MAITLAND WARD "SECRETARY" - VIDEO:
MAITLAND WARD - VIDEO:
MAITLAND WARD MANUEL FERRARA - VIDEO:
Barbara Costa per Dagospia
Attrice sì, tr*ia no. Le danno della disperata, dicono che lo faccia per soldi, i più maligni le imputano di aver perso ogni di donna rispettabilità. Chi le dà qualche chance, è sicuro che comunque non durerà, che il suo è un successo illusorio. Eppure è un anno, che Maitland Ward ce la fa vedere. È da un anno che vediamo quante dita e lingue e peni fanno gioire il suo clitoride, entrano e escono dal suo sesso (dal suo ano no, ma l’anal-debutto pare imminente) come pure dalla sua bocca, fino a esplodergli dentro.
Ha aspettato di superare gli anta, Maitland Ward, e di rifarsi le tette, prima di buttarsi nel porno quello più estremo, BDSM di dominazione, lei che dai suoi quasi 180 cm di altezza si dimostra una mistress perfetta. Ma non è per il suo fisico stupendo, il suo trionfo nel porno (ne ha girati pochissimi, ma uno, "Drive", le ha fruttato subito un Oscar, come miglior attrice non protagonista), il suo boom social (1,4 milioni di follower su Ig, mezzo milione su Twitter), nemmeno i soldi accumulati spogliandosi su OnlyFans (15mila abbonati, e aumentano) dove per vederla in video privati nuda, che si fa la doccia, pagano e pagano… no: non è per questo che la signora è attaccata, e disapprovata.
È perché ha infranto un tabù, ha fatto quello che ogni altra attrice si rifiuta di fare, se ne schifa, adombra, offende: Maitland Ward ha avuto l’audacia di passare dalle fiction pulite e mainstream… al porno!
Lasse Braun, maestro del porno, ha chiuso la sua autobiografia sognando il corpo di Martina Stella spogliato e pornato a dovere, lui diceva che il futuro del porno stava in questo salto, in questa normalizzazione, in questo passaggio dai set non porno a quelli porno e viceversa. Maitland Ward l’ha fatto, lei che ha recitato in film "giusti", e in soap-opera come Febbre d’Amore e Beautiful, in serial quali Crescere che fatica!, Quell’uragano di papà, lei che è stata un volto Disney.
Da un anno ha mandato tutto al diavolo per il porno, lo ha fatto riuscendo nello switch opposto a ciò che molte pornoattrici ambiscono e non riescono: se ci sono pornostar che ci provano, a mollare il porno per il cinema "normale", e qui fanno un buco nell’acqua, in primis perché non sanno recitare (dacché i porno dove si recita sono una nicchia, la maggior parte oggi è "solo" performance) a Maitland Ward è riuscito l’azzardo contrario e lei non ci pensa, a tornare indietro, anche perché non glielo permetterebbero: ragazzi, Hollywood e il mondo del cinema in generale resta conservatore, al limite del bigotto.
Il sesso, se lo mostri, totale, com’è, nei suoi impulsi, orgasmando davanti a una telecamera…niente da fare, non te lo perdonano! Maitland Ward lo dice a viso (e sesso) aperto: perché si è attrici serie e valide fino a che non si recita il porno? Perché se io, attrice, passo ad altro, se, per esempio, faccio film drammatici, e voglio cambiare, mettermi alla prova nella commedia, nell’horror, lo posso fare, mentre se voglio fare il porno vero, con penetrazione e fellatio e bukkake e squirting, mi stigmatizzate e divengo in automatico una ex attrice che ora sullo schermo fa la tr*ia? E soprattutto: perché se a fare questa metamorfosi è un attore maschio, non è toccato dallo stesso biasimo?
Azzarda Maitland: perché nel cinema mainstream è accettata la recitazione della violenza, e quella del sesso esplicito, no? Perché in un film non XXX posso rappresentare l’orrido, la cattiveria più sadica, posso (finto) uccidere, staccare teste, mangiarle, essere blasfemo, e invece, se faccio porno, sono confinato in serie Z, e marchiata, se donna, p*ttana? Maitland tocca nervi scoperti, ma il problema non sta nel cinema, sta nella società. E infatti: se liberi la sessualità della donna, la donna non è più proprietà di un uomo.
La sessualità maschile è sempre stata celebrata e tutt’oggi, un pene che passa da f*ga a f*ga è dote di un playboy, una f*ga che passa da pene a pene è la f*ga di una m*gnotta. Le donne sono educate a tenere sotto controllo la propria sessualità, a darle un valore, a cominciare dall’integrità dell’imene. Sono educate a vergognarsi delle loro voglie.
A ritenerle dannose. Guai a rovinarsi la reputazione! Il porno manda in frantumi questi atavici concetti e di conseguenza è deplorato: qui ci sono donne "pericolose", donne che mettono in scena una sessualità libera dalle catene sociali. Ma c’è di più: c’è che Maitland, entrando nel porno, ha visto quanto il porno sia oltre la parità di genere: a differenza di altri posti "rispettabili", nel porno le donne con posizioni di potere – registe, manager, produttrici, agenti – sono tante, come non mancano trans, queer. Senza nessuna lotta o rivendicazione, né vittimismi da povera f*ga discriminata.
La "transizione" di Maitland Ward è un modello possibile? Lei ne è convinta, e si fa forza su questa oggettività: i bambini che anni fa la seguivano su Disney Channel oggi ingrossano le file dei suoi fan, divenuti adulti col web, e col porno. Sono una generazione innegabilmente unica, che vede nel consumo di porno parte – anche importante, quotidiana – della vita. Maitland conta sul loro sostegno: “È tempo che il porno diventi mainstream, e che il mainstream accetti il porno”. È troppo presto? Siamo pronti?
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