SULLA SCHIENA DEGLI ALTRI" – E POI IL WUSHU, LA FIGLIA CHE NON VEDE I SUOI FILM E LA COMPAGNA CLAUDIA CHE HA 20 ANNI MENO DI LUI: "UNA NUOVA PATERNITA’? MI PIACEREBBE”

-

Condividi questo articolo


 

 

Estratto dell’articolo di Elvira Serra per corriere.it

 

 

Ni hao ma?

«Wo hen hao, xiexie ni».

giorgio pasotti 45 giorgio pasotti 45

La tentazione era troppo forte per non chiedere come stai in cinese all’attore Giorgio Pasotti, che a Pechino ha vissuto dai 19 ai 22 anni. Lui non ha tentennato un secondo e ha risposto «molto bene, grazie a te», dimostrando di non aver dimenticato gli studi fatti all’Università dello Sport quasi all’indomani della rivoluzione di piazza Tienanmen.

 

Lo stesso periodo ha segnato il suo debutto come attore, per tre diverse produzioni di Hong Kong. Ci incontriamo in un bar storico di Bergamo Alta, dove è nato. Il medico mancato che è riuscito a esercitare la professione soltanto sul set, ha perso l’accento della sua città di origine, ma non la dedizione al lavoro e il pudore dei sentimenti. L’unica eccezione la fa quando parla della figlia Maria, 13 anni, avuta dalla collega Nicoletta Romanoff. Lì ammette: «La paternità fa bene alla categoria. Gli attori sono egocentrici e narcisisti: è salutare sentire di non essere più al centro del mondo».

 

pasotti la grande bellezza pasotti la grande bellezza

Come arrivò alla Cina?

«Mio padre aveva un negozio di oggettistica orientale e conosceva un antiquario di Pechino che mi parlò di questa università, equivalente dell’Isef. Mi ci portò per un corso estivo a 14 anni. L’idea era frequentarlo per poi fare Medicina in Italia. Partii quando mi congedarono al militare per l’asma allergica, ero alpino assaltatore».

 

Cosa ricorda di quel periodo?

«Indossavano tutti la divisa di Mao Zedong, il libretto rosso in tasca, vedevi solo bici. Mangiavo in mensa, la mia stanza era un loculo due metri per tre. Sono stato privato di tante cose rispetto ai miei coetanei, ma eravamo contenti per il cambio di stagione, per una nevicata, cose così. Nell’approccio alle arti e ai miei mestieri ognuno faceva quel che gli piaceva».

 

giorgio pasotti claudia tosoni giorgio pasotti claudia tosoni

(...)

George Clooney?

«Con lui ci siamo fatti grandi risate. Entrambi siamo stati medici per finta. Anche lui sul set non si ricordava mai i termini scientifici: metteva dei bigliettini sulla schiena degli altri».

E i suoi stratagemmi, invece?

«Fortunatamente adesso i medici usano gli iPad: io leggo lì».

Il suo debutto americano fu disastroso.

«Disastrosissimo. Nel 1995, con The Dragon Fury II. A Los Angeles ci sono dei giornali che ti informano di tutti i provini, dai super cast ai film di serie Z. Per uno di questi cercavano un ragazzo esperto di arti marziali. Forte dei miei tre film in Cina mi presentai e mi scelsero per due ruoli, uno da uomo mascherato e uno in cui dovevo recitare: tagliarono le scene in cui recitavo e tennero l’altro, che veniva ucciso subito».

 

Però tornò in Italia e la sua carriera decollò, con «I piccoli maestri» di Daniele Luchetti.

giorgio pasotti claudia tosoni 7 giorgio pasotti claudia tosoni 7

«È il ruolo cui sono più affezionato. Durante la guerra il primo dei fratelli di mio padre morì a 16 anni, fucilato dai fascisti, e l’idea di interpretare uno studente che aveva deciso di abbracciare la Resistenza mi era sembrato la restituzione alla mia famiglia di qualcosa che non so definire».

 

(...)

È direttore del Teatro Stabile D’Abruzzo.

«Mi sono rimboccato le maniche. “L’arte non si ferma” era un progetto bellissimo nato in quei giorni di Covid: avevo chiesto alle compagnie locali di fare riduzioni dei loro spettacoli originali, ho fatto sanare un teatro e chiesto alle due principali emittenti televisive regionali di riprenderli. Li ho aiutati senza fare beneficenza. Lo Stabile ha ricevuto nel 2022 il contributo più alto mai conferito nella sua storia dal Fus».

Il 22 giugno compirà 50 anni. Che effetto fa?

«Citando il buon Jep Gambardella, che ho conosciuto bene, non vuoi più perdere tempo con cose di cui non ti frega niente».

 

Se si guarda indietro, il momento più bello?

«Dirò una banalità: la nascita di mia figlia».

Tolto quello?

giorgio pasotti claudia tosoni 3 giorgio pasotti claudia tosoni 3

«Vincere una gara importante e salire sul gradino più alto del podio è una delle gioie più grandi che un essere umano può vivere, perché solo tu sai quali sacrifici ti hanno portato fin lì».

È stato tre volte campione europeo di wushu.

«Alle prime note dell’Inno di Mameli cominciai a piangere come un bambino. Una gioia non paragonabile ai premi ricevuti da attore».

Sua figlia Maria è felice di un papà famoso?

«Quando era piccola la mia sovraesposizione non le faceva piacere, era gelosa. Ora comincia a fiorire una stima diversa verso la professione che il padre fa e per la quale viene riconosciuto».

 

Ha visto i suoi film?

«Alcuni sì, la maggioranza no: per lei sono un attore del paleolitico, del cinema muto».

È coautore della sceneggiatura di «Mio papà», film di Giulio Base. L’aveva dedicata a Francesco e Gabriele, i figli che Nicoletta Romanoff ha avuto da Federico Scardamaglia.

giorgio pasotti 16 giorgio pasotti 16

«Farò sempre parte della loro vita e loro della mia. Nutro un affetto profondissimo per quei ragazzi. Mi auguro di essere stato un punto di riferimento e di aver contribuito alla loro educazione anche solo come esempio di persona leale e buona. Hanno un padre presentissimo e una madre che ha dedicato a loro la vita, ma le cose che abbiamo vissuto insieme sono indelebili».

Sta pensando a un’altra paternità con la sua compagna, Claudia Tosoni?

«Sì, ci piacerebbe».

Ha 20 anni meno di lei: la preoccupa?

«No, è molto matura».

 

Le spiace che il Teatro Donizetti di Bergamo non l’abbia mai invitata in tutti questi anni?

«Non entro nel merito delle decisioni di un direttore artistico, che può invitare chi vuole».

giorgio pasotti 14 giorgio pasotti 14

Ma a lei piacerebbe?

«Certo, è il teatro della mia città! Forse non c’è stata mai occasione. Ora però potrebbe esserci con lo spettacolo di Alessandro Gassmann».

Quello in cui recita come uno scimpanzé.

«Proprio così, uno scimpanzé e una talpa. Sono i Racconti disumani di Kafka».

 

Abbiamo parlato di momenti belli. E brutti?

«Quando un attore non riscontra il gradimento di pubblico o critica si mette in discussione».

A lei quando è successo?

«La mia opera prima da regista fu ingiustamente non amata dalla critica. Ma a ferirmi è stato quel liquidare a priori il fatto che un attore potesse fare anche il regista».

Sconta anche di essere un bell’uomo?

«Per molti anni è stato così».

 

Il regista con cui le è piaciuto di più lavorare?

«Tanti. Ho lavorato con Sorrentino, Monicelli, Davide Ferrario, Gabriele Muccino, Robert Lepage. Sono stato fortunato».

giorgio pasotti anna valle giorgio pasotti anna valle

Lo sfizio che si è levato?

«La possibilità di scegliere i lavori e di godermi il tempo: posso stare a casa un mese per leggere Proust, se voglio. Il primo anno di mia figlia l’ho trascorso deliberatamente senza lavorare. Faccio impazzire le produzioni, ma mi prendo la libertà di andarla a prendere a scuola».

 

Il film che avrebbe voluto interpretare?

«Novecento di Bertolucci».

Dirigere?

«C’eravamo tanto amati di Scola».

James Bond?

«No, quello è puro intrattenimento. Allora preferisco fare Top Gun».

Come mai ha una casa a Venezia?

«Perché è la città più bella del mondo, un’oasi sospesa nel tempo».

Ha vissuto anche a New York.

giorgio pasotti michelle hunziker voglio stare sotto al letto giorgio pasotti michelle hunziker voglio stare sotto al letto

«Sì, quando ho frequentato la mia prima scuola di regia. Ma sono fuggito: quella città ti richiede un dispendio di energia per noi italiani contro natura. Noi abbiamo bisogno dei momenti in cui ti fermi a parlare con il barista. Lì lavori anche quando non lavori».

 

Che squadra tifa?

«Due. Atalanta, perché è la squadra della mia città. E poi l’Inter, per colpa di mio nonno, operaio milanese trapiantato a Bergamo: la domenica si rinchiudeva in cucina ad ascoltare le partite alla radio. Accesso proibito a noi nipoti».

claudia tosoni giorgio pasotti foto di bacco (2) claudia tosoni giorgio pasotti foto di bacco (2)

 

claudia tosoni giorgio pasotti foto di bacco (1) claudia tosoni giorgio pasotti foto di bacco (1) giorgio pasotti ignazio la russa foto di bacco giorgio pasotti ignazio la russa foto di bacco giorgio pasotti foto di bacco giorgio pasotti foto di bacco giorgio pasotti foto di bacco (2) giorgio pasotti foto di bacco (2) l ultimo bacio cast favino pasotti accorsi santamaria l ultimo bacio cast favino pasotti accorsi santamaria giorgio pasotti claudia tosoni foto di bacco giorgio pasotti claudia tosoni foto di bacco I NOSTRI FIGLI VANESSA INCONTRADA GIORGIO PASOTTI I NOSTRI FIGLI VANESSA INCONTRADA GIORGIO PASOTTI giorgio pasotti premiato foto di bacco giorgio pasotti premiato foto di bacco

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGALLUZZISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)

DAGOREPORT - MILANO BANCARIA IN ALLARME ROSSO PER L’ACQUISIZIONE DAL MEF DEL 15% DI MONTE DEI PASCHI, DA PARTE DI UNA CORDATA FORMATA DA CALTAGIRONE E MILLERI (DELFIN-DEL VECCHIO) IN COMUNITÀ DI AMOROSI INTENTI CON GIUSEPPE CASTAGNA, PATRON DI BPM - CON LA FUTURA FUSIONE BPM-MPS NASCERÀ IL TERZO POLO FINANZIARIO, A FIANCO DI INTESA E UNICREDIT - NON SOLO: IN UNO SCENARIO FUTURIBILE, POTREBBE ACCADERE CHE CALTA E MILLERI, UNA VOLTA CEDUTE A BPM LE LORO AZIONI (27,57%) DI MEDIOBANCA, RIESCANO A CONVINCERE CASTAGNA A PORTARE BPM-MPS ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA…