Vittorio Feltri per "Libero quotidiano"
Mi pare che si cominci a esagerare. Immagino che quasi tutti i nostri lettori conoscano la Zanzara, programma radiofonico diffuso da Radio 24, ossia l'emittente del Sole 24 ore. Trattasi di trasmissione pungente che da molti anni va in onda con successo verso sera, dalle ore 19 in poi.
Spesso vi partecipo anche io dicendo una serie di cavolate assolutamente sintoniche con gli umori polemici e spiritosi dei due maledetti conduttori: Giuseppe Cruciani e David Parenzo, i quali discutono con gli ascoltatori usando toni scanzonati che risultano assai graditi al pubblico, il quale segue numeroso le chiacchierate radiofoniche più piccanti del mondo.
Questa la premessa necessaria per comprendere l'accaduto che mi accingo a raccontare. Un anziano signore, che spesso era ospite della Zanzara, un no vax incallito e tenace, era diventato famoso grazie all'emittente per le proprie intemperanze contro i vaccini anti Covid, che giudicava inutili e dannosi. Ai microfoni si sviluppavano così interminabili discussioni ovviamente polemiche. Il nemico dei vaccini si chiamava Maurizio Buratti, 61 anni, il quale a forza di combattere con vigore la salvifica iniezione ha pensato bene di tirare le cuoia in quanto colpito dalla terribile malattia. Stecchito. Siamo dispiaciuti.
Quando qualcuno muore, benché si tratti di uno sprovveduto, non si può essere contenti. Senonché in questa circostanza vari giornalisti del Sole 24 ore, gente di solito riflessiva e pacata, si sono lasciati andare a considerazioni dissennate. Hanno attaccato brutalmente Cruciani e Parenzo per aver a lungo ospitato quale interlocutore il povero Buratti, accusandoli di aver dato voce a un matto ostile all'antidoto. Il quale secondo costoro non aveva il diritto di blaterare mettendo in dubbio la validità della scienza e delle sue scoperte. Addirittura i colleghi del quotidiano economico più letto in Italia hanno invocato la chiusura della Zanzara, incolpata di avere ospitato un uomo che diceva cazzate sulla pandemia.
Siamo alla follia, se dovessimo chiudere il becco a chiunque pronunci bischerate in radio, in televisione o le scriva sui social nonché sui giornali, i media sarebbero condannati al mutismo. In altri termini, noi pensiamo che chiunque, anche gli stolti, abbiano facoltà di esprimere le loro opinioni ancorché sballate. Altrimenti ogni dibattito non avrebbe più luogo.
Ecco perché noi di Libero, di nome e di fatto, siamo dalla parte di Cruciani e di Parenzo a cui riconosciamo di aver fatto il loro mestiere intervistando Buratti, il cui solo torto è quello di non aver capito che è meglio un vaccino di una bara. Non quello di aver espresso idee sbagliate.
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